È un periodo di spettacoli teatrali per me e - abbastanza casualmente - anche di prime.
Questa volta si tratta della prima dell'opera scritta da Harold Pinter, Tradimenti, e portata in scena - per la regia di Michele Placido - da Francesco Scianna, Ambra Angiolini e Francesco Biscione.
Siamo nel 1977. Jerry (Francesco Scianna) ed Emma (Ambra Angiolini) non sono più amanti da un paio di anni. Si incontrano in un bar per raccontarsi le loro vite e ricordare i tempi passati.
Da qui incomincia un viaggio a ritroso che, di scena in scena, ci porta fino al 1968, quando - al matrimonio di Roger e Emma - quest'ultima conosce Jerry e i due si innamorano diventando amanti per sette lunghissimi anni, durante i quali molte cose succedono all’interno delle due coppie ufficiali e molte anche tra loro due.
A poco a poco scopriamo così che oggetto di questa pièce non è solo il tradimento di Jerry ed Emma nei confronti dei rispettivi coniugi, bensì "i" tradimenti che a poco si disvelano: quello di Roger nei confronti di Emma, e che lei scopre solo quando la sua storia con Jerry è terminata, e quello probabile della moglie di Jerry che lui etichetta come un corteggiamento di un collega nei confronti della moglie.
Ne emerge la quasi ineluttabilità del tradimento all’interno di vite di coppie che, col tempo, mostrano segni di stanchezza e la generalizzata convinzione di poter tradire, ma di non poter essere traditi.
Il testo è decisamente interessante e, seppure un po’ datato nella sua ambientazione, fortemente attuale nei contenuti e nelle tematiche affrontate.
Devo dire però che l’allestimento non mi ha convinto: non mi è piaciuta la scenografia, ho trovato piuttosto banali le musiche, abbastanza scialba la recitazione degli attori (in qualche modo distante dai loro personaggi, ad eccezione forse di Francesco Biscione), e per ultimo, ma forse alla base di tutto questo, la regia mi è sembrata poco riuscita e un po’ sottotono.
Ma forse è un fatto di gusti, visto che alla mia compagna di teatro lo spettacolo è piaciuto molto e ha apprezzato anche le interpretazioni.
Alla fine esco dal teatro senza entusiasmi, e un po’ me ne dispiace perché forse una messa in scena diversa avrebbe potuto restituire a questo testo la potenza e la forza emotiva che pure da qualche parte mi è sembrato di scorgere.
Voto: 2,5/5
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