Dopo che F. mi aveva parlato molto bene di questo film mi sono messa d'impegno per seguirne la programmazione all'Apollo Undici e riuscire ad andare a vederlo. E così a un certo punto è arrivato il momento giusto.
In sala siamo in quattro o cinque in tutto, probabilmente il risultato del fatto che questa proiezione è l'ennesima programmata dall'Apollo Undici e chi era interessato a vederlo - nella non numerosa nicchia di appassionati cinefili - magari ci era già andato.
Il film The Constitution per la regia di Rajko Grlić è un film croato che mette proprio la costituzione croata al centro dell'intreccio narrativo. Vjeko (Nebojša Glogovac, interprete bravissimo purtroppo deceduto all'inizio di quest'anno) è un insegnante di scuola superiore che vive a casa con il padre anziano, a suo tempo fiancheggiatore dei nazisti, ormai immobilizzato a letto. Vjeko in realtà ha una doppia vita e, se durante il giorno insegna la storia croata ponendo l'accento sulla dura battaglia che il popolo croato ha dovuto fare per raggiungere l'indipendenza, la notte si traveste da donna e va in giro per la città semivuota e i bar, ricordando e rimpiangendo il suo grande amore perduto, il violoncellista Bobo.
Una notte Vjeko viene aggredito da un gruppo di ragazzi per strada per la sua omosessualità e finisce in ospedale. Qui viene medicato dalla sua vicina di casa che lo aiuterà anche al ritorno a casa, in particolare per la gestione di suo padre. Si verifica così un avvicinamento tra Vjeko, colto, raffinato, omosessuale, nazionalista, ben inserito nella politica nazionale, e la coppia dei vicini, una donna croata che fa l'infermiera e il marito poliziotto, di nazionalità serba, che deve sostenere un esame sulla Costituzione croata.
La donna chiederà al professore di aiutare suo marito a preparare l'esame, ma l'incontro tra questi due uomini rivelerà tutte le contraddizioni non solo di Vjeko, ma della stessa società croata, e lo farà attraverso il contrasto tra una costituzione basata sui principi della tolleranza, dell'accoglienza e della non violenza e una realtà nella quale il nazionalismo esasperato diventa intolleranza non solo verso chi non è croato ma anche verso chi non risponde all'ideale croato, compreso lo stesso Vjeko che pure ne è un propugnatore.
Il film si muove tra il dramma e la commedia, e non cerca la tragedia finale catartica, bensì consola in qualche modo lo spettatore con un finale sicuramente un po' buonista che compone i conflitti sociali e umani in una ritrovata armonia, a dire il vero un po' poco credibile.
Del resto il regista sembra in qualche modo voler lasciare una porta aperta alla speranza e lo fa anche attraverso la bella figura di Maja (Ksenija Marinkovic), la vicina di casa infermiera, che nella sua semplicità in qualche modo è il motore del processo di conciliazione di questa storia. Ed è molto bello che questo ruolo sia affidato a una donna.
Voto: 3,5/5
domenica 27 maggio 2018
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