Ladies Football Club / Stefano Massini. Milano: Mondadori, 2019.
Stefano Massini l’ho scoperto relativamente tardi e a teatro, prima indirettamente attraverso i testi da lui scritti e da qualcun altro portati in scena (vedi 7 minuti, ovvero L’odore assordante del bianco, o ancora L’ora di ricevimento), e poi direttamente grazie allo spettacolo Magari ci fosse una parola per dirlo, ispirato a parti del suo libro Dizionario inesistente, in cui Massini mette in campo non solo la sua scrittura evocativa ma anche il suo straordinario talento come raccontastorie.
Dopo quest’ultima esperienza ho deciso che forse poteva aver senso anche leggere qualcuno dei suoi numerosi libri, e il primo su cui è caduta la mia scelta è stato Ladies Football Club, la storia della prima squadra di calcio femminile, nata a Sheffield su iniziativa di un gruppo di operaie durante la Prima guerra mondiale.
In realtà, non si tratta di un romanzo, forse potremmo definirlo un racconto breve (si legge in meno di due ore) e lo stile è tale che sembra pensato per essere recitato/raccontato piuttosto che letto. Quindi caso ha voluto che il primo libro di Massini da me letto mi abbia riportato direttamente al mondo del teatro in cui l’ho conosciuto.
Che dire di Ladies Football Club? Un po’ quello che si può dire di molti altri testi di Massini, ossia che non è mai chiaro nelle sue storie cosa c’è di realtà e cosa di fantasia per quanto appaiono incredibili, salvo poi scoprire che i contenuti storici sono molto maggiori di quelli che immaginiamo ed è solo lo stile narrativo dello scrittore a conferire a questa materia un carattere quasi favolistico.
Così accade nel caso della storia di queste undici operaie che un giorno un po’ per caso si trovano a dare calci a una palla, che poi si rivela essere una bomba, e che decidono di mettere su una squadra utilizzando delle divise nere fatte con le stoffe utilizzate per avvolgere i cadaveri su cui spicca la scritta gialla LFC, che loro traducono appunto in Ladies Football Club.
Da qui in poi le avventure di queste undici strambe donne si fanno sempre più incredibili e in parte esilaranti in un crescendo che culmina nell’ultimo match ch’esse giocano dopo la fine della guerra contro una vera squadra maschile.
La lettura è gradevole, ma mai stupida (e c’è anche una riflessione leggera ma non banale sul ruolo delle donne in una società maschilista e sulla specificità del loro modo di essere). A me il libro ha risollevato un viaggio in treno seguito a un weekend emotivamente difficile. E non è poco.
Voto: 3/5
Massini mi è sempre piaciuto, lo vedo ogni settimana a "Piazzapulita" su La7, dove ha uno spazio piccolo ma significativo. Quest'estate sono andato a vederlo a teatro con il suo spettacolo "L'alfabeto delle emozioni", e lui emoziona davvero. Grande intrattenitore e cantastorie, un po' come Federico Buffa per lo sport.
RispondiEliminaIntrattenitore e cantastorie. Bellissima definizione. Grazie Kevin!
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