Una sorella / Bastien Vivès. Milano: Bao Publishing, 2018.
Antoine ha 13 anni. Come ogni estate, si prepara a trascorrere le vacanze nella casa al mare insieme ai genitori e al fratello più piccolo, Titi.
Ben presto però la tranquilla routine estiva fatta di caccia ai granchi e pomeriggi passati a disegnare Pokémon viene rivoluzionata dall'arrivo di un'amica di famiglia - che ha appena perso un bambino per un aborto spontaneo (come del resto la madre di Antoine prima che lui nascesse) - insieme alla figlia sedicenne Helene.
Antoine - che è in parte ancora un bambino e infatti ancora condivide i giochi con il fratello più piccolo, ma comincia ad avvertire i primi turbamenti dell'adolescenza - si trova improvvisamente catapultato nel mondo di una ragazza che, pur avendo solo tre anni in più, sembra ai suoi occhi una marziana: è disinibita e ribelle, sembra avere un'ampia esperienza sessuale, frequenta i ragazzi più grandi, fuma, beve e sta continuamente attaccata al cellulare. Helene sarà per Antoine un'attrazione e una sfida, una specie di mistero che vuole afferrare ma gli sfugge (come il ritratto che sta cercando di farle), nonché l'occasione di una educazione sentimentale accelerata che gli consentirà di cominciare a esplorare i propri desideri e i propri limiti.
D'altra parte, per Helene l'incontro con Antoine rappresenta la possibilità di indulgere ancora un po' in quell'infanzia sicuramente più rassicurante e con minori turbamenti, uno spazio protetto in cui non dover essere grande a tutti i costi, ma poter essere se stessa senza essere giudicata.
La settimana in cui Antoine ed Helene condividono la stanza, e talvolta il letto alla ricerca - reciproca - di conforto, amicizia, affetto, ma anche nella condivisione di un'intimità e un desiderio ancora acerbi ma prepotenti, rappresenterà per entrambi lo svelamento di una parte di sé, uno di quei momenti irripetibili della fase di passaggio dall'infanzia all'adolescenza che non si misurano sulla durata ma sull'intensità dell'emozione che producono.
Bastien Vivès dimostra ancora una volta una sensibilità particolare nel rappresentare i sentimenti di quell'età che sfuma più o meno lentamente dall'infanzia all'adolescenza e infine alla giovinezza pre-adulta. Il disegno di Vivès è incredibilmente essenziale (gli occhi sono disegnati solo quando sono necessari a rappresentare un'emozione e uno stato d'animo), eppure è capace di rivelare con precisione le forze emotive che si agitano nell'animo dei suoi personaggi, che lui guarda sempre con affetto e partecipazione.
Nella recente ed eclettica produzione di Vivès che si divide tra il blog (che pare però essere stato rimosso!) e la serie Last man, era un po' che non faceva la sua comparsa questa componente più intimista della sua produzione, che non saprei dire se è la sua parte migliore, ma certamente è essenziale per dare significato e illuminare tutto il resto.
Una sorella è un graphic novel forse semplice a una prima frettolosa lettura, però lentamente cresce aprendosi un varco solido nel cuore e nella mente del lettore, dove già hanno trovato un posto stabile altri lavori precedenti di questo giovane fumettista.
Voto: 4/5
lunedì 25 giugno 2018
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