La ferrovia sotterranea / Colson Whitehead; trad. di Martina Testa. Roma: SUR, 2017.
Il romanzo di Colson Whitehead è la storia delle peripezie della schiava Cora per conquistare la libertà. Cora nasce nella tenuta dei Randall, dove molti anni prima è arrivata dall'Africa, in catene, la nonna, venduta sul mercato degli schiavi e destinata a coltivare le piantagioni del Sud dell'America. La madre di Cora, Mabel, è fuggita dalla piantagione quando la bambina era ancora piccola e nessuno l'ha più ritrovata.
Cora invece non ha mai pensato di fuggire; si accontenta di coltivare un piccolissimo pezzo di terra che nonna e madre le hanno lasciato in eredità, e cerca di sopravvivere come può alle angherie che subisce nella piantagione, insieme agli altri schiavi.
Un giorno, però, Caesar le propone di fuggire e Cora, che inizialmente non ne ha la minima intenzione, presto cambia idea e decide di tentare questa fuga verso la libertà. Dopo aver attraversato la palude, superata la notte, Cora e i suoi compagni di viaggio devono affrontare le prime difficoltà e, di fronte al rischio di essere catturati da un gruppo di cacciatori di schiavi, Cora uccide un adolescente e, nella nuova condizione di assassina fuggitiva, i rischi legati a una sua cattura si moltiplicano.
Grazie alla ferrovia sotterranea, un sistema di collegamento realizzato dagli abolizionisti, Cora e Caesar raggiungono prima la Carolina del Sud, dove si fermano a vivere per un periodo. Poi, inseguiti dal cacciatore Ridgeway, Caesar viene catturato e ucciso e Cora continua da sola la sua fuga prima in Carolina del Nord, dove viene catturata. Riesce nuovamente a fuggire, grazie all'intervento di alcuni schiavi fuggitivi in Tennessee, e qui vive una fattoria dove i neri hanno la possibilità di coltivare la propria terra e di vivere liberi. Ma anche qui arriva Ridgeway e Cora dovrà fuggire ancora sfruttando ancora una volta un ramo apparentemente morto della ferrovia sotterranea.
Il libro di Colson Whitehead, che mi ha ricordato a tratti il film 12 anni schiavo di Steve McQueen, è una specie di manifesto della storia - neanche tanto passata - dei neri in America, delle indicibili sofferenze che hanno dovuto subire, della condizione di schiavitù nella quale hanno dovuto vivere, dei mille soprusi che hanno ricevuto all'interno di un sistema politico-economico-sociale che si basava sulla presunta inferiorità dei neri e sul loro sfruttamento, condizione considerata normale dalla maggioranza della popolazione bianca. L'invenzione della "ferrovia sotterranea" che Whitehead introduce nel libro fa riferimento alla rete degli abolizionisti che nei diversi stati del Paese mettevano a rischio la propria vita per consentire agli schiavi di fuggire e di trovare una vita libera e dignitosa altrove.
La storia di Cora è narrata in terza persona con un linguaggio molto piano e scorrevole, certamente voluto dal suo autore per far arrivare la sua storia dritta al cuore del lettore. La lettura di questo romanzo certamente rappresenta una tappa obbligata per chi vuole comprendere l'insanabile frattura tra bianchi e neri che ancora oggi infiamma la società americana (e non solo) e contrappone queste due anime della nazione.
Quello che i neri hanno subito per lunghi decenni a opera dei bianchi, a seguito delle deportazioni dei loro antenati dall'Africa, è una ferita mai del tutto rimarginata, che si infetta e suppura ogni qualvolta si manifestano segnali di intolleranza e forme più o meno conclamate di razzismo.
Essere stati trattati come delle bestie - se non peggio - e ritrovarsi ancora oggi, pur avendo contribuito in maniera determinante e spesso con il proprio sangue al progresso e alla ricchezza della nazione, a subire forme di discriminazione non può che gridare vendetta. La ferita dell'enorme ingiustizia subito alimenta il fuoco della rivolta che cova costantemente sotto la cenere di un'apparentemente pacifica convivenza civile, ed è certamente uno delle micce più pericolose che attraversano la già molto tesa realtà americana.
Una lettura che ci riporta nel passato per farci capire meglio il presente.
Voto: 3,5/5
lunedì 16 marzo 2020
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