Esercizi di fiducia / Susan Choi; trad. di Isabella Zani. Roma: Edizioni SUR, 2021.
Siamo alla CAPA, una scuola di performing arts di una cittadina americana, dove un gruppo di allievi più o meno sedicenni trascorre le proprie giornate tra lezioni, colloqui con i professori, ma anche amicizie, amori e sogni.
La protagonista della narrazione è Sarah, la quale ha una storia con David, che - come tutte le storie adolescenziali - si consuma tra avvicinamenti e allontanamenti, dubbi e certezze, intromissioni e reinterpretazioni. Intorno a loro altri giovani come loro dapprincipio in parte anonimi, ma che poi vengono rivelati durante la narrazione grazie a specifici episodi. Su tutti aleggia la figura del professor Kingsley, un personaggio fortemente carismatico ma anche piuttosto ambiguo.
La già poco tranquilla routine della classe viene resa ulteriormente più complessa dall'arrivo di un gruppo di studenti inglesi e dei loro insegnanti che dovrà mettere in scena uno spettacolo teatrale, destinato a far molto discutere e a cambiare profondamente equilibri e rapporti.
Questa però è solo la prima parte del libro di Susan Choi. Seguono infatti due ulteriori segmenti narrativi: nel secondo la narratrice è Karen, una delle ragazze della CAPA nonché amica di Sarah, ora adulta che ci dà la sua lettura degli eventi narrati nella prima parte; nel terzo - il più breve - la protagonista è un'altra giovane donna la cui identità comprenderemo solo andando avanti nella lettura.
Non è possibile dire nulla di più della trama di Esercizi di fiducia senza rischiare di svelare il gioco narrativo della scrittrice rovinando in parte la sorpresa della lettura.
Quello che invece posso sicuramente dire è che ho arrancato nella lettura, soprattutto della prima parte. Un sentimento di estraneità e la cerebralità di alcune porzioni narrative mi hanno fatto pensare più volte di abbandonare.
Poi con l'inizio della seconda parte la lettura è diventata più fluida e io ho acquisito una maggiore fiducia nella narrazione, convincendomi ad andare fino in fondo. Non posso dire che la mia fiducia sia stata ben riposta, perché dopo aver voltato l'ultima pagina il senso di insoddisfazione non era stato superato e mi rimanevano molti interrogativi, di cui uno su tutti: cosa ci voleva dire la scrittrice?
E così ho cominciato a pensare che il titolo del libro Esercizi di fiducia non fa solo riferimento agli esercizi che il professor Kingsley fa fare ai suoi allievi di teatro, ma sono anche quelli che il lettore fa nei confronti di qualunque scrittore quando decide di leggere un testo. Il libro della Choi in fondo è una riflessione sul rapporto tra narrazione e realtà, e in particolare tra scrittore e lettore, ovvero tra narratore e ascoltatore, che è sempre un rapporto di fiducia, visto che la narrazione è sempre un'interpretazione della realtà e tutte le volte che non siamo testimoni oculari di una vicenda e dunque non abbiamo una nostra prospettiva narrativa dobbiamo decidere a chi e cosa credere di ciò che ci viene raccontato.
Alla fine - com'è tipico mio - ci ho trovato anche uno spunto di riflessione per me interessante, però personalmente non è una lettura che consiglierei con slancio.
Voto: 2,5/5
martedì 11 maggio 2021
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