mercoledì 29 gennaio 2025

La casa del mago / Emanuele Trevi

La casa del mago / Emanuele Trevi. Milano: Salani, Ponte alle Grazie, 2023.

E niente, confermo - dopo quanto già avevo sperimentato con la lettura di Due vite - che io sono conquistata dal modo di scrivere di Emanuele Trevi. In questo caso, ho letteralmente divorato il libro nel tutto sommato breve spazio del viaggio di ritorno in treno da una vacanza.

La casa del mago è un memoir, un racconto autobiografico e biografico, che è primariamente incentrato sulla figura del padre di Emanuele, lo psicanalista junghiano Mario Trevi, e la scrittura segue alla sua morte e alla decisione di Emanuele di trasferirsi a vivere nella sua casa, dopo fallimentari tentativi di venderla.

La figura di quest'uomo comincia a delinearsi fin dalle primissime pagine, che lo scrittore dedica ai ricordi d'infanzia e alla sintomatica espressione utilizzata da sua madre ogni qualvolta si apriva una qualche discussione sul padre: "Lo sai com'è fatto".

Da qui in poi si squaderna davanti ai nostri occhi la personalità di un uomo che - come dice lo scrittore - viveva parti significative della vita nel retrobottega della sua mente, quindi avulso dalla realtà circostante e in parte incomprensibile.

Per questo Emanuele va alla ricerca non solo dei suoi ricordi, ma anche degli indizi lasciati dal padre nella casa in cui ha vissuto che lo aiutino a gettare luce su un uomo che oscillava tra una continua analisi di sé e dei fatti della sua vita (testimoniata dagli appunti ritrovati dal figlio) e la ricerca di spazi quasi meditativi (per esempio attraverso i numerosi disegni, una specie di mandala, uno dei quali illustra la copertina del libro).

A questa indagine che punta a tratteggiare le caratteristiche di quest'uomo, anche e soprattutto al di là del suo ruolo di padre, si mescola il racconto delle esperienze dello stesso Emanuele nella casa che fu di Mario (il mistero della visitatrice, la donna delle pulizie peruviana, la prostituta amica di quest'ultima e poi amante dello stesso Emanuele), nonché storie parallele e laterali, come quella dello psicanalista Ernst Bernhard, con cui il padre di Trevi era entrato in contatto e che era stato il terapeuta di importanti scrittrici e scrittori italiani negli anni Sessanta, o quella della donna di cui Jung parla nel volume Simboli della trasformazione. Analisi dei prodromi di un caso di schizofrenia, che Trevi trova vicino alla scrivania del padre, pieno di annotazioni.

Tutto questo si inserisce dentro una riflessione sulla vita e sulla morte, sul senso dell'esistenza e sull'eredità che lasciamo, e dentro il punto di vista di Trevi personalmente non faccio fatica ad accomodarmi e a sentirmi a mio agio.

La lettura dei libri di Trevi è per me sempre un viaggio dalle mille suggestioni, che mi apre curiosità e mi stimola riflessioni. E direi che non è poco.

Voto: 3,5/5

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