mercoledì 24 giugno 2020

Estate / Alessandro Tota

Estate / Alessandro Tota. Quartu Dant'Elena: Oblomov edizioni, 2018.

Con questo albo continua la ricerca - in parte autobiografica - che Alessandro Tota sta dedicando alla vita dei giovani a Bari negli anni Novanta. Come lui stesso afferma in un'intervista, si tratta di fatto della terza puntata di una serie iniziata con Fratelli e proseguita con Charles, e che l'autore stesso non esclude possa avere sviluppi in albi successivi.

Non a caso nei tre lavori fin qui pubblicati si incontrano almeno in parte gli stessi personaggi, ad esempio Claudio e Nicola che già avevamo conosciuto nella seconda parte di Fratelli e che qui sono attori a vari livelli della storia.

Siamo in una assolata e focosa estate barese degli anni Novanta, come è testimoniato anche dalla scelta della monocromia rossa acquarellata utilizzata dall'autore per l'intero lavoro. Claudio - che abbiamo conosciuto come studente appassionato di poesia e letteratura, ma alla ricerca di esperienze forti - abbandona temporaneamente il suo gruppo di amici punkabbestia, tra cui l'amico di sempre Nicola cui ha tirato un brutto scherzo mescolando trielina al whisky procurandogli una temporanea cecità, per inseguire la bella Mirtilla, una ragazza della Bari bene che ha incontrato casualmente al parco.

Claudio si troverà così a frequentare ambienti e contesti sociali cui non è abituato, trascorrendo parte della sua estate nei lidi chic popolati dagli amici palestrati, benestanti e classisti della sua nuova fiamma.

Mentre Claudio sperimenta un mondo con il quale non ha nulla in comune, i suoi amici si mettono in macchina alla volta di un rave in un casale sperduto. L'incontro per strada con gli amici di Mirtilla si trasformerà in uno scontro e ben presto in tragedia, mentre l'esperienza di Claudio nella casa del mare di Mirtilla assumerà presto contorni surreali per la presenza dell'"uomo-cavallo" e della zia ninfomane di Mirtilla.

Il casale dove si svolge la festa che vede protagonisti un santone onnisciente e una massa di giovani strafatti diventerà il punto di convergenza dove Claudio e i suoi amici si ritroveranno dopo le peripezie e le avventure vissute individualmente. Questo incontro sarà vissuto come un vero e proprio ritorno alla normalità, a conferma della sostanzialità incomunicabilità e aperta ostilità tra gruppi sociali che sembrano non avere nulla in comune e il cui confine sembra non poter essere attraversato da nessuno senza conseguenze nefaste.

Estate si colloca a metà strada tra un divertissement venato di grottesco e una riflessione amara su una realtà che ha lasciato segni profondi nel tessuto sociale. I due mondi raccontati - a dire il vero in maniera un po' manichea - da Alessandro Tota rivelano ciascuno il proprio lato oscuro: da un lato l'ingenuità adolescenziale e in parte pericolosa dei punkabbestia, dall'altro l'arroganza e la violenza insita in quella borghesia che si ritiene superiore al resto del mondo e al di sopra di tutto.

Il risultato è un racconto tragicomico che si mantiene in bilico - talvolta oscillando pericolosamente - tra il demenziale e il noir. Certamente Tota dimostra di essere a suo agio con storie e linguaggi molto diversi; a me personalmente piace di più la sua anima documentaristica (vedi Palacinche) e quella favolistica (vedi Yeti) rispetto alle memorie del passato in chiave fiction.

Voto: 3/5

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