Intermezzo / Sally Rooney; trad. di Norman Gobetti. Torino: Einaudi, 2024.
Dopo la sostanziale delusione della lettura di Parlarne tra amici e di Persone normali, avevo deciso di abbandonare Sally Rooney al suo destino di scrittrice generazionale e di non leggere altri suoi romanzi.
Poi – dopo il parere positivo di S. – ho deciso di dare alla Rooney un’altra possibilità con questo Intermezzo, e… ne sono stata letteralmente conquistata.
Protagonisti di questo romanzo sono Peter e Ivan, due fratelli rimasti da poco orfani del padre, morto a causa di un cancro. Il primo è un avvocato, in prima linea nella difesa dei diritti, ma la sua vita personale è un caos: frequenta Naomi, una ragazza molto più giovane di lui, senza un soldo e che lui di fatto mantiene anche economicamente, ma ha ancora un legame molto forte con Sylvia, la donna con cui è stato in coppia per molti anni fino a quando un incidente con conseguenze gravi su di lei non li ha separati. Ivan, il fratello minore, è invece un appassionato e un campione di scacchi, ma introverso, con l’apparecchio ai denti e scarsa fortuna con le donne, fino a quando non incontra e comincia una storia con Margaret, una donna parecchio più grande di lui, separata da un marito alcolista.
In questo intermezzo, che coincide di fatto con il periodo di elaborazione del lutto, i due fratelli, che una volta abbandonata l’infanzia hanno attraversato fasi alterne di amore e odio, avvicinamento e allontanamento nel loro rapporto, dovranno fare i conti con la morte, e insieme con le fatiche dei legami familiari e delle relazioni, ma dovranno anche fare delle scelte sulla propria vita, guardandosi dentro e affrontando situazioni emotivamente difficili.
Ebbene, tanto avevo trovato i due romanzi precedenti distanti e poco comprensibili per me dal punto di vista emotivo quanto invece ho sentito questo romanzo vero ed empatico nella narrazione e nei contenuti, al punto che ho terminato l’ultima ventina di pagine del libro tra le lacrime, cosa che mai avrei ritenuto possibile.
Evidentemente – mi sono detta – anche Sally Rooney è cresciuta, e così, pur appartenendo a un’altra generazione ed essendo cresciuta in una dimensione sociale, relazionale ed emotiva in parte differente dalla mia, è arrivata a quel momento della vita in cui tutti si trovano di fronte ai nodi cruciali dell’esistenza umana, che sono gli stessi da sempre e in qualunque luogo e che conferiscono alla grande letteratura la capacità di parlare alle persone al di là del tempo e dello spazio.
Oltre alla sensibilità e precisione con cui la Rooney riesce in questo romanzo a raccontare la forza e la difficoltà dei legami familiari, due cose di Intermezzo mi hanno colpita particolarmente. Da un lato il fatto che quell’universo di possibilità affettive, e non solo, che si sono dischiuse davanti alla sua generazione senza renderla né più felice né più risolta (o almeno questo emergeva nei precedenti romanzi) qui diventa un terreno da dissodare responsabilmente e con fatica, ma che può potenzialmente dare i suoi frutti, una strada da percorrere se si è disposti a rischiare e ad essere onesti con sé stessi e con gli altri. Dall’altro lo sguardo affettuoso verso la generazione successiva, i venti-venticinquenni di oggi (qui rappresentati da Naomi ed Ivan), altrettanto incasinati e imperfetti, ma meno cinici, meno frustrati, più aperti alle possibilità, forse i primi che stanno riuscendo a trasformare le maggiori libertà in vere scelte di vita, convenzionali o non convenzionali, ma rispettose del proprio sentire.
Chissà se è vero, o è solo l’auspicio di chi si sta lasciando alle spalle la giovinezza o per cui la giovinezza è un ricordo ormai lontano.
Il fatto importante è però che finalmente nella scrittura della Rooney – tra l’altro magistrale, ma questa non è una novità – sono riuscita a riconoscere sentimenti, sensazioni e situazioni che mi appartengono o che comprendo e sento emotivamente anche quando non fanno parte del mio vissuto o sono lontane dalle mie.
Voto: 4/5
venerdì 13 giugno 2025
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Avevo iniziato 'Dove sei mondo bello', mollato dopo due capitoli; oggi a differenza di quando ero molto gggiovane, mollo il colpo se il racconto non mi prende. Non so se le darò un'altra possibilità, ho tanti libri che mi attendono decisamente più invitanti, ma mai dire mai; terro' conto anche del tuo parere positivo, perché di questo libro ho letto solo bene, ciao!
RispondiEliminaAnche io ero molto titubante. Però devo dire che con questo libro per me Rooney si è riscattata!!
Elimina