Lo scontro quotidiano. L'integrale / Manu Larcenet. Roma: Coconino Press - Fandango, 2019.
Ci ho messo tanto, forse troppo a scoprire Manu Larcenet.
Poi un giorno me ne ha parlato S., e subito dopo ho letto un'intervista a Zerocalcare che dice che Larcenet è una delle sue fonti di ispirazione. E così mi sono decisa a comprare Lo scontro quotidiano nella versione integrale pubblicata da Coconino Press.
Aprendo l'albo ho capito subito perché l'avevo snobbato: la scelta di Larcenet è molto coerente con la tradizione del fumetto francese (e belga direi anche), ossia uno stile con colori tendenzialmente pieni e personaggi in forma cartoonistica. E per questo, in maniera del tutto superficiale e pregiudiziale, avevo collocato Larcenet in un ambito per me poco interessante.
Poi quando ho iniziato a leggere Lo scontro quotidiano mi è bastato poco per comprendere la grandezza di Larcenet e capire perché è considerato uno dei migliori fumettisti in circolazione.
Lo scontro quotidiano racconta attraverso una serie di episodi (inizialmente usciti come albi separati) una fase della vita di Marco, un fotografo freelance che, oltre a soffrire da sempre di ansia e attacchi di panico e a essere allergico all’idea di cambiare qualunque cosa nella sua vita, è in crisi con il suo lavoro.
Marco vive da solo (con i suoi animali) lontano dalla famiglia di origine: i suoi anziani genitori vivono in campagna, mentre suo fratello George vive con la sua compagna. Dopo aver girato il mondo in lungo e in largo per fare fotografie, Marco ha deciso di fermarsi un po’, mentre intorno a lui una serie di eventi determinano importanti conseguenze: l’incontro con la veterinaria Emilie che diventerà la sua compagna e poi la madre di sua figlia, la malattia di suo padre e la sua scelta di suicidarsi, la conoscenza di un anziano vicino che ha partecipato alla guerra in Algeria, l’incontro con un editore interessato al suo lavoro fotografico sugli uomini del cantiere dove lavorava suo padre e che è destinato a essere chiuso e rimosso. Sullo sfondo l’ascesa politica del Fronte Nazionale, la vittoria alle elezioni di Sarkozy, l’avanzata inarrestabile di un neoliberismo senza freni che spazza via i modelli economici e i sistemi produttivi del passato, il cambiamento del tessuto sociale e la definitiva marginalizzazione della classe operaia, l’enorme rimosso francese sul colonialismo e l’indegno comportamento tenuto durante la guerra d’Algeria.
Insomma ce n’è per tutti i gusti a riguardo di tematiche di interesse. La capacità di Larcenet sta nell’affrontare tutto questo in un modo che alterna molteplici registri: il malinconico, il drammatico, l’ironico. A fare da collante la figura di Marco che rivela la grande autoironia del suo creatore, una specie di antieroe un po’ buffo e un po’ tragico, ma profondamente intriso di umanità, che mi ha ricordato un po’ l’alter ego scelto da altri fumettisti come Paco Roca, Guy Delisle e lo stesso Zerocalcare.
Al sorriso divertito dunque segue la lacrima, al momento malinconico quello poetico, e qui e là ci si trova di fronte a quelle riflessioni illuminanti che sono la forza delle narrazioni riuscite e che ci fanno dire “Non ci avevo pensato!”.
Poiché questa versione integrale è la somma di albi usciti separatamente nel corso del tempo non ci si stupirà del fatto che a un certo punto il racconto finisce senza finire. Vorremmo sapere altro di Marco, di Emilie, della loro figlia, di George e di sua moglie, ma Larcenet ha ritenuto di averci detto tutto quello che aveva da dire. La vita continua fuori e al di là delle tavole disegnate.
Voto: 4/5