venerdì 27 dicembre 2024

La luce della costiera

Ravello
Con S., A. e I. organizziamo quest’anno un weekend lungo nella penisola sorrentina, in un periodo dell’anno di assoluta bassa stagione (metà novembre), pensando sia anche l’unico possibile per visitare questa zona.

Arriviamo a Salerno in treno da Roma il venerdì all’ora di pranzo, e andiamo a prendere la nostra auto a noleggio alla Salernorental. La città ci accoglie con un vento gelido, che per fortuna si calmerà nei giorni successivi.

Dopo una breve colazione, ci dirigiamo subito verso Vietri sul mare, la città delle ceramiche, dove facciamo una passeggiata nel centro semivuoto, e I. compra un cappellino di lana per contrastare il vento.

Vietri sul mare
Da qui in poi il nostro percorso segue la costiera, toccando Cetara, Minori e Ravello.

A Cetara parcheggiamo sul porto, e mangiamo un’ottima pizza al ristorante-pizzeria Marepizza, dopo una piccola passeggiata e un po’ di foto sulla spiaggia cittadina, su cui svetta la torre di Cetara e un cielo nuvoloso molto scenografico.

A Minori, il paese di Sal De Riso, facciamo una bella passeggiata nelle stradine del centro storico, e poi ci fermiamo un pochino sul molo, il tempo di decidere dove dirigerci per chiudere la nostra giornata.

Ravello
Decidiamo di salire a Ravello, e devo dire che non non avremmo potuto fare una scelta migliore. Ravello è bellissima, e la luce del tramonto la valorizza ancora di più. Saliamo su per le scale e percorriamo le vie del centro storico praticamente deserte, fino ad arrivare – grazie al suggerimento di un’amica di I. – a Villa Cimbrone, dove è possibile entrare per una visita dei giardini pagando il biglietto di ingresso. In realtà il sito chiude dopo un’ora, ma noi decidiamo di entrare lo stesso e dirigerci subito, attraverso il grande giardino, alla Terrazza dell’Infinito, un posto magico, meditativo, dove – insieme ai busti che adornano la terrazza – si può godere di una magnifica vista e perdersi nell’azzurro del mare e nei colori del cielo al tramonto. Ritornando sui nostri passi potremo anche ammirare la luna sorgere dietro le montagne, che ci offre un altro spettacolo meraviglioso.

Terrazza dell'Infinito, Ravello
Da Ravello andiamo verso il nostro alloggio, che si trova non lontano da Furore: si tratta di un complesso turistico realizzato sul costone della montagna e direttamente a picco sul mare. In realtà arriviamo che è già buio e dunque non ci rendiamo perfettamente conto del contesto: lo scopriremo in tutto il suo splendore la mattina successiva al risveglio, quando dalle nostre finestre ci affacceremo direttamente sul mare, e potremo ammirare la bellissima luce invernale del mattino intrufolarsi magicamente negli interni.

Per la cena abbiamo prenotato da Baccofurore, dove prendiamo il menu degustazione con qualche variazione e integrazione, più un’ottima bottiglia di vino locale. Tutto squisito, e al termine del pasto scopriamo che ci spettano quattro piatti del buon ricordo, che alla fine devolveremo a S. a beneficio di una sua amica che li colleziona.

Amalfi
Il giorno seguente facciamo un tratto di strada a ritroso per recuperare Amalfi, che abbiamo saltato il giorno prima. Colazione con graffe, babà e cioccolata calda da Pansa, sulla piazza principale. Nonostante il costo, ci alziamo contenti e soddisfatti.

Poi passeggiata nelle strade del centro e visita alla cattedrale di Amalfi, con il suo bellissimo chiostro.

Riprendendo il giro della costiera, ci fermiamo per vedere il fiordo di Furore che sta oltre il nostro alloggio, e poi ci spostiamo verso Positano. Qui, nonostante qualche tentativo, non riusciamo a parcheggiare in paese e dunque proseguiamo oltre fino a una terrazza panoramica da dove possiamo ammirare la cittadina dall’alto godendo del suo incredibile fascino. Fino a che un grande autobus non scarica un gruppone di turisti cinesi che invadono la terrazza, costringendoci ad abbandonarla 😉.

Nei pressi di Positano
A questo punto è ora di pranzo, e scegliamo di andare a Lo stuzzichino a Sant’Agata sui Due Golfi, ristorante molto rinomato e amato dai locali, che A. e I. già conoscevano e che ci vogliono far provare. Ne usciamo estremamente soddisfatte (tra pesce, zuppe, pasta) e intenzionate a tornarci alla prossima occasione.

Dopo pranzo ci allunghiamo verso San Costanzo: si tratta di una chiesetta che sta in cima a un promontorio, a cui si arriva dopo una mezz’oretta di passeggiata dal punto dove è possibile parcheggiare la macchina. Man mano che si sale verso la chiesetta si capisce di trovarsi davvero tra i due golfi e quando si è alla chiesetta, lo sguardo spazia tutto intorno: davanti a noi uno sperone di roccia che si allunga nel mare, davanti al quale c’è l’isola di Capri, di cui si intravedono a sinistra i faraglioni; a destra il golfo di Napoli e le isole di Ischia e Procida, a sinistra il golfo di Salerno. Uno spettacolo davvero incredibile, tra l’altro in una giornata luminosissima e soleggiata.

San Costanzo
Dopo un breve passaggio a Nerano, praticamente deserta e un po’ spettrale perché il sole è già dietro la montagna e il paese è quasi completamente all’ombra, ci spostiamo verso Sorrento, dove abbiamo un appartamento tutto per noi in una zona periferica della cittadina, andando verso Sant’Agnello. In realtà Sorrento è una cittadina piuttosto piccola e dunque anche non soggiornando in centro con una passeggiatina di una decina di minuti ci arriviamo facilmente.

Decidiamo però di andare prima verso punta Marinella a vedere il panorama sul golfo di Napoli e sulla cittadina che si sviluppa su alte scogliere, ma pur apprezzando il fascino delle luci notturne, non riusciamo a cogliere tutti gli elementi del paesaggio e siamo d’accordo che ci torneremo con la luce del giorno.

Golfo di Napoli visto da Sorrento
Ci spostiamo dunque nel centro dove ci affacciamo al vallone dei mulini, camminiamo per le strade del centro storico, ci affacciamo dal balcone della villa comunale, poi – stanchi – cerchiamo un posto dove andare a mangiare. Tra le varie opzioni considerate scegliamo infine Da Bob Cook & Fish, dove mangiamo bene pur senza vette irraggiungibili.

La mattina seguente – domenica – scendiamo per colazione ma tutti i bar sono chiusi. Camminando camminando arriviamo fino a Sant’Agnello dove finalmente troviamo un bar/pasticceria aperto (da Pina) e riusciamo a fare la nostra colazione. Quindi torniamo a punta Marinella, come già avevamo deciso. È una giornata limpida e calda, e la passeggiata è molto bella: questa volta riusciamo anche a godere di una vista sul golfo di Napoli e sul Vesuvio davvero mozzafiato.

Porto di Salerno
A questo punto ripartiamo per Salerno, riconsegniamo la macchina, e facciamo un giro nel centro, pieno di gente che fa shopping. Andiamo a pranzo al Vicolo della neve, suggerito da un’amica, ma direi che non ne rimaniamo particolarmente colpite. Tra l’altro volevamo la pizza, ma a pranzo non la fa e non ci sembra che fosse scritto da nessuna parte. Dopo una passeggiata sul lungomare riprendiamo il treno, e le nostre strade si dividono. 

Io e S. facciamo una sosta a Napoli, per andare a trovare delle amiche e per fare un giretto in centro il lunedì mattina: Pio Monte della Misericordia per vedere Caravaggio, Santa Chiara, e due tentativi falliti di andare a vedere la sacrestia del Vasari e la chiesa di San Giovanni a Carbonara, entrambi chiusi.

Napoli
La nostra gita campana si conclude con un carico di mozzarella di bufala (davvero eccezionale) e altri prodotti del caseificio Petrella che ha un punto vendita nel pieno centro storico della città. Bisognerebbe tornare a Napoli anche solo per quello! Ma in realtà dopo questo piccolo assaggio ci è rimasta la voglia di esplorare la città più ampiamente, quindi contiamo di riorganizzare il più presto possibile.

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