lunedì 12 febbraio 2024

Viaggio in Giappone

E dire che ho inseguito questo film a più riprese, assolutamente desiderosa di vederlo, anche in vista di un futuro mio viaggio in Giappone! Poi però quando finalmente sono riuscita a vederlo è arrivata una sostanziale delusione.

La storia è molto minimale. Sidonie Perceval (Isabelle Huppert) è una scrittrice di successo in partenza, controvoglia, per il Giappone dove l'editore che ha curato la riedizione di un suo romanzo ha organizzato una serie di presentazioni. La riluttanza della donna deriva dal fatto che da poco ha perso l'amato marito ed è ancora in piena fase di elaborazione del lutto. All'arrivo in Giappone troverà ad attenderla Kenzo Mizugochi (Tsuyoshi Ihara), il suo editore in persona, che prenderà personalmente in carico Sidonie accompagnandola in questi giri promozionali che li porteranno in vari luoghi del Giappone, tra cui Kyoto e Naoshima.

Durante questo tempo, Sidonie dovrà fare i conti da un lato con il fantasma del marito, che non riesce a lasciar andare, e dall'altro con le difficoltà di adattamento a una cultura molto diversa e per lei molto difficile da comprendere. Entrambi questi nodi si scioglieranno a poco a poco attraverso la relazione con Kenzo, relazione prima imbarazzata e rigida, poi sempre più personale e intima.

L'idea della regista Elise Girard (che non conoscevo) di associare un viaggio fisico a un viaggio interiore non è certamente nuova, sebbene in questo caso la distanza non sia solo spaziale ma ancora di più culturale.

Ma non è certamente la non originalità della tematica a lasciarmi perplessa, bensì la modalità della narrazione e il senso complessivo del racconto. Ho trovato il film lento e piuttosto artificioso (in particolare le scene con il fantasma del marito di Sidonie, e la scena del bacio sotto i ciliegi in fiore), e ho fatto molta fatica a empatizzare con i due protagonisti (sebbene abbia trovato molto delicato il personaggio dell'editore). Il progressivo riaprirsi alla vita della donna attraverso il contatto con Kenzo e il Giappone è un processo che ho fatto fatica a seguire, trovandolo in qualche modo semplicistico e un pochino banale.

Mi ha un po' destabilizzata anche il registro che oscilla tra il drammatico, l'ironico e il poetico, senza che questi diversi approcci si integrino del tutto.

Ma forse sono io che ormai sono un cuore di pietra e per questo non sono riuscita ad apprezzare a pieno il film.

Voto: 2,5/5


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