giovedì 9 ottobre 2025

Mia diletta / Marieke Lucas Rijneveld

Mia diletta / Marieke Lucas Rijneveld; trad. di Marco Cavallo. Roma: Nutrimenti, 2022.

Di Marieke Lucas Rikneveld avevo già letto Il disagio della sera e ne ero uscita scombussolata ma anche affascinata dalla capacità dellə scrittorə di raccontare situazioni, sentimenti ed emozioni così forti e talvolta disturbanti in modo poetico e al contempo vero, facendo emergere tutta la violenza dell'infanzia a fronte dello stereotipo buonista e zuccheroso a cui siamo abituati.

Con Mia diletta restiamo nello stesso contesto, quello della campagna olandese, divisa tra la cura degli animali da allevamento e il bigottismo profondo.

Protagonisti sono un uomo di mezza età, veterinario in una di queste comunità, e una ragazzina di 14 anni.

Il primo è sposato e ha dei figli, ma si porta dentro i traumi dell'infanzia vissuta con una madre abusante ed è cresciuto con l'innominabile e inammissibile passione per le bambine.

L'altra vive con il padre e un fratello più grande, dopo che un altro fratello è morto in un incidente stradale, falciato da un pirata della strada che è fuggito senza prestare soccorso, e la madre - vinta dal dolore - è andata via non si sa dove.

L'uomo sviluppa un'insana passione per questa ragazzina che si porta dietro enormi sensi di colpa e un vuoto incolmabile e che, tanto più a causa della sua fragilità e del senso di abbandono affettivo, viene completamente avviluppata in questa dinamica malata.

Forse non ricordavo perfettamente la sensazione provata leggendo il romanzo precedente, ma quando ho iniziato la lettura di Mia diletta sono stata letteralmente fagocitata nel flusso di coscienza del protagonista, una lingua senza quasi punteggiatura in cui si mescolano eventi, sogni, ricordi, allucinazioni, racconti.

La lettura si fa, pagina dopo pagina, sempre più faticosa emotivamente, una specie di discesa agli inferi da cui è impossibile chiamarsi fuori, e di cui non riusciamo a non subire in qualche modo il fascino e di cui sentiamo la poesia mossa dalla pietas.

Per tutto il tempo in cui ho letto Mia diletta ho continuato a fare incubi notturni, non direttamente correlati con la storia, ma certamente suscitati da emozioni rimestate dal romanzo. Devo ammettere che ho tirato un sospiro di sollievo quando sono arrivata all'ultima pagina perché le emozioni si facevano sempre più violente e insostenibili.

Ma non sono mai riuscita a decidere di abbandonare la lettura perché Marieke Rijneveld ha il potere, attraverso la sua scrittura, di attirarti a sé e di non mollare mai la presa.

Un secondo romanzo potentissimo, non adatto a moralisti e deboli di spirito, che ci costringe ancora una volta a fare i conti con le semplificazioni che spesso scegliamo per non affrontare la complessità e tutta la gamma che contiene e che va dell'orrore più indicibile alla poesia più pura.

Voto: 4/5

2 commenti:

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