Un weekend milanese mi regala la possibilità di vedere in extremis questa mostra fotografica dedicata a Walter Bonatti.
Ci arrivo senza sapere praticamente nulla di questo personaggio. Scopro solo lì che Bonatti era sostanzialmente un amante dell’avventura, dell’esplorazione e della scoperta.
La sua storia comincia con le imprese alpinistiche degli anni Cinquanta e Sessanta, alcune delle quali anche molto controverse (come la scalata del K2 e quella del Pilone centrale), e prosegue come reporter ed esploratore per conto del settimanale “Epoca” negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta.
Le foto in mostra al Palazzo della Ragione di Milano sono quelle che risalgono agli anni dei reportage realizzati in giro per il mondo, sebbene nella primissima sala ci venga raccontata – anche attraverso degli oggetti e dei video – la sua carriera di alpinista.
Le foto sono state scattate ad ogni angolo del pianeta, di solito nei luoghi più sperduti e inaccessibili, quelli che Bonatti in assoluto preferiva. Per questo si tratta – come dice il titolo della mostra – di fotografie dai grandi spazi. Alcune sono veramente spettacolari e lasciano a bocca aperta non solo e non tanto per la bellezza di certi luoghi della terra, ma anche per il coraggio che ha portato quest’uomo a sfidare il rischio, il pericolo e persino la morte in nome del piacere della scoperta e dell’avventura.
La particolarità di queste foto consiste nel fatto che nella maggior parte dei casi in esse compare lo stesso Bonatti, cosa che può risultare curiosa se si considera che la maggior parte dei suoi viaggi fu svolta in solitaria. Dopo visto un certo numero di fotografie incredibili, un cartello ci spiega che – a parte pochi casi nei quali furono coinvolte nell’atto del fotografare persone che Bonatti incontrava – nella maggior parte delle circostanze si trattava di autoscatti che il fotografo realizzava anche a una grande distanza grazie a un complesso sistema di telecomandi con e senza fili che lui stesso aveva progettato.
Bello anche l’angolo dedicato ai fumetti realizzati a partire dalle avventure e dalle fotografie di Bonatti, in cui un paio di video animano le strisce disegnate con protagonista Bonatti rendendo i suoi viaggi veri e propri racconti d’avventura, al pari di quelli di Tex Willer.
La sensazione di essere venuti a contatto con un personaggio davvero singolare, un po' narcisista forse, ma certamente inimmaginabile al di fuori del suo tempo e di una cultura che in qualche modo spingeva ad infrangere le regole e a esplorare se stessi e il mondo, è particolarmente forte al termine della mostra.
Ma – pur in una temperie socio-culturale forse distante da quella di Bonatti – riconosciamo in lui un carattere immanente della specie umana, il desiderio della scoperta e la volontà di confrontarsi e di superare i propri limiti, nonché quella aspirazione alla libertà che solo la grandezza della natura incontaminata può trasmettere.
Davvero suggestiva ed evocativa.
Voto: 3,5/5
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!