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| Tra cani e pecore a Minions | 
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Luoghi visitati in transito: Minions, Cawsand e Kingsand, Polperro
Nello spostamento tra Longdown e Perranuthnoe, terza sistemazione della nostra vacanza, attraversiamo il grande ponte che unisce il Devon alla Cornovaglia, passiamo vicino a Plymouth (ma non ci fermiamo) e invece puntiamo verso Minions (!!!!), un paesino il cui nome è tutto un programma ma che decidiamo di visitare perché ci sono tre circoli di pietre del neolitico.
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| Nei pressi di Minions | 
In quello che per gli inglesi è un lungo weekend che si conclude il lunedì con una loro bank holiday, le strade sono affollate e i locali approfittano per fare gite e gitarelle. Così quando tentiamo di andare alle cascate non lontane da Minions troviamo il parcheggio strapieno di macchine e decidiamo di rinunciare.
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| Cawsand | 
L’ultima tappa di questa giornata di transito è Polperro, paesino di mare incastonato in una specie di fiordo. C'è un parcheggio a inizio del paese (7 sterline, costo minimo fino a 3 ore) e da qui a piedi si arriva al porto. Arriviamo quando i negozi hanno chiuso quasi tutti e il paese si è scaricato di gente, il che lo rende molto bello e suggestivo anche se è evidente che si tratta di un posto ormai abitato quasi esclusivamente da turisti. Facciamo su e giù per le stradine intorno al porto e poi torniamo verso la macchina direzione Penzance.
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| St Michael's Mount visto da Perranuthnoe | 
Terza parte del viaggio: Cornwall
Dove abbiamo dormito e mangiato
La nostra base per i giri in Cornwall è il piccolo villaggio di Perranuthnoe, e più esattamente lo chalet gestito da Bridget e suo marito (scozzese) che è quello dove stavano le figlie e che, dopo che queste ultime sono diventate grandi e sono andate via, è stato destinato ad alloggio turistico. Lo chalet sta su una collina vicina al villaggio che domina tutta la baia e da cui si vede non solo la spiaggia del paese ma anche l’isola di St Michael' Mount e i paesi dall’altro parte, Newlyn e Mousehole. Un posto incantevole con qualunque meteo che fa venir voglia di stare seduti in terrazza a guardare il cielo, il mare e le maree e ad ascoltare il rumore delle onde. Bridget e il marito sono discreti e ospitali e ci lasciano scones, clotted cream e marmellata di lamponi nel frigo, consentendomi di fare colazione con queste prelibatezze per quasi tutte le mattine che rimarremo qui.
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| Il nostro primo cream tea | 
Un posto che abbiamo frequentato ben due volte è stato il Victoria Inn di Perranunthoe (il pub col muro rosa), dove ci siamo fermate un giorno per aperitivo con birra e patatine e un altro giorno per una cena che pensavamo stile pub ed invece abbiamo beccato la tapas night, che poi era una pub night modificata 😉
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| Victoria Inn a Perranuthnoe | 
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Luoghi visitati: Piskies Cove, Newlyn e Mousehole, Land’s end
Il primo giorno di permanenza a Perranunthoe decidiamo di fare una passeggiata lungo la costa e prendiamo il sentiero che va verso Cudden Point. Si tratta di un sentiero talvolta molto stretto che passa in mezzo agli arbusti bassi e che permette di godere di una splendida vista sul mare e sulle tante baie; vediamo anche un bel po’ di capoccette di foche che fanno capolino qua e là nell’acqua. Dopo Cudden Point proseguiamo ancora un po’ fino a quando davanti a noi si apre una bellissima baia con poca gente. Si tratta di Piskies Cove (la baia delle fate), dove decidiamo di fermarci un po' e fare un bagno.
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| A Newlyn per la festa delle sardine | 
Andiamo poi a Mousehole che è ormai l’ora del tramonto e un sacco di bambini, ragazzi e adulti approfittano dell'alta marea per fare il bagno tuffandosi dal molo del porto. Tornate al nostro chalet assistiamo al primo, bellissimo tramonto della nostra vacanza con il sole che cala dietro St Michael's Mount.
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| Sennen Cove | 
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| Il sito minerario abbandonato di Botallack | 
Nel pomeriggio andiamo verso il sito minerario abbandonato di Botallack, dove ci sono molti resti di costruzioni minerarie e di engine houses a picco sulla scogliera. Facciamo una passeggiata molto suggestiva con la luce del sole calante e poi torniamo verso Perranunthoe ma facendo una sosta intermedia a Lanyon quoit, uno dei tanti dolmen e altri resti neolitici di cui è ricca questa zona.
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| St Michael's Mount | 
Un’altra giornata della nostra permanenza a Perranuthnoe è dedicata a St Michael's Mount e alla Lizard peninsula. È una giornata grigia e ventosa, con un discreto freddino.
In mattinata andiamo al parcheggio sulla spiaggia prima di Marazion e da qui facciamo una bella passeggiata sulla battigia fino ad arrivare all’imbocco del sentiero di pietra che porta all’isoletta di St Michael's Mount. Di fatto, si tratta del luogo gemello del più famoso Mont Saint Michel, nel nord della Francia, e come in quel caso anche qui l’isola è raggiungibile a piedi quando la marea è bassa, mentre nelle altre ore della giornata bisogna prendere delle barchette.
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| Kynance Cove | 
La seconda parte della giornata è dedicata alla penisola di Lizard. Lungo la strada prendiamo un acquazzone ma quando arriviamo al paese ha smesso di piovere. Dopo la pausa pranzo alla Tregullas Farm, ci avviamo sul sentiero verso Kynance Cove: arriviamo a una prima baia dove stiamo quasi per fermarci pensando sia Kynance Cove. Per fortuna Google maps ci permette di capire che siamo ancora lontani dalla nostra meta e così proseguiamo lungo la scogliera battuta dalle onde (per noi già altissime - chissà durante le tempeste invernali!), e arriviamo infine alla vera Kynance Cove dove, nonostante il divieto di balneazione a causa delle condizioni meteo, ci sono molti temerari che stanno facendo il bagno.
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| Lizard Point | 
Torniamo dunque allo chalet, e durante la notte un grosso temporale ci sveglia.
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| St Ives | 
La mattina il vento ha spazzato via quasi tutte le nuvole ed è una bella giornata ventosa. Prepariamo i bagagli e dopo colazione partiamo, invero un po' a malincuore.
Siamo dirette a St Ives, uno dei paesi più grandi della Cornovaglia e sicuramente il più turistico. Abbiamo letto cose tremende sul girare in macchina nel paese e sui parcheggi: appena entrate in paese ci fermiamo al parcheggio Trenwith, che sta in cima alla collina sul cui fianco si sviluppa l’intero paese con case in fila che digradano verso la baia. In realtà dal parcheggio c’è un autobus-navetta che con due sterline in pochi minuti ci porta in centro.
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| Godrevy lighthouse | 
La cittadina è molto graziosa ma anche molto turistica; però basta allontanarsi dalle tre vie principali per trovare angoli tranquilli. Infilandoci nelle stradine arriviamo a The island e alla spiaggia di Porthmeor, e da qui andiamo a vedere la Tate St Ives, un museo di arte contemporanea con una prevalenza di artisti locali, che a dire il vero – salvo poche eccezioni – non ci conquistano. La struttura del museo però è bella, con scorci suggestivi sul mare.
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| La three mile beach | 
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| Mutton Cove con le foche che si confondono con le pietre | 
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Quarta parte del viaggio: tra North Devon e Somerset
Dove abbiamo dormito e mangiato
La nostra sistemazione per la parte finale del nostro viaggio è una mansarda in una tipica casa vittoriana, sulla collina che guarda il porto di Ilfracombe, in North Devon, che dalle sue finestre sui tetti spioventi ci permette di guardare il cielo cangiante e dalla finestra a cui ci si può sedere permette di guardare porto e scogliera davanti a noi.
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| La spiaggia di Bude | 
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| Crackington Haven | 
Questi ultimi giorni sono caratterizzati da tempo grigio e pioggia, pioggerellina e pioggiona che vanno e vengono. La prima mattina, visto anche il tempo incerto, decidiamo di visitare il paese di Ilfracombe. Parcheggiamo quasi a ridosso del porto e facciamo una passeggiata per andare a vedere la statua Verity che Damien Hirst ha realizzato per la città (e che è visibile anche dalla finestra del nostro b&b) e la chiesetta di Saint Nicholas che sta su un piccolo promontorio da cui è possibile abbracciare con lo sguardo l’intera cittadina. Poi continuiamo la nostra passeggiata nelle strade del centro e ci facciamo l’idea che Ilfracombe sia una di quelle località di villeggiatura un tempo molto vive e frequentate, e oggi un po' decadute.
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| Architettura tipica della zona | 
Ripartiamo quindi verso Crackington Haven, una baia piuttosto nascosta dentro questa costa frastagliata e caratterizzata da grandi spiagge e falesie. Nonostante stia piovigginando e il cielo sia plumbeo, sulla spiaggia ci sono i soliti temerari surfisti di tutte le età con le loro mute a fare il bagno sorvegliati dai lifeboat guards.
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| Hartland | 
Il giorno successivo decidiamo di andare nella zona dell'Hartland, anche se il tempo è parecchio incerto e mentre andiamo si succedono le classiche showers inglesi (piogge brevi e fitte).
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| Il sentiero verso la cascata Speke's mill | 
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| Cascata di Speke's Mill | 
Arrivate all’ingresso del paese si viene direzionati a un parcheggio che sembra gratuito, cosa che ci stupisce alquanto. Entriamo in un negozio di birre e liquori che si affaccia sul parcheggio per chiedere e il venditore ci dice che il parcheggio è gratuito mentre dovremo pagare un biglietto per entrare nel paese, cui si accede attraverso una specie di hall commerciale che sembra quella di un aeroporto (davvero bizzarro!). Paghiamo le nostre 20 sterline e dopo aver attraversato la zona commerciale, scendiamo fino alla stalla degli asini dove ci sono ancora altri negozi, e poi giù per la strada fatta di sassi di mare che attraversa tutto il paese e scende a picco fino al porto.
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| A Clovelly | 
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| Exmoor | 
Per la nostra ultima giornata piena di vacanza decidiamo di fare un driving tour nell’Exmoor, un’altra area naturale con una varietà di vegetazione e paesaggi.
La nostra prima destinazione è Dulverton, dove – quando ormai sta piovendo da un bel po’ - ci fermiamo per fare una passeggiata ed esplorare alcuni bei negozietti (ce ne sono diversi di antiquariato e libri).
La seconda tappa della giornata sono i Tarr steps, un ponte fatto con lastroni di pietra sovrapposti, a cui si arriva con una breve passeggiata dal parcheggio. Al ponte c'è una famigliola con due bambini che, sotto la pioggia battente e senza ombrelli, è con i piedi nell'acqua!
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| Lynmouth | 
Ripartiamo verso Dunster passando da Porlock Weir, e mentre facciamo un pezzo di strada a pagamento attraverso la foresta, un pezzo di ramo cade sul tettuccio della macchina facendoci spaventare moltissimo. Per fortuna senza conseguenze.
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| L'arcobaleno a Lynmouth | 
Peccato davvero per il clima di questo ultimo giorno di vacanza, piovoso e freddo, che non ci ha permesso di godere appieno del paesaggio, ma ci ha regalato un’immagine molto caratteristica della campagna inglese! S. esce dalla giornata avendo comprato guanti di montone, calze di alpaca, solette di pelo di pecora, scarpine di montone da bambini. Sarà stata influenzata dal clima? ;-)
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| Per le strade della Cornovaglia | 
Quando siamo partite tutti ci dicevano: ma che farete due settimane in quel pezzetto di Inghilterra così piccolo e dove c’è poco da vedere? Vi annoierete sicuramente!
In realtà, alla fine del nostro viaggio abbiamo fatto quasi 1600 miglia, ossia quasi 2500 chilometri. Non ci siamo affatto annoiate e anzi avremmo voluto sia più tempo di relax, sia più tempo per visitare cose cui abbiamo dovuto rinunciare o visitare in fretta.
Qualche riflessione sparsa sulla vacanza e sui luoghi visitati.
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| I colori della Cornovaglia | 
Le strade single track del sud ovest dell’Inghilterra sono più faticose di quelle scozzesi perché, a causa delle siepi altissime che affiancano le stradine, non si vede niente e le macchine ti spuntano davanti all'improvviso, senza che il guidatore sappia se c’è un passing place a portata di ruota.
Queste maledette siepi – le abbiamo davvero odiate – non solo rendono faticosa la guida, ma impediscono allo sguardo di spaziare sul paesaggio, cosicché per lunghi chilometri l’unica cosa che si vede mentre si guida è il piccolissimo pezzo di strada davanti a noi.
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| In contemplazione | 
Va detto però che ci sono toilette pubbliche ovunque e, se ti scappa, avrai a portata di mano un bagno quasi sempre gratuito e pulito.
Restando sul fronte spostamenti e dintorni, una delle voci di spesa più importanti della vacanza sono i parcheggi, che possono costare da 2 sterline a 10 sterline per qualche ora (ovviamente talvolta anche per meno di un'ora). In realtà in alcuni casi, lì dove non ci sono sistemi di controllo, abbiamo la sensazione che siamo solo noi a pagare! Ma va bene se i soldi di questi parcheggi vengono spesi per preservare il territorio.
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| Ancora in contemplazione | 
Queste passeggiate sono state spesso accompagnate dal simbolo della ghianda, che è quello che identifica tutto il South West Coast Path, di cui orgogliosamente abbiamo percorso diversi pezzi.
Gli inglesi di questa zona sono stati accoglienti e gentili: per loro postura, nella conversazione è tutto “lovely” e “awesome”, e risulta oggettivamente un po’ falso, ma alla fine ci siamo abituati a usare anche noi questi aggettivi.
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| Mi pare giusto chiudere con William Blake | 
Andando appunto al cibo, la cucina inglese ci è risultata piuttosto pesante, un po' ripetitiva (quella da pub) e in generale un po' troppo condita e pasticciata, anche quella di livello un po' più alto.
Sul fronte del bere, mi ha colpito vedere in moltissimi locali birra Moretti, Poretti o addirittura Nastro Azzurro alla spina o in bottiglia, birra che per noi non è di qualità, e che evidentemente a loro risulta esotica. Cosa che è un peccato perché la birra è il fiore all’occhiello di questi luoghi e per me la loro bitter spillata a pompa è davvero eccezionale.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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