martedì 14 gennaio 2025

Hors-saison = Le occasioni dell’amore

L'ultima sera prima delle mie ferie natalizie vado un'ultima volta al cinema, approfittando della proiezione del film di Stéphane Brizé al Nuovo Sacher alla presenza del regista e di Alba Rorhwacher, protagonista insieme a Guillaume Canet.

Brizé l'avevo scoperto qualche anno fa con il film Un altro mondo, terzo di una trilogia dedicata al mondo del lavoro e agli effetti perversi del capitalismo e del neoliberismo.

Quel film mi era piaciuto molto ed ero dunque curiosa di vedere questo nuovo lavoro, in cui il regista pare spostarsi su un piano completamente diverso, quello della commedia romantica.

In realtà è soprattutto il titolo italiano, Le occasioni dell'amore, a farcelo pensare, mentre già il titolo originale, Hors saison, mi pare più complesso e meno facilmente interpretabile.

Siamo in Bretagna. Laurent (Guillaume Canet) arriva in un grande albergo a forma di nave per una settimana di talassoterapia fuori stagione, e dunque nel periodo dell'anno in cui in albergo ci sono solo persone anziane e le strade del paese sono quasi deserte, mentre pioggia e vento popolano le giornate. Laurent è un attore piuttosto famoso che a poche settimane dalla prima dello spettacolo in cui farebbe il suo debutto a teatro si è ritirato, per paura di non essere all'altezza e di fare una figuraccia. Questa decisione lo ha mandato in crisi innescando uno stato di malinconia ai limiti della depressione.

Mentre è in questo paese a piangersi addosso gli arriva un messaggio di Alice (Alba Rorhwacher), la ragazza con cui stava 15 anni prima e che aveva lasciato quando la sua carriera stava decollando.

I due si incontrano, misurando il tempo che è passato e le scelte che ognuno di loro ha fatto consapevolmente o inconsapevolmente.

L'incontro con Laurent sarà per Alice l'occasione di fare i conti con la sua vita, di mettere in discussione le proprie scelte ma anche di riabbracciarle in maniera più risolta. Laurent invece avrà l'opportunità grazie ad Alice di sentirsi ascoltato e accolto, di smettere di piangersi addosso e provare a essere sincero con sé stesso e con gli altri.

Come ci dice il regista Brizé, dopo tanti film incentrati sulla disillusione e sulla delusione, qualcosa lo ha spinto a fare un film di ricostruzione, perché Laurent e Alice, in un momento che per entrambi è di crisi esistenziale e personale, in un certo senso si riparano reciprocamente grazie a questi pochi giorni di condivisione profonda.

Il film di Brizé è intriso di una densissima malinconia, accentuata inevitabilmente dalla location in una località balneare filmata nel periodo invernale e dal forte potenziale malinconico, ma al contempo esso è pieno del fascino dei due protagonisti, nonché attraversato dalla speranza e dalla possibilità effettiva che la vita offra nuove occasioni o nuove riletture del presente.

Ironia e malinconia, tristezza e gioia convivono in questo film esattamente come nella vita e ci arrivano pienamente grazie al perfetto equilibrio tra ambientazione, sceneggiatura e bravura degli attori.

Una storia che avrebbe potuto essere banale nella sua semplicità diventa un racconto intimo e ricco di sorprese.

Voto: 3,5/5


2 commenti:

  1. L'ho trovato abbastanza "carino", sempre in bilico tra humour e malinconia, però devo essere sincero: Brizè lo preferisco di gran lunga quando fa film politico-sociali. Regista di lusso, comunque.

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    1. Sicuramente dà il meglio nei film a carattere politico-sociale. Per come l'ha raccontato lui questo è un modo di tornare ai suoi luoghi e al suo mondo interiore lasciando una porticina aperta alla speranza, dopo tanti film di grande pessimismo sociale.

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