E invece la scelta dei registi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch di utilizzare alcune sue canzoni, tra cui la ormai famosissima As Long As We Last presente nell’album Alabursky, per raccontare l’amicizia dei protagonisti del film (e ovviamente del libro di Cognetti) ha fatto conoscere più diffusamente il cantautore svedese, in particolare al pubblico italiano, che infatti sta riempiendo i club del suo tour estivo.
Dopo aver mangiato qualcosa in giardino e aver incrociato Norgren che faceva delle foto con dei fans, entriamo in sala subito all’apertura della stessa in modo da posizionarci come al solito sotto il palco. In questo caso non c’è nemmeno il corridoio dei fotografi, quindi siamo praticamente addosso al palco, ingombro di strumenti musicali: un vecchio pianoforte verticale sulla sinistra, delle chitarre appoggiate dallo stesso lato, la batteria al centro in fondo, un contrabbasso e un basso, e a destra un angolo tastiere e sintetizzatori, oltre ovviamente a casse e pedaliere.
Per l’esecuzione delle prime canzoni Norgren – che è un omone di oltre due metri – si posiziona al pianoforte, cosicché noi lo vediamo solo di spalle; poi nel corso della serata si alterneranno canzoni che accompagna con il pianoforte e altre con le due chitarre elettriche, così come gli altri musicisti si muoveranno tra i vari strumenti che hanno in gestione. Mi colpisce in particolare il musicista alle tastiere e sintetizzatori, che è vestito con una salopette arancione e ha degli zoccoli svedesi tradizionali ai piedi e dimostra una straordinaria versatilità nonché bravura agli strumenti che suona.
Durante tutta la durata del concerto Norgren e i suoi ci trascinano attraverso ritmi e sonorità diversi che oscillano tra folk, blues, rock e sonorità ispirate a tradizioni musicali molto differenti (un tempo si diceva world music). Ne viene fuori un concerto non solo coerente, ma affascinante e quasi ipnotico, mentre Norgren ci parla di natura, di amori, di relazioni, di alberi e di boschi.
Un concerto di alto livello, di quelli che ti fanno amare la musica dal vivo e rendono l’esperienza di ascolto qualcosa di completamente diverso dall’ascolto della musica registrata. Una specie di partecipazione con tutti i sensi che ci si porta dietro a lungo.
Voto: 4/5
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