lunedì 15 dicembre 2025

100 litri di birra

Dopo aver visto quasi per caso alla festa del cinema del 2023 il film di Teemu Nikki Death is a problem only for the living, avevo puntato in sala questo suo film del 2024, 100 litri di birra, che ha avuto certamente una maggiore distribuzione. Ma a suo tempo l’avevo perso.

E così approfittando del Festival del cinema nordico che si tiene quest’anno all’Azzurro Scipioni colgo l’occasione sia per prendere contatto con un cinema di cui ho sempre sentito parlare ma dove ancora non sono mai stata, sia per recuperare questo film, e per di più gratis e in lingua originale.

Peccato che quando la pellicola parte si capisce che il film non è in lingua originale, ma doppiato; la delusione è grande, e c’è addirittura qualcuno in sala che si alza e se ne va. Io, nonostante l’immane delusione e il fastidio di sentire parlare gli attori con queste voci italiane fin troppo standard, decido di rimanere e di provare comunque a godermi il film.

La storia è quella di due sorelle, Taina (Pirjo Lonka) e Pirkko (Elina Knihtilä), che vivono in un paesino della Finlandia, in una casa piuttosto isolata, dove producono il sathi (una specie di birra finlandese, non frizzante e aromatizzata al ginepro), la cui ricetta e attrezzatura gli sono state tramandate dal padre, per anni premiato per il miglior sathi.

Il fatto è che Taina e Pirkko sono anche due alcoliste, e il sathi che producono oltre a venderlo lo bevono anche in copiose quantità. Quando la terza sorella, che ha perso una gamba in un incidente, torna da Helsinki con il suo nuovo fidanzato con cui sta per sposarsi e chiede a Taina e Pirkko di mettere a disposizione 100 litri di sathi per la festa di matrimonio, quella che poteva essere una tranquilla occasione di festa familiare e cittadina si trasforma in un dramma grottesco e sopra le righe.

Lo stile di Teemu Nikki è riconoscibilissimo, così come i suoi temi e la sua poetica: come nel film precedente, anche in questo caso le protagoniste sono due perdenti cui il regista guarda con compassione, perché dietro le loro vite “fallimentari” c’è la solitudine, il senso di colpa, la mancanza di affetto, e perché dietro un’apparenza così ruvida ci sono sempre nodi irrisolti.

Si ride e ancora una volta si pensa a questi buffi finlandesi, che a me ogni volta davvero sembrano catapultati sulla terra da un altro pianeta. E forse è davvero così.

Voto: 3/5


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