La generazione / Flavia Biondi. Milano: Bao Publishing, 2015.
Dopo aver letto L’importante è finire mi è caduto l’occhio su un altro graphic novel di Flavia Biondi, La generazione, e, dopo aver letto una breve presentazione, ho pensato che volevo assolutamente leggerlo. E così in un paio di ore di relax di un sabato pomeriggio primaverile ho letto, ho guardato, mi sono emozionata e commossa su queste pagine.
Matteo è un giovane che ha trascorso a Milano gli ultimi tre anni della sua vita, pensando che la lontananza da casa e una scelta dirompente avrebbero messo a tacere le sue domande esistenziali. Ora però, dopo che parte dei suoi progetti sembrano andare in frantumi, è su un treno che lo riporterà nel suo paese natio, a casa della nonna, dove adesso vivono le tre figlie (le sue zie) e la cugina Sara.
In questa casa Matteo vuole nascondersi al mondo: al suo compagno Massimo con cui è in crisi e che è rimasto a Milano, a suo padre con cui ha litigato quando gli ha detto di essere gay, alle zie e alla nonna che appartengono a un passato che si è lasciato indietro, agli amici e alle conoscenze di un tempo con cui non ha niente da dire, alla terra in cui è nato che si è scolorita nella sua mente.
In realtà Matteo si sta nascondendo soprattutto da se stesso, nel tentativo di sfuggire la necessità di trovare il proprio modo di stare nel mondo, di essere una persona intera senza proiettare sul mondo esterno le proprie insoddisfazioni, i propri desideri e i propri limiti.
Partire serve a costruire una distanza che aiuta a guardare meglio, ma il viaggio non è completo senza tornare guardando le cose con occhi nuovi e puliti. È solo quando riconosciamo e accettiamo quello che siamo che il mondo esterno non è più né una minaccia né un’àncora di salvezza, bensì acquista le giuste proporzioni. Solo allora siamo pronti ad accoglierne i limiti, la bellezza, la forza, i significati profondi, così come siamo pronti a comprendere e ad amare i percorsi – essi stessi difficili e faticosi - degli altri, di chi è venuto prima di noi e di chi verrà dopo, a comprendere e fare tesoro degli affetti familiari senza esserne condizionati nella ricerca della propria strada e della propria felicità. Perché “siamo resistenti alle intemperie se conserviamo la memoria”.
Il graphic novel di Flavia Biondi, pur appartenendo a un filone molto esplorato di questa letteratura, ossia le riletture più o meno autobiografiche della propria giovinezza e del proprio rapporto con le origini, lo fa in un modo così delicato ed empatico da risultare commovente e con un approccio così profondo e universale da risultare in qualche modo originale.
A tutti coloro che hanno fatto un viaggio – fisico o interiore – che li ha portati lontani e da cui sono poi ritornati, a tutti quelli che sono nati una seconda volta portando con sé la memoria della loro vita precedente, La generazione strapperà una lacrima e scalderà il cuore.
Voto: 4/5
martedì 31 maggio 2016
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