martedì 29 luglio 2025

Il senso del passato: Edipo re e Ifigenia. Teatro romano di Ostia antica, luglio 2025

Ed è arrivata anche la mia prima volta ad una rappresentazione al teatro romano di Ostia antica, in uno scenario che direi non ha niente da invidiare al teatro greco di Siracusa (che però è più grande e dove non sono mai stata a vedere uno spettacolo).

Quest’anno il Teatro di Roma ha organizzato una mini-stagione estiva, dal titolo Il senso del passato, che ruota intorno alla figura di Antigone, di cui gli spettacoli raccontano le premesse e le numerose sfaccettature.

Grazie alla determinazione di M. prendiamo i biglietti per ben due spettacoli. Il primo è l’Edipo re di Sofocle, adattato e diretto da Luca De Fusco.

Ci vado senza grandi aspettative, con il pregiudizio che riuscire a rendere interessante oggi a una tragedia greca sia un’operazione difficile se non impossibile. E invece la scelta del regista De Fusco di trasformare Edipo re in un thriller psicanalitico, trasportando i protagonisti in un contesto primo novecentesco e facendoli interagire con un grande schermo da cui parlano alcuni dei protagonisti (ad esempio Tiresia) o su cui vengono proiettate immagini in chiave surrealista e magrittiana a commento del testo, si rivela vincente.

Edipo re, lo sfortunato protagonista di questa storia che è giunto a Tebe e ne è diventato re, dopo aver abbandonato la casa dei suoi genitori per sfuggire a un’infausta predizione (ossia che ucciderà suo padre e sposerà sua madre), è interpretato dal bravo Luca Lazzareschi, che in un gioco di rispecchiamenti interpreta anche Tiresia, il veggente cieco, il servo di Laio e il nunzio.

A ruotargli intorno Manuela Mandracchia nella parte di Giocasta e Paolo Serra in quella di Creonte, ma soprattutto i tre corifei, amplificati meravigliosamente dalle immagini sullo schermo, Francesco Biscione, Paolo Cresta e Alessandro Balletta.

Nonostante il ritardo con cui lo spettacolo è cominciato, un caldo-umido insopportabile, le zanzare, una seduta non comodissima e decisamente troppo a stretto contatto con gli altri spettatori, i tempi lunghissimi di ingresso e uscita, e anche di arrivo e ritorno a casa, la visione dello spettacolo è stata soddisfacente e l’esperienza decisamente positiva.

Affronto dunque la prospettiva del secondo spettacolo a fine luglio con l’animo molto più leggero.

Questo secondo spettacolo, intitolato Ifigenia, è il frutto di una collaborazione internazionale tra il Teatro di Roma e il Festival di Mérida, in Spagna, e infatti l’adattamento è di Silvia Zarco e la regia è di Eva Romero. Il cast è interamente spagnolo, cosicché lo spettacolo richiede sovratitoli in italiano per poter essere seguito appieno.

L’allestimento è piuttosto classico: delle colonne illuminate e dei grossi massi sulla scena che fanno da sedute, podii e nascondimenti per i personaggi. Sull’adattamento non sono in grado di esprimermi, perché non conosco così bene l’originale di Euripide, ma ho la sensazione che nella narrazione ci finiscano elementi narrativi e personaggi provenienti da altre tragedie. Costumi e musiche strizzano l’occhio a un immaginario punk rock che a tratti crea un effetto piuttosto straniante.

La lettura del testo è in chiave chiaramente femminista e antipatriarcale, cosa che per quanto molto sensata in questo momento storico e tutto sommato coerente con alcuni elementi della tragedia, mi risulta un po’ semplicistico e alla fine anche didascalico.

In generale, l’intero spettacolo mi pare che punti molto alla leggibilità e alla semplicità del testo, del messaggio e della recitazione, il che può certamente rappresentare un elemento positivo, ma che personalmente non riesco a ad apprezzare.

Al termine della rappresentazione ho intorno a me gente entusiasta, ma anche persone molto deluse. Io appartengo decisamente al secondo gruppo, ma come sempre stiamo parlando di gusti personali e di aspettative.

In ogni caso l’esperienza al teatro di Ostia è stata nel complesso molto bella e sarà da tenere presente anche per il futuro.

Voto: Edipo re 3,5/5; Ifigenia: 2,5/5

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