Non potevo perdere la visione di almeno un film del festival del cinema romeno in programmazione alla Casa del Cinema nel weekend dell’11 e 12 novembre. La mia scelta – anche dovuta a incastri tra impegni vari – cade su Doppio, opera prima di Catrinel Danaiata.
Il film racconta una fase della vita di George (Bogdan Dumitrache), un architetto molto promettente su cui il suo studio sta investendo molto. George ha un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, ha una storia con Corina (con cui però non si decide ad andare a vivere insieme), e sente brevemente e con svogliatezza i genitori anziani che vivono nel paese di origine.
George è nella fase della vita in cui si saluta definitivamente la spensieratezza giovanile per assumere le responsabilità piene della vita adulta, ma resiste a questa prospettiva. Le serate in discoteca, l’alcol, l’uso di droghe sono il suo modo per sfuggire a un destino che è inevitabile per l’essere umano come effetto del passare del tempo. È in una di queste serate che George incontra Alina (Maria Dinulescu), una ragazza che sembra condividere con lui questo bisogno di leggerezza, nonché una condizione di insoddisfazione e instabilità.
George interpreta questo incontro come l’occasione per rifiutare un futuro già scritto (il lavoro, una famiglia ecc.), ma le responsabilità della vita adulta lo andranno a cercare anche quando lui cercherà di sfuggirgli e lo faranno attraverso la malattia della madre che lo costringe a ritornare a casa.
Il pianto di George è il segno di un’impotenza e di una sconfitta: quella contro il tempo che passa, contro la nostra solitudine, contro il tentativo di rimanere aggrappati al passato, contro il rifiuto delle responsabilità.
Non abbiamo alternative, se non quella di trovare la nostra via al diventare adulti, e questa via non può passare per la ricerca di artificiali paradisi di incoscienza o per una fittizia negazione della realtà perché quando gli occhi si riaprono sul mondo le cose non sono cambiate e ci investono inevitabilmente con la loro forza.
Un film rovinato da sottotitoli in italiano che sembravano essere stati realizzati con Google Translator, che soffre di qualche lentezza e forse di qualche eccesso, ma che nel complesso al passare delle ore ha conquistato un posto e un significato nella mia sensibilità emotiva.
Voto: 3/5
venerdì 24 novembre 2017
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