Il film dei Manetti Bros. è volutamente una favola un po' buonista, che trasuda un amore viscerale per Napoli e la napoletanità.
Per questo motivo può apparire eccessivamente assolutorio nei confronti non solo della città, ma anche del modo di essere di un popolo che in qualche modo è la causa principale dei suoi problemi, ma anche una straordinaria risorsa per affrontarli.
I Manetti Bros. non ambiscono a un'analisi antropologica e sociologica approfondita, né si propongono di rappresentare nella sua piena drammaticità le problematiche complesse di una realtà estremamente difficile e articolata come è quella napoletana.
La loro è una commedia e come tale non può mancare il lieto fine nel quale le persone brave e oneste non solo vengono premiate dagli eventi, ma si trovano a essere quasi dei buffi eroi dei nostri giorni. D'altro canto, non si tacciono aspetti quali le raccomandazioni, la mancanza di rispetto delle regole, l'ignoranza, la trivialità, l'ignavia che pure sono parte integrante dell'ecosistema napoletano, ma piuttosto che utilizzarle per fare un predicozzo moralistico, la sceneggiatura ne fa oggetto di ironia e benevolmente le ridicolizza.
L'unica realtà napoletana a cui i Manetti Bros. non fanno sconti è la camorra, per la quale non esistono mezzi termini e la cui brutalità viene mostrata in tutta la sua ferocia.
Il film nel suo complesso è altamente godibile, a tratti esilarante. I due personaggi principali, il pianista che diventa poliziotto su raccomandazione Paco Spillo (Francesco Roja) e il cantante neomelodico Lollo Love (Giampaolo Morelli), sono bravissimi e la loro interazione è scoppiettante, soprattutto perché sostenuta da tanti comprimari di eccellenza (da Carlo Buccirosso a Paolo Sassanelli a Peppe Servillo). Il film tradisce qualcosa di televisivo nel suo impianto (forse anche per la scelta del cast), o forse sarebbe meglio dire che omaggia un cinema italiano del passato cui non siamo più abituati.
A livello musicale, il film inizia con un rap napoletano per finire con Lollo Love accompagnato al piano da Paco Spillo che canta Song ' e Napule in perfetto stile neomelodico. Questo genere musicale accompagna l'intero film con le sue riflessioni semplici, a volte semplicistiche, ma in molti casi genuine e vere, sulla vita e il mondo.
La canzone neomelodica in Song ' e Napule è in fondo il simbolo di una città il cui cuore in molti casi compensa le brutture e le difficoltà del quotidiano.
Non sono napoletana e praticamente non conosco Napoli. Però conosco alcuni napoletani e devo dire che, da estranea quale sono, in questo film - che pure non ha pretese - ci ho trovato uno spirito per così dire "verace". Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i miei amici napoletani, a cui vorrei anche chiedere di tradurre alcuni passaggi e di farmi comprendere alcuni elementi di ironia che forse sfuggono almeno in parte a chi napoletano non è.
Voto: 3,5/5
sabato 24 maggio 2014
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