La mia rassegna preferita di concerti dal vivo a Roma, Unplugged in Monti, da qualche tempo ha cominciato una proficua collaborazione con l'Auditorium. Ed ecco qui che il concerto di Angel Olsen - inizialmente previsto presso la Chiesa Valdese - è stato trasferito all'Auditorium in Sala Petrassi dopo che i biglietti sono andati esauriti nel giro di pochi giorni. La scelta è stata sicuramente vincente, visto che la sala era praticamente piena; non saprei dire però se - visto il tipo di esibizione che Angel Olsen ci propone - avrei preferito una location più piccola e intima, com'è quella della chiesa Valdese.
Comunque, eccoci qua io e F. in terza fila prontissime per il concerto visto che negli ultimi giorni abbiamo riascoltato un po' della musica della Olsen, in particolare l'ultimo album My woman.
La prima cosa che ci colpisce è che sul palco c'è solo una chitarra e un amplificatore, mentre noi ci aspettavamo la cantante accompagnata da tutta la band. Capiamo dunque che ci aspetta un concerto di tipo intimistico.
Prima della Olsen sale sul palco Suno Deko, un cantautore newyorkese. Qualcuno in altre recensioni lo confronta con Perfume Genius e Ezra Furman, ed effettivamente dal punto di visto dell'estetica e del modo in cui si pone nei confronti del pubblico qualche richiamo c'è. Trovo però la sua musica molto diversa dai due cantanti citati, in particolare da Ezra Furman, che trasmette più energia e propone soluzioni musicali più varie. Al mio orecchio Suno Deko appare un po' monocorde e non mi conquista.
Dopo un po' di attesa, finalmente si presenta sul palco Angel Olsen, che sembra quasi sorpresa dell'applauso spontaneo e caloroso che arriva immediatamente. Angel ha un vestitino colorato e si offre al pubblico in tutta la sua semplicità, con la sua chitarra in braccio.
Inizia con una canzone che a noi non dice nulla. E infatti subito dopo le prime canzoni, quando inizia a chiacchierare amabilmente con il pubblico, Angel ci comunica - ridendo con aria un po' sarcastica e un po' innocente, come farà per tutto il resto del concerto - che se siamo lì per ascoltare le canzoni del suo ultimo album abbiamo sbagliato concerto e non c'è nessun problema se abbandoniamo la sala. Quello che ci proporrà saranno invece canzoni nuove in anteprima e qualche canzone ripescata dal suo repertorio.
Da questo momento in poi la Olsen alterna le sue canzoni (per la scaletta vi rimando alla recensione del Cibicida, perché io non avrei saputo ricostruirla in alcun modo) alle chiacchiere divertite con il pubblico. Sembra che Angel si prenda quasi gioco di noi, ci prenda in giro a più riprese, e devo dire che è abbastanza spiazzante la differenza tra la sua espressione seria e concentrata quando canta e i sorrisi che le aprono il volto quando parla con il pubblico.
A un certo punto ci chiede che cosa ci aspetta dopo il concerto, quali attività piccanti, e ci comunica che per quanto la riguarda andrà a dormire.
E infatti dopo un'ora di concerto, quando il pubblico la richiama per un bis, ci dice che ci farà solo un'altra canzone se per noi va bene perché a questo punto il letto l'aspetta. Questa canzone ce la fa scegliere e una ragazza dal pubblico, che poi sapremo chiamarsi April in quanto lei stessa glielo chiederà per dedicargliela, chiede a gran voce - se non sbaglio - White Fire.
Personalmente avrei forse preferito un concerto in full band e probabilmente anche qualche canzone delle sue più famose eseguite dal vivo; esco dunque dal concerto un po' disorientata e non del tutto soddisfatta.
È stato però comunque interessante e divertente fare la conoscenza di Angel Olsen.
Voto: 3/5
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!