La vita a rovescio / Simona Baldelli. Firenze: Giunti, 2016.
La vita a rovescio di Simona Baldelli è un libro che unisce il fascino dei romanzi storici e quello delle storie vere. Perché la storia di Caterina Vizzani, nata nella Roma del Settecento da padre falegname, e poi vissuta per otto anni travestita da uomo con il nome di Giovanni Bordoni, è una storia vera.
Caterina - come dice lei stessa - è nata a rovescio. Non le piacciono le attività femminili, mentre è molto brava a tenere la contabilità del negozio del padre. Ma in un mondo nel quale alle donne è consentito solo quello che gli uomini decidono per loro, Caterina è destinata presto a scontrarsi con la dura realtà. Quando si innamora - ricambiata - di Margherita, la sua vita va incontro a un rapido rivolgimento e, per sfuggire alle ritorsioni della madre di Margherita, decide di travestirsi da uomo e di fuggire.
A poco a poco l'abbandono degli abiti femminili porta con sé - nella nuova identità di Caterina sotto il nome di Giovanni - la progressiva identificazione con il punto di vista maschile e tutte le "comodità" che la vita da uomo comporta nel mondo settecentesco (e forse in parte ancora oggi).
Giovanni, che si era travestito anche con l'intento di ampliare lo spazio del "mondo a rovescio", man mano che si sente più potente e realizza la scalata sociale dimentica le sue intenzioni iniziali e in qualche modo assimila la visione del mondo dominante. Solo quando la sua nuova vita si sfalda comprende il tranello sociale nel quale è caduto per il solo fatto di vestire abiti maschili e di essere trattato come uomo.
Come l'autrice ci spiega nella nota finale, il romanzo è il risultato di un lavoro d'archivio e la storia di Caterina Vizzani è vera nelle sue linee essenziali, sebbene la scrittrice abbia dovuto inevitabilmente riempire gli "spazi bianchi" della storia con la sua immaginazione, ma restando coerente con il profilo del personaggio come emerge dagli atti.
Il libro è di gradevole lettura, a tratti divertente, molto scrupoloso dal punto di vista della ricostruzione storica, e certamente induce numerose riflessioni sui temi dell'identità di genere, sulla storia del rapporto uomo-donna, sul profondo imprinting psicologico che la società incide negli uomini e nelle donne riguardo al loro posto nel mondo.
È anche un'amara riflessione sul fatto che a volte - senza esserne consapevoli - le stesse donne hanno accettato il posto nel mondo loro imposto dagli uomini e hanno contribuito a perpetuare un ordine delle cose che non ha alcun fondamento naturale e che è invece solo un portato sociale.
Un libro che mi è capitato per le mani per caso e che invece consiglio di leggere a tutte le donne e a tutti gli uomini.
Voto: 4/5
venerdì 6 ottobre 2017
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