domenica 20 luglio 2025

La guerra di Catherine / Julia Billet e Claire Fauvel

La guerra di Catherine / Julia Billet e Claire Fauvel; trad. di Elena Orlandi. Milano: Mondadori, 2017.

Torno a questo graphic novel a distanza di molto tempo da quando l’avevo comprato.

Allora l’acquisto era stato fatto sulla base del suggerimento di S. ma alla fine il volume era rimasto sullo scaffale. Il mio rinnovato entusiasmo per la fotografia di questi ultimi mesi mi ha attirato verso la copertina di questo albo che rappresenta una giovane donna con una rolleiflex in mano.

Siamo negli anni della Francia occupata dai nazisti: Rachel è una giovane ebrea che frequenta la Maison d'enfants di Sèvres, una scuola molto particolare – esistita veramente - dove venivano adottati metodi didattici innovativi e dove si accoglievano ragazzi di ogni provenienza religiosa e sociale.

Qui Rachel collabora con il laboratorio fotografico, non solo scattando fotografie bensì anche sviluppandole nella camera oscura.

Purtroppo l’inasprirsi delle persecuzioni nei confronti degli ebrei costringe i responsabili della scuola ad adottare una serie di strategie per proteggere i loro studenti: molti di loro devono cambiare nome e prendere documenti falsi per sfuggire ai rastrellamenti, ma quando questa soluzione non è più sufficiente molti devono abbandonare la scuola e spostarsi presso famiglie o persone che si offrono di ospitarli e proteggerli.

Accade così che Rachel diventa Catherine e comincia a girare per la Francia, senza mai però separarsi dalla sua macchina fotografica e continuando non solo a scattare ma anche a cercare laboratori dove sviluppare le sue foto. Questo le permetterà di mantenere il suo sguardo vivo e attento sul mondo, di intessere relazioni e dunque di sopravvivere ai momenti peggiori fino alla liberazione della Francia.

L’albo di Julia Billet e Claire Fauvel, ispirato a una storia vera, ha vinto il premio Andersen nel 2018, e certamente, sia dal punto di vista grafico che dei contenuti, sembra destinato primariamente a un pubblico di ragazzi.

Devo dire però che si tratta di una lettura intensa, senza essere melodrammatica e patetica, e dunque adatta anche a un pubblico adulto. A me è piaciuto.

Voto: 3,5/5

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