Per la mia prima volta ad Argot Studio, un piccolo teatro nel cuore di Trastevere che ha una programmazione piuttosto interessante, scelgo questo spettacolo suggerito da un’amica.
Toccando il vuoto è tratto dal testo del drammaturgo scozzese David Greig, portato per la prima volta sui palchi italiani con la regia di Silvio Peroni che ha lavorato sulla traduzione di Monica Capuani.
Lo spettacolo racconta la storia vera di due alpinisti, Joe Simpson e Simon Yates (interpretati rispettivamente da Lodo Guenzi e Giovanni Anzaldo) che, durante un’escursione sulle Ande peruviane, in fase di discesa si trovano in una situazione critica: Joe cade in un dirupo e Simon a un certo punto non può che tagliare la corda.
Il testo di Greig è a sua volta l’adattamento teatrale del libro omonimo (Touching the void) scritto da Joe Simpson, da cui è stato tratto un film di Kevin McDonald che in Italia è stato distribuito con il titolo La morte sospesa.
Tutte queste cose in realtà le realizzo dopo la visione dello spettacolo, a cui arrivo completamente impreparata, tanto che per tutta la sua durata resto convinta che lo sfortunato protagonista, Joe, sia morto nell’incidente, che è quasi certamente l’effetto voluto dal testo di Greig e dalla messinscena di Silvio Peroni.
Quindi, tutto sommato, meno male che non sapevo del libro e non ricordavo di aver visto il film (cosa che mi ha ricordato il giorno dopo la mia amica S.) perché questa mia dimenticanza mi ha consentito di vivere lo spettacolo nel modo giusto, inseguendo le tracce narrative per cercare di capire cosa fosse realmente avvenuto e cosa invece sogno e/o allucinazione.
Rispetto a quanto mi aspettavo leggendo la presentazione, lo spettacolo mi è parso molto meno incentrato sul tema etico – che è ovviamente presente, ma secondo me non così centrale – e molto più sull’approfondimento della psicologia degli alpinisti e dell’insieme di relazioni che ruotano intorno a questa storia.
Gli attori sono tutti molto bravi, con una menzione particolare per Eleonora Giovanardi che interpreta la sorella di Joe e per Matteo Gatta che è il giovane viaggiatore un po’ naif a cui Joe e Simon affidano la custodia del campo base durante la loro escursione.
Interessantissima la messa in scena complessiva che, con una scenografia piuttosto minimale (una struttura in ferro che rappresenta la montagna da scalare e poco altro) e un uso appropriato di luci e suoni, riesce a rendere tutta la complessità di una vicenda che si svolge in parte sulla montagna e in parte nella mente del protagonista.
Sebbene a un certo punto non ne potessi più di questa specie di lotta estenuante per la sopravvivenza che vede protagonista Joe, devo dire che lo spettacolo è molto ben fatto e riesce ad essere molto efficace sia sul piano narrativo sia su quello emotivo.
Voto: 3,5/5
lunedì 17 marzo 2025
Toccando il vuoto / di David Greig. Argot Studio, 21 febbraio 2025
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