Conosco il fenomeno Liberato a seguito di alcune puntate del podcast di Matteo Bordone, ma - pur essendomi incuriosita al cantante napoletano incappucciato - non ho mai ascoltato per intero i suoi dischi né mai sono andata a un suo concerto. Nel frattempo i miei amici A. e I. sono andati a sentire il suo concerto a Napoli nel 2023 e me ne hanno parlato bene, per cui proprio a loro ho proposto di andare a vedere insieme il film Il segreto di Liberato uscito al cinema il 9 maggio (che ho scoperto essere una data centrale nella vita del cantante).
Per i pochi che non dovessero saperlo, Liberato è un cantante napoletano di cui non si conosce l'identità, dal momento che ai concerti si presenta sempre incappucciato e mascherato, e il cui stile musicale (banalizzando, una contaminazione tra musica napoletana ed elettronica) ha conquistato nel tempo tutti, dalla critica agli ascoltatori.
Ed eccoci dunque al film documentario su di lui, realizzato da Francesco Lettieri, già autore dei videoclip di sue canzoni, nonché di quelli di molti altri cantanti della scena indie italiana (tra tutti Calcutta). Il film si presenta come un mix - ben riuscito - di approcci e di linguaggi: l'infanzia e la prima giovinezza di Liberato sono raccontati attraverso l'animazione disegnata dal grande Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, che trasforma questa parte del racconto in qualcosa che potremmo definire Miyazaki-style, il presente e il passato prossimo di Liberato vengono invece raccontati primariamente attraverso le interviste al suo entourage e alle persone che nel tempo hanno collaborato con lui a vario titolo; non mancano poi le immagini dei concerti e il relativo dietro le quinte. In filigrana vediamo poi sempre il rapporto di Liberato con la città di Napoli e il suo amore sconfinato per il Napoli calcio.
Il risultato è un film piuttosto originale che racconta una storia molto interessante e visivamente molto bella, che non è detto che ci riveli niente del "segreto" di Liberato. Sicuramente però getta luce sul modo peculiare con cui il cantante interpreta il suo progetto musicale, circondato da un gruppo di persone che appaiono completamente estranee all'idea che potremmo avere del mondo che ruota intorno a un musicista capace di riempire gli stadi, persone in qualche modo fuori dagli schemi del mainstream e che si sintetizzano nella dichiarazione finale dello stesso Liberato "Io guardo 'o mare, faccio ammore, me piace 'o Napule, sto' ch'e cumpagne mie, faccio 'a musica".
Per il resto, in merito alla storia raccontata e agli indizi che sembra offrirci per svelare il segreto di Liberato (il nonno direttore di una piccola orchestra nella zona di Materdei, il liceo Genovesi, l'amore per i Daft Punk e per Pino Daniele, l'esperienza a Londra, la storia con la mangaka che gli ha spezzato il cuore e a cui sarebbero legati sia la data del 9 maggio che il simbolo della rosa), si potrebbe trattare di indizi reali, ma anche dell'ennesima operazione di costruzione del personaggio di Liberato, aggiungendo elementi alla narrazione e fornendo materia di dibattito ai suoi fan e ai media.
Anche se così fosse, ciò nulla toglie alla qualità e al valore del film, e nemmeno al senso di un fenomeno musicale che merita tutta l'attenzione che ha ricevuto.
Voto: 3,5/5
mercoledì 29 maggio 2024
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