L’amore giovane / Ethan Hawke; trad. di Martina Testa. Roma: minimum fax, 2010.
Secondo me, Ethan Hawke è uno dei personaggi più affascinanti dell'attuale mondo dello spettacolo: un attore che è cresciuto in capacità attoriali e fascino, e soprattutto ha dimostrato di essere dotato di numerose altre qualità, non ultima quella della scrittura; un attore che ha saputo fare scelte cinematografiche (e non solo) intelligenti, che gli hanno consentito di ritagliarsi un posto privilegiato nell'immaginario cinematografico di ogni cinefilo che si rispetti.
L'amore giovane è la sua prima prova letteraria, che come ci spiega lo stesso Hawke nella prefazione, è stata scritta quando aveva praticamente la stessa età del protagonista, ossia poco più di vent'anni, spinto a scrivere da un amico quasi come terapia, mentre tentava i primi passi nel mondo della recitazione.
Di quella età - che accomuna scrittore e protagonista - si sente tutta l'intensità e tutta l'acerbità.
Il protagonista, William, incontra in un locale Sarah, un'aspirante musicista e se ne innamora perdutamente. Da lì inizierà una storia appassionata e tormentata, in cui William dovrà sperimentare l'instabilità affettiva di Sarah, o forse semplicemente la non adeguatezza di entrambi a una vera storia di amore, o ancora il fatto che a Sarah lui non piace abbastanza, ovvero il fatto che non è il momento giusto per una storia d'amore tra loro due.
Ne seguirà quella disperazione assoluta e senza via d'uscita che si può vivere anche in altre età della vita, ma che a vent'anni acquista caratteri di drammaticità e di testardaggine, a causa della propria immaturità e scarsa esperienza affettiva.
Quando incontriamo per la prima volta William e Sarah siamo conquistati e rapiti dall'intensità e dalla purezza dell'affezione che si crea tra questi due giovanissimi, che ancora hanno le idee confuse su quello che vogliono essere, su cosa vogliono fare della vita e hanno poche difese rispetto al mondo circostante, sono ancora "senza pelle".
Fin dai primi momenti del loro incontro, a noi che guardiamo dall'esterno è chiaro che questo amore non sopravviverà e porterà molto dolore, nella difficoltà di lasciare e di essere lasciati. Ma comprendiamo anche perfettamente che a 20 anni è difficile sottrarsi a queste esperienze affettive e che in qualche modo esse fanno parte della nostra educazione sentimentale (ammesso che si impari mai a gestire l'essere abbandonati o l'abbandonare!).
Cosicché quando arriviamo alle ultime pagine e incontriamo la rassegnazione di fronte a qualcosa che in ogni caso non potrebbe funzionare, è inevitabile un senso di tristezza e di sconfitta, che certo sappiamo essere tanto più provvisorio - ma anche profondamente lacerante - come solo le cose che avvengono a quell'età della vita possono essere.
Il pensiero corre - fors'anche per il legame determinato da Ethan Hawke - al film di Linklater Prima dell'alba, a quegli amori che avrebbero potuto essere e non sono stati, a quegli appuntamenti col destino che abbiamo mancato. O forse no. E - più in generale - a quanto sono difficili l'amore, il desiderio, l'attrazione, il bisogno degli altri, a qualunque età della vita, al contempo straordinaria iniezione di energia ma anche a volte fonte inesauribile di dolore, sempre occasione insostituibile per sentirsi vivi.
Voto: 3/5
venerdì 18 settembre 2015
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