Al secondo tentativo (il primo era fallito a causa di un problema di audio del cinema) finalmente riesco a vedere l'ultimo film realizzato da Claudio Caligari (l'autore di culto di Amore tossico) prima della sua morte.
Non essere cattivo è la storia di Cesare (un irriconoscibile Luca Marinelli) e di Vittorio (Alessandro Borghi), due amici di infanzia, figli della periferia romana degli anni Ottanta e Novanta (in questo caso siamo a Ostia), una periferia disperata nella quale la droga scorreva a fiumi.
I due vivono facendo dei lavoretti poco puliti per conto di un piccolo criminale locale, Bruno, e trascorrono le loro serate sballandosi di cocaina e pasticche e poi facendo i bulli in un baretto della zona oppure rimorchiando delle ragazze.
Cesare ha perso la sorella, morta di AIDS, e vive con la madre e con la nipotina, anch'essa malata. Di Vittorio non sappiamo molto, ma certamente anche lui è uno che deve fare costantemente i conti con il dolore e la miseria.
Cesare e Vittorio sono due antieroi disperati e fragili, destinati alla sconfitta in ogni caso, sia che tentino di riscattare la propria esistenza come prova a fare Vittorio quando si innamora di Lidia, sia che continuino a vivere una vita irresponsabile e autodistruttiva come Cesare.
Caligari ci porta dentro le vite di personaggi che, sotto la loro aria spavalda e i loro modi "sbruffoni", si rivelano dolenti e teneri al contempo nel cercare disperatamente di strappare alla vita quella felicità di cui essa è stata così avara nei loro confronti.
Il film di Claudio Caligari ci fa fare un vero e proprio tuffo in un passato prossimo che sentiamo ancora fresco sulla nostra pelle, ma che il regista riporta in vita con una sincerità e una compassione rare.
I due attori sono bravissimi nel conferire a Cesare e Vittorio da un lato quei tratti di immaturità e ruvidezza che ne fanno l'espressione tipica dell'ambiente dal quale provengono e dall'altro quella vulnerabilità che fa venir voglia di abbracciarli e sottrarli a un destino inevitabile.
Il mondo di Caligari è un mondo nel quale gli uomini sono rimasti adolescenti e dell'adolescenza si portano dietro la forza e l'indissolubilità dei rapporti amicali, mentre le donne sono le uniche capaci di guardare in faccia la realtà - per quanto brutta - provando a passarci attraverso, senza però per questo riuscire a salvare da se stessi i loro figli, amanti, mariti.
Un film in cui si ride e si sorride, ma con un'amarezza di fondo che trasforma rapidamente il sorriso in lacrime di commozione.
Neppure i cattivi sono davvero cattivi in questo film. Ma non essere cattivi sul serio non è sufficiente a salvarsi.
Voto: 3,5/5
mercoledì 11 novembre 2015
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