lunedì 7 luglio 2025

Alla scoperta della Sicilia orientale e centro-meridionale: Etna, Siracusa, Piazza Armerina, Agrigento

Approfittando dei ponti postpasquali io e S. decidiamo di tornare in Sicilia dove eravamo state l’ultima volta nel maggio del 2021 nella zona di Trapani e Favignana. Questa volta l’obiettivo del nostro tour è quello di esplorare l’area sud-orientale dell’isola, con una breve puntatina nel centro.

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Sull'Etna
Etna e dintorni


La prima tappa del tour è la zona dell’Etna. Arriviamo in aereo a Catania, qui noleggiamo un’auto e ci dirigiamo immediatamente verso il vulcano. Dormiamo alla periferia di Linguaglossa, un paese alle pendici nordest dell’Etna.

La casetta è molto carina (ha un grande giardino di inverno coltivato a cactus, davvero spettacolare!) e Marina, la nostra host friulana con marito siciliano, è davvero molto molto disponibile.

Il tempo di sistemarci e andiamo a mangiare Dai Pennisi (macelleria con cucina) dove mangiamo una tartare buonissima e poi una grigliata mista - soprattutto del maiale di zona - con contorno di cime di rapa e patate e Etna rosso ad accompagnare. Poi un cannolo in due e io un amaro Reset, molto buono.

Sull'Etna con le guide vulcanologiche
Dopo 8 giorni, al ritorno dal viaggio, dovendo tornare a recuperare al nostro b&b un paio di jeans che S. si è dimenticata, ne approfittiamo per un pranzo da Nica Nuci dove mangiamo arancino, un pezzo di tavola calda con melanzane e una brioche gigante con pistacchio.

Per il giorno dopo abbiamo prenotato un’escursione sull’Etna con le guide vulcanologiche che parte da Piano Provenzana. Andiamo su con pulmino 4x4 e con Davide come guida, un ragazzo preparato e carino. Saliamo prima a poco più di 2000 metri dove si vede l'ultima colata lavica (prima di quella recentissima di maggio), poi saliamo a 2800 metri, dove c'è la neve e siamo proprio sotto i tre crateri sommitali. Un'esperienza davvero molto molto bella e un paesaggio incredibile anche grazie a un meteo davvero molto favorevole.

Castello di Lauria a Castiglione di Sicilia
Dopo una visita al paese di Castiglione di Sicilia con passeggiata nel centro storico fino al castello di Lauria da dove si vede la valle dell'Alcantara, scendiamo al fiume, all’altezza delle piccole gole e camminiamo lungo il fiume mentre il sole tramonta.

Il giorno dopo prima di andare verso Siracusa facciamo un salto a Taormina a vedere il teatro greco. C'è parecchio traffico, soprattutto lungo la costa, e salendo verso Taormina ci sono anche alcune deviazioni. Stiamo per rinunciare perché non troviamo parcheggio ma alla fine arriviamo all’imbocco dell’orrendo parcheggio di porta Catania e ci fermiamo. Attraversiamo la città, piena di turisti e di negozi per turisti, e siamo al teatro greco che offre un colpo d’occhio davvero spettacolare. Sul cucuzzolo della montagna che guarda il mare da una parte e dall'altra e domina la costa offrendo anche una magnifica vista dell’Etna.

Taormina
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Siracusa e dintorni

A Siracusa siamo in un piccolo appartamento poco fuori Ortigia.

Nella nostra prima passeggiata verso l’isola di Ortigia facciamo una sosta alla Nuova Dolceria su corso Umberto per mangiare granita e brioche.

Ortigia la giriamo lasciandoci guidare dall’istinto e dalla voglia di esplorare, e ovviamente non manchiamo la visita al duomo e la passeggiata fino alla punta più a sud dell’isola, dove c’è il castello normanno.

All'ingresso del duomo di Siracusa
La sera ceniamo da Anchovies vicino a palazzo Bellomo, come suggerito dal nostro host. Mangiamo benissimo: tartare di gambero rosso, spaghetto alle acciughe, calamaro ripieno e cannolo con la ricotta. Tutto eccellente.

Il giorno dopo facciamo un giro al mercato di Ortigia dove compriamo il polpo da cucinare in serata e qualcosa da portare a casa. Non ci lasciamo sfuggire l’occasione di comprare un panino dal caseificio Borderi che mangeremo per pranzo.

Poi andiamo verso sud. La destinazione di oggi sono i laghetti di Cavagrande, un posto che molti ci hanno suggerito di visitare. Oggi il tempo è variabile e tendente al nuvoloso e forse è la giornata migliore per questa escursione che prevede una discesa nella gola che dura circa 45 minuti e una risalita di circa 50. Rispetto a quanto ci avevano raccontato – ossia un accesso non regolamentato e consentito dal custode in maniera ufficiosa – ora per entrare si paga un biglietto e il sentiero in discesa è in buona parte dotato di corrimano in legno (evviva!).

Laghetti di Cavagrande
Quando arriviamo in fondo alla gola, ai laghetti, c'è poca gente e un'atmosfera abbastanza paradisiaca. Qui ci fermiamo su una roccia liscia e bianca a mangiare il nostro panino guardando l'acqua smeraldina e ascoltando il rumore delle cascatelle. Poi torniamo su, con una certa fatica ma con soddisfazione. Ci rimettiamo in marcia verso Noto che abbiamo scelto come meta per vedere almeno uno dei paesi del barocco siciliano. Facciamo una passeggiata nel centro, dove non ci sono per fortuna molti turisti e poi ci rimettiamo in macchina per tornare a Siracusa.

La mattina seguente e dopo aver caricato le valigie in macchina (visto che per la serata saremo a Piazza Armerina) andiamo alla vicina chiesa di Santa Lucia dove c'è un quadro di Caravaggio che raffigura il seppellimento della santa. Un sagrestano si offre di farci da guida: peccato che è logorroico e dopo aver parlato di Caravaggio e del quadro sta per raccontarci tutta la storia di Siracusa. Anche quando diciamo che “purtroppo” dobbiamo scappare trova il tempo di darci il cotone benedetto della santa.

Nell'area archeologica di Siracusa
A questo punto siamo pronte per la visita all'area archeologica Neapolis dove visitiamo il teatro greco (in allestimento per le prime rappresentazioni di maggio), le latomie e le grotte della grande cava, l'anfiteatro e i resti del tempio: posto molto bello e suggestivo, peccato per i miliardi di ragazzini in visita scolastica.

Il pomeriggio ci spostiamo verso sud, verso la riserva naturale di Vendicari, in particolare la zona della vecchia tonnara. Proprio alla spiaggia della tonnara faccio il primo bagno della stagione. Da qui ci spostiamo a Marzamemi per la visita al borgo dei pescatori, posto suggestivo nonostante sia ormai iperturistico e pieno di bambini e ragazzi in gita scolastica. Prendiamo due granite e ce ne andiamo, sempre colpite dalle contraddizioni di questa isola in cui bellezza e bruttezza sembrano inscindibili. Poi ci rimettiamo in macchina dirette a Caltagirone.

Oasi di Vendicari
Visitiamo il paese delle ceramiche – dove in generale c’è poca gente -, saliamo per la famosa scalinata con i gradini decorati dalle piastrelle dipinte a mano e compriamo delle ceramiche da portare a casa. Il paese ci è piaciuto molto nel suo complesso: fermo agli anni Cinquanta ma con una identità spiccata e segni di brutture abbastanza contenuti.

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Piazza Armerina e la Villa romana del casale

Ci rimettiamo in macchina in direzione di Piazza Armerina. Attraversiamo così una zona interna della Sicilia con un paesaggio che niente ha da invidiare a certe parti della toscana: colline verdi, casali, cipressi, morbidi declivi baciati dalla luce del tramonto. Qua e là purtroppo un viadotto o una cava, però restiamo davvero a bocca aperta, perché non avevamo idea potesse esserci un paesaggio così rigoglioso in Sicilia.

Verso Piazza Armerina
A Piazza Armerina siamo in un piccolo monolocale nel centro storico, che dà sui tetti della cittadina.

A cena andiamo alla Trattoria del goloso dove prendiamo un antipasto della casa per 1 (abbondante e ottimo), una pasta con salsiccia e zucchine e pomodori secchi, e un agnello al forno con patate da urlo. Poi cannolo e biancomangiare per finire. Davvero tutto molto buono e prezzo più che adeguato.

Il giorno dopo è dedicato alla Villa romana del casale, che sta a pochi chilometri dalla città, un edificio probabilmente di un prefetto romano, con funzioni sia di amministrazione e rappresentanza che di abitazione privata. È una costruzione straordinaria sia dal punto di vista della struttura architettonica che dal punto di vista decorativo, coperta com'è da un tappeto di mosaici davvero straordinari che fanno impallidire qualunque cosa io abbia visto prima. Una roba veramente incredibile.

La Villa romana del casale
Dopo aver mangiato qualcosa ci spostiamo verso Aidone dove vogliamo visitare il museo archeologico regionale nel quale sono conservati i reperti archeologici di Morgantina e in particolare una famosa dea a figura intera. Nel paese c'è la festa patronale di San Filippo e questo ci spiega perché un sacco di gente sta andando a piedi da Piazza Armerina a Aidone (un rito collegato alla festa). Per fortuna riusciamo a parcheggiare non lontano dal centro e andiamo a piedi al museo passando per la fiera che invade il centro del paese.

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Agrigento e dintorni

Punta bianca
Il giorno dopo andiamo verso Agrigento e prima di andare al nostro alloggio decidiamo di fare una puntatina al mare, alle spiagge dopo la Scala dei turchi. Ci troviamo però imbottigliate a Porto Empedocle dove scopriamo essere ancorata la Amerigo Vespucci cosicché metà Sicilia si è spostata per venire a vederla. Io mi innervosisco e non sappiamo bene se andare al b&b in anticipo oppure cambiare programma. Alla fine decidiamo di spostarci verso la spiaggia dello Zingarello che sta dal lato opposto di Agrigento rispetto a Porto Empedocle. Non ci fu scelta più azzeccata. Scendiamo sulla spiaggia con le falesie dietro, dove siamo praticamente da sole per quasi tutto il tempo della nostra permanenza. Da lontano vediamo un promontorio bianco che scopriamo essere un parente minore della Scala dei turchi: Punta bianca. Così quando siamo stanche dello Zingarello decidiamo di andarci. Ci si arriva con un lungo sterrato e poi una breve passeggiata a piedi che ci fa scoprire anche delle calette molto belle. Passiamo davanti al rudere della casa dei doganieri e poi facciamo una passeggiata sulla spiaggia.

Valle dei templi di Agrigento
In serata ci sistemiamo al nostro b&b che sta nella parte antica di Agrigento, molto affascinante, forse perché ancora non invasa dai turisti, e andiamo a cena da Osteria Ex Panificio, di cui abbiamo letto bene e da cui c’è uno splendido panorama sulla valle dei templi e sul mare. Si capisce subito che non sono molto organizzati. Alla fine mangiamo discretamente, 3 antipasti (menzione speciale per la bruschetta con robiola e pancetta), un primo piatto a mezzi e una caponata, più dessert. Tutto discreto senza picchi.

Il giorno seguente, la mattina andiamo al giardino della Kolymbethra dove abbiamo appuntamento con una signora del Fai che ci fa entrare al giardino separatamente dall'ingresso alla valle dei templi, cosa di solito non possibile. Facciamo il giro del giardino che sta dentro una cava che funzionava da cisterna dell'acqua.

Lido Rosello
Poi andiamo in macchina verso Lido Rossello che sta a nord di Agrigento, subito dopo la Scala dei turchi. Spiaggia stupenda e deserta con venticello piacevole. Bagno e poi lunga passeggiata fin quasi ai piedi della Scala dei turchi con conseguente ulteriore bagno.

Torniamo ad Agrigento dove prima di rientrare a casa mangiamo due cassatine e un latte di mandorla da Infurna su via Atenea. Ottimi. Nel tardo pomeriggio abbiamo la visita guidata alla valle dei templi (che in realtà, come ci dice la guida, è propriamente la collina sacra dei templi). Sarà Calogero dell’Associazione Vie di Sicilia ad accompagnarci per l'intero giro dal tempio di Giunone fino al tempio dei Dioscuri. Torniamo indietro per la stessa strada godendo la luce del tramonto.

La cena la facciamo da Cusà, posticino di street food di pesce in centro, dove mangiamo delle polpettine fritte di pesce bianco e due panini col pesce: polpo e gambero rosso. Tutto buonissimo.
Il giorno dopo è purtroppo già ora di tornare.  

Passeggiando per la Valle dei templi
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Considerazioni finali

La Sicilia è uno strano posto. Ha luoghi di una bellezza incredibile sia dal punto di vista artistico e architettonico, sia dal punto di vista naturalistico; è una terra ricchissima di storia e di umanità; è una miniera infinita di scoperte e di sorprese. E, però, è anche una terra di brutture, incompiutezze, devastazioni paesaggistiche, in cui si respira chiaramente la presenza di forze che operano in maniera sotterranea con conseguenze non banali sul contesto sociale e sulle relazioni umane.

C’è qualcosa di atavico e non scardinabile nei rapporti di forza che governano questa terra, al contempo c’è tutto il bello e il buono del Sud nella sua forma più pura e distillata che attira e conquista.
Personalmente la Sicilia non smette mai di sorprendermi.

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Per una selezione più ampia di foto del viaggio in Sicilia si veda qui sul mio profilo Behance.

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