A partire dall'adattamento per il teatro del romanzo di Pedro Lemebel a opera di Alejandro Tantanian, Pietro Longhi porta in scena Ho paura torero, il cui ruolo principale, quello della Fata dell'angolo, è interpretato da Lino Guanciale, circondato da un gruppo di attori che interpretano gli altri ruoli, dal dittatore Augusto Pinochet e sua moglie doña Lucia al giovane universitario Carlos fino a Laura e alle altre numerose voci della Santiago del Cile del 1986, anno in cui è ambientata la storia.
Dopo il colpo di stato del 1973 con cui si apre la narrazione, il Cile si trova, da ormai molti anni, sotto una dittatura militare, che Lemebel dipinge come crudele ma anche ridicola.
Il fronte patriottico Manuel Rodriguez sta preparando un attentato per uccidere il dittatore e per una serie di circostanze (in particolare il suo incontro con il giovane Carlos), la casa della Fata, un travestito ormai avanti con l'età, diventa la base organizzativa del gruppo. Procedono così parallelamente il rapporto tra la Fata e Carlos (una specie di storia d'amore impossibile), l'organizzazione dell'attentato, i siparietti di Pinochet e sua moglie, le manifestazioni di piazza e la repressione.
Con uno stile pop camp, in cui il personaggio del travestito - che è interessato all'amore, alle canzoni, e ai ricami più che alla politica - si racconta in realtà una storia di formazione politica, anche sottintendendo che una figura come la Fata è politica a prescindere da tutto.
La storia raccontata da Lemebel è bella e interessante. Riguardo allo spettacolo alcuni aspetti sono molto convincenti, ad esempio la scenografia fatta di casse che creano contesti differenti, alcuni oggetti ed elementi che in modo semplificato rimandano ad ambientazioni, i due livelli su cui accadono cose diverse come ormai gli scenografi amano fare, le proiezioni sullo sfondo del palcoscenico.
Sono rimasta invece perplessa dalla scelta di un adattamento che non trasforma il romanzo in veri e propri dialoghi, ma affida ai personaggi sia discorsi in prima persona che in terza persona (parlando di sé stessi), come se stessimo ascoltando un audiolibro. Questa modalità avrà anche ascendenze nobili ma a me convince poco e non piace granché.
Inoltre gli attori, che meritoriamente recitano senza essere amplificati, tendono però ad avere un tono alto ed enfatico che rende la recitazione piuttosto monocorde e poco empatica.
In conclusione, pur apprezzando la storia non ho amato particolarmente la trasposizione teatrale e piuttosto mi è venuta voglia di leggere il romanzo.
Voto: 3/5
mercoledì 28 maggio 2025
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Ti dirò, a me neanche il romanzo aveva fatto impazzire, ma non ti fidare di me, i gusti sono davvero personali...
RispondiEliminaDiciamo che nella lista delle cose da leggere ci sono talmente tante cose prima che non so se arriverò a leggerlo! ;-)
EliminaDevo assolutamente chiederti una cosa: ho acquistato un libro dal titolo 'Emma', attirata dallo scrittore, nientemeno che Jean Reno attore che non credo ha bisogno di presentazione. A scatola chiusa, davvero incuriosita. Dopo un centinaio di pagine e davvero ho resistito molto, l'ho piantato lì. Credo che un Harmony sia scritto meglio, e non credo assolutamente che Jean Reno abbia scritto questo libro, già solo per la scrittura....Forse dopo 100 pagine avveniva il miracolo, non lo saprò mai.
RispondiEliminaNe sai qualcosa? Conosci il prodotto? Credi sia possibile qualcuno lo abbia scritto per lui? Sono veramente basita, se ti capita sotto gli occhi, sfoglialo giusto per leggere qualcosa, non credo avrai bisogno di molte pagine 🫣
Non so nulla di questo libro né l'ho mai visto in libreria! Mi sembra strano che Jean Reno abbia assoldato un ghost writer ma chi può dirlo! Se mi capita darò un'occhiata e ti dirò!
EliminaFammi sapere, sono davvero curiosa, ciao!
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