Immaginate una strada buia di un paese del Nord Europa. All'improvviso alcune note di violoncello, cui si aggiunge un violino e un pianoforte. E poi la voce suadente di una donna.
Delle piccole lanterne si accendono illuminando i gesti sapienti di tre donne che fanno risuonare nell'aria le note dei loro strumenti.
L'atmosfera è rarefatta e calda al contempo. La sensazione di trovarsi su un set cinematografico è fortissima. In realtà siamo all'Auditorium Parco della musica e questo è il concerto di Agnes Obel, musicista danese (vedi la coincidenza! Sono appena tornata dalla Danimarca!) che propone uno stile a cavallo tra chamber music e pop music.
A Roma si presenta accompagnata da due splendide musiciste, Charlotte Danhier al violoncello e Mika Posen (dei Timber Timbre) che suona primariamente il violino ma anche le tastiere. Lei è seduta a sinistra del palco, davanti a un grande pianoforte a coda. Tutt'e tre le musiciste possono far conto su grosse pedaliere che usano sapientemente per ottenere effetti su voce e strumenti, ma senza mai forzarne l'uso, per ottenere un risultato al contempo naturale e potente.
Le tre donne sono elegantissime, in abiti da sera, e Agnes Obel - pur nel suo in qualche modo algido aspetto nordico - trasmette grande calore e crea un'atmosfera di grande partecipazione sia quando canta che quando presenta al pubblico le canzoni e le musiciste.
Ci propone gran parte del suo repertorio, in particolare le canzoni del suo ultimo album Aventine, tra cui le splendide Dorian, Aventine (che si dice particolarmente emozionata di suonare a Roma), Chord left, The curse, Words are dead e molte altre.
Quando le tre abbandonano il palco, il pubblico non è ancora sazio e dunque le richiama a gran voce per un primo bis in cui le tre musiciste insieme ci propongono una cover dai Velvet Underground e per un secondo bis in cui la sola Agnes ci offre un pezzo accompagnata solo dalle note del suo pianoforte.
Usciamo dall'Auditorium quasi in punta di piedi, parlando sottovoce, portandoci dentro le atmosfere evocate da questa sorprendente musicista.
Merita una menzione anche l'artista che ha preceduto sul palco la Obel, Melanie De Biasio, che accompagnata da un chitarrista e in un'atmosfera fortemente soffusa ha certamente contribuito a predisporci al meglio a questa serata.
Voto: 4/5
PS. Peccato che questa volta non sono nemmeno riuscita a entrare con la macchina fotografica e quindi nessuna documentazione autoprodotta... :-((
Ma quand'è che l'Auditorium cambierà questa politica relativa alle fotografie?
domenica 18 maggio 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!