mercoledì 11 novembre 2020

Off-season / James Sturm

Off-season / James Sturm. Montreal: Drawn & Quarterly, 2019.

Il nome del fumettista James Sturm era per me sconosciuto prima di avere tra le mani questo graphic novel che mi è stato portato in regalo da Londra e che dunque ho letto in lingua originale, anche perché – come ho verificato – non è stato (ancora?) tradotto in italiano.

In realtà ho scoperto con questa lettura che Sturm è il co-fondatore del Center for Cartoon Studies in Vermont, ha pubblicato numerosi albi tradotti in tutto il mondo (alcuni titoli sono stati distribuiti anche in Italia, in particolare da Coconino Press), e collabora con testate quali il New York Times e New Yorker.

In Off-season, con un formato rettangolare orizzontale e dunque un’impaginazione alquanto originale, Sturm sceglie di raccontare la storia di Mark, un giovane uomo con due figli che sta attraversando le difficoltà della separazione dalla moglie Lisa, proprio a cavallo delle elezioni presidenziali del 2016 che portano Donald Trump al Campidoglio.

Mark è stato un sostenitore di Bernie Sanders, e dopo la scelta di Hillary Clinton come sfidante di Trump ha perso interesse nella competizione elettorale, mentre sua moglie è un’attivista per Hillary e, insieme alla figlia maggiore Suzie, critica l’atteggiamento poco impegnato di Mark.

Lo stato depressivo in cui versa Mark è reso ancora peggiore dal fatto che nella sua attività di operaio edile egli deve rapportarsi a un datore di lavoro e collega inaffidabile e sempre in ritardo sui pagamenti, che col passare del tempo esaspera il già fragile equilibrio di Mark.

Di fronte alle difficoltà economiche, alla difficile gestione dei figli, all’atteggiamento di chiusura della moglie e infine alla notizia della malattia di sua madre, Mark si trova a dover gestire uno stress e una rabbia crescenti che spesso determinano reazioni sbagliate e situazioni difficili.

Qualche spiraglio si apre nell’ultima parte dell’albo, sebbene traspaia da tutto il racconto che non esistono risposte semplici a domande complesse come quelle che hanno a che fare con i sentimenti e gli stati d’animo, tanto più se le inevitabili complessità delle relazioni umane si vanno a inserire in un quadro politico-sociale complessivo deprimente nella migliore delle ipotesi, e preoccupante nella peggiore.

La particolarità dell’albo di Sturm è che i personaggi sono tutti rappresentati come dei cani, o meglio sono in tutto e per tutto degli esseri umani ma hanno il volto e la testa di un cane, creando un effetto per certi versi straniante, ma nello stesso tempo contribuendo a rendere ancora più umani i personaggi rappresentati e i loro comportamenti. La cartoonizzazione dei protagonisti se da un lato crea quel minimo di distanza che rende accettabili la gravosità dei sentimenti e delle situazioni raccontate, dall’altro in un certo senso favorisce l’empatia e la compassione umana.

A mio parere, però, l’albo di James Sturm si segnala non tanto e non solo per il modo intenso e delicato di trattare sentimenti complessi, ma anche e soprattutto per il modo in cui le vite individuali vengono inserite dentro la cornice più ampia di cambiamenti collettivi epocali, come appunto è stata per gli Stati Uniti (e per il mondo intero) l’elezione di Donald Trump.

Voto: 3/5

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