Era una bella domenica di sole poco prima che iniziasse l'incubo Coronavirus e ancora si girava tranquilli per la città a godere delle sue bellezze e delle sue attività culturali. Poi con il lockdown questo post è rimasto in panchina e avevo pensato di non pubblicarlo più. Ora che almeno il Museo di Roma in Trastevere ha riaperto ho pensato che potesse essere utile offrire questi brevi appunti ai lettori.
La prima delle due mostre visitate in quel weekend era stata inaugurata da pochissimo a Palazzo Merulana nell'ambito di una serie di iniziative dedicate complessivamente alla fotografia. Si trattava della mostra intitolata Eros e dedicata a Tina Modotti, grande fotografa e non solo, la cui vita assomiglia davvero a un romanzo. La mostra occupava l'ultimo piano del palazzo, cosicché abbiamo approfittato del biglietto d'ingresso per dare anche un occhio alla collezione Cerasi, ossia la raccolta di quadri e sculture prevalentemente degli anni '20 e '30 appartenenti ai coniugi Cerasi ed esposto al secondo e terzo piano del palazzo.
La mostra fotografica - come spesso accade per le mostre di Palazzo Merulana - si presentava piuttosto risicata. Si componeva di quattro parti: una parete raccoglieva alcune fotografie iconiche della Modotti, un'altra era dedicata alle fotografie di mani e fiori che instaurano tra loro quasi un dialogo, un'altra parete ancora era dedicata alle donne messicane che camminano con i tipici contenitori in equilibrio sulla testa, infine il corridoio era dedicato alle foto dei murales messicani.
Si trattava nel complesso di foto belle e interessanti, ma che certamente non rendevano appieno la complessità della figura di Tina Modotti come fotografa e come attivista, e la visita nel complesso ci ha lasciato un po' di amaro in bocca perché ci saremmo aspettate molto di più.
Voto: 2,5/5
Per consolarci avevamo deciso di andare a fare un salto anche al Museo di Roma in Trastevere dove era corso - ed è ancora visitabile - la mostra dedicata al fotografo turco Ara Güler. Come spesso accade per le mostre in questo museo, il nome del fotografo non mi dice nulla, ma poi scopro che si tratta di una figura importantissima nel mondo della fotografia, vincitore di moltissimi premi e riconoscimenti in tutto il mondo.
La mostra romana dedica molto spazio in particolare alle sue foto della città di Istanbul, sua città di origine che Güler ha continuato a fotografare per tutta la vita, riuscendo a coglierne l'anima e a raccontarne i diversi quartieri con uno sguardo attento e amorevole. Le fotografie sono bellissime ed emozionanti, e fanno venire voglia di vederne ancora e ancora, e di mettersi immediatamente in viaggio verso Istanbul, anche se quella Istanbul che Güler fotografa forse non esiste quasi più.
L'ultima parte della mostra è dedicata ai ritratti che Güler ha fatto ai personaggi famosi, anche questi affascinanti e originali per la capacità - come mi fa notare S. - di ritrarre queste persone come fosse persone normali e nello stesso tempo di farne venir fuori l'anima.
Facciamo un giro esplorativo anche al piano superiore, ma le mostre lì in corso non ci catturano, così usciamo nella luce rosata di un bellissimo tramonto romano di fine febbraio.
Voto: 4/5
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Ciao Anna, Volevo dirti che ti ho appena premiata con il Liebster Award! :) Vedilo unicamente come un attestato di sincera stima nei tuoi confronti, non chiedo assolutamente altro... mi fa molto piacere contribuire a far conoscere il tuo bel blog.
RispondiEliminaEcco qui i dettagli:
https://solaris-film.blogspot.com/2020/06/liebster-award-2020.html
a risentirci!
Ciao Kris! Ma grazie!!!! Sei sempre molto carino e generoso nei confronti dello sciameinquieto <3
EliminaSe ho un po' di tempo in questi giorni magari provo a fare la stessa cosa a mia volta!
Un abbraccio e a risentirci presto!