L'energia della vergogna / Fazil' Iskander; prefazione di Moni Ovadia; trad. di Emanuela Guercetti. Firenze: Salani, 2013.
Leggere L'energia della vergogna di Fazil' Iskander è uno di quei casi in cui si avverte profondamente la distanza cronologica e soprattutto culturale rispetto al mondo narrato dall'autore, ma al contempo si riconoscono i sentimenti universali di un bambino che deve fare i conti con le piccole e grandi sfide quotidiane nel non facile percorso di avvicinamento all'età adulta.
In questa fase complessa della vita, il piccolo protagonista di questo romanzo ha un rapporto ambivalente con la vergogna, sentimento che più di altri lo mette in difficoltà e al contempo lo rende arguto nel cercare soluzioni e vie di uscita, producendo effetti talvolta di grande ironia se non addirittura esilaranti.
Ed è la lente un po' particolare di questo giovanissimo protagonista che filtra il clima del periodo precedente la seconda guerra mondiale in una periferia (l'Abcasia, una regione affacciata sul mar Nero) della Russia staliniana.
Così, situazioni ed episodi che si fanno via via più drammatici vengono in qualche modo riletti dall'interno dell'orizzonte ristretto del cortile nel quale abita il protagonista e - pur rivelando la loro portata - vengono trattati come fatti quasi privati, anche perché il tono della scrittura è colloquiale, pieno di digressioni, di intermezzi e di racconti di piccole esperienze.
Alla fine ci si ritrova a pensare che si sia trattato di una lettura leggera, nonostante la portata dei temi affrontati. E forse sta proprio qui la forza di Iskander.
Voto: 3/5
mercoledì 6 maggio 2015
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