Tre piani / Eshkol Nevo; trad dall'ebraico di Ofra Bennet e Raffaella Scardi. Vicenza: Neri Pozza, 2017.
La simmetria dei desideri, il romanzo che ha reso celebre Eshkol Nevo, mi era piaciuto molto, sia nei contenuti sia nella scrittura.
Con questa predisposizione positiva ho dunque affrontato anche la lettura di Tre piani, da poco uscito per Neri Pozza. Questo nuovo romanzo si articola in tre storie il cui contenitore comune è la medesima palazzina di un quartiere di Tel Aviv.
La prima storia è ambientata al primo piano ed è quella di Arnon e Ayelet, che hanno due figli, una delle quali, la piccola Ofri, essi affidano di tanto in tanto ai vicini di casa Ruth ed Hermann. Fino a quando un giorno Hermann non sparisce portandosi dietro Ofri e i fantasmi su quello che è potuto succedere non invadono la mente di Arnon.
Al secondo piano vive Hani, che ha due figli ed è sposata con Assaf che però è spesso fuori per lavoro. Un giorno alla sua porta bussa Eviatar, il fratello di Assaf, in fuga dalla polizia a causa di una truffa.
Infine, Dovra è un giudice in pensione che vive al terzo piano, da sola da quando è morto suo marito. Un giorno decide di scendere in strada per partecipare a delle manifestazioni di piazza. Da lì in poi si innescherà una serie di eventi che riguarderanno anche il figlio Arad, di cui i genitori hanno perso le tracce da tempo. Tutto questo Dovra lo racconta al marito lasciandogli dei messaggi in una vecchia segreteria telefonica che ha trovato in casa con la sua voce registrata.
Queste tre storie viaggiano sostanzialmente su binari indipendenti senza praticamente mai intrecciarsi, salvo brevissimi momenti di contatto praticamente fortuito tra gli abitanti della palazzina.
L'idea di fondo è che i tre piani - e le relative storie e personaggi - corrispondano alle tre istanze della personalità secondo Freud, l'Es (il luogo dei contenuti psichici rimossi), l'Io (la parte cosciente) e il Super-Io (l'insieme degli ideali provenienti dall'esterno).
Ma la parte più interessante dal mio punto di vista non è tanto la sottotrama psicanalitica che si può provare a leggere nelle storie di questi personaggi, bensì la capacità di Nevo di conferire a questi personaggi un'umanità potente e sincera, che pagina dopo pagina si infila sotto la pelle e ci racconta qualcosa di noi. Non importa quanto le storie raccontate siano lontane dal nostro vissuto, Nevo riesce comunque a parlare a ciascuno di noi come ogni grande scrittore è in grado di fare.
Certo, poi va detto che La simmetria dei desideri è più appassionante e coinvolgente e forse funziona meglio a livello di struttura narrativa. Qui c'è qualcosa di un po' rigido e meccanico che rende la lettura soddisfacente solo a tratti. Quindi se volete approcciarvi a questo autore fatelo a partire da La simmetria dei desideri.
Però Eshkol Nevo merita sempre una lettura.
Voto: 3/5
mercoledì 19 luglio 2017
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