So di dare un dispiacere ai miei amici e colleghi bibliotecari che hanno visto questo documentario di Frederick Wiseman molto prima di me e che me l’hanno più o meno caldamente consigliato. Ebbene, a me il film non è piaciuto granché dal punto di vista cinematografico.
Attenzione, concordo certamente sul fatto che Wiseman sia riuscito a raccontare a tutto tondo il sistema bibliotecario pubblico di New York e il ruolo culturale e sociale che le biblioteche svolgono nei diversi quartieri, nonché il lavoro dei bibliotecari non solo nel momento del contatto con gli utenti bensì anche dietro le quinte, però un film non si giudica solo da questo ma anche dalla sua confezione.
E a mio parere il film di Wiseman perde appeal man mano che la visione procede. Un film che dura quasi tre ore e mezzo di per sé stesso non mette lo spettatore nella migliore disposizione d’animo e – devo aggiungere – non rende nemmeno un grande servizio al mondo delle biblioteche e dei bibliotecari, confermando con la sua stessa lunghezza e parziale lentezza una certa percezione e idea della biblioteca che circola non tanto tra chi già le utilizza ma tra chi non ci ha mai messo piede.
La struttura ricorsiva del film che vede alternarsi momenti della vita delle biblioteche del sistema pubblico newyorkese (letture pubbliche, conferenze, concerti, dibattiti, performance, servizi di reference, consultazione delle varie tipologie di materiali bibliografici disponibili, servizi per utenti con varie forme di disabilità, azioni di inclusività, riunioni dello staff) separati gli uni dagli altri da sequenze-video girate nelle strade e nei luoghi circostanti la sede delle diverse branches della biblioteca dopo un po’ si fa noiosa e in qualche modo ripetitiva.
Le clip estrapolate dagli eventi svoltisi in biblioteca a volte suscitano curiosità e interesse, altre volte invece risultano troppo lunghe o comunque poco congeniali per chi guarda, sebbene capisco che l’intento sia quello di dare conto della molteplicità, se non infinità di aree di interesse e settori di attività della biblioteca, e della sua capacità di poter offrire una proposta culturale per qualunque nicchia di utenti.
Sarà che nel mio caso - visto che mi occupo e lavoro in biblioteca da ormai più di 20 anni - sono cose tutto sommato abbastanza scontate e conosciute (sebbene il dubbio che le riunioni reali dello staff direttivo si svolgano proprio così mi rimane) ma alla fine ho fatto davvero fatica ad arrivare fino in fondo.
Sarebbe interessante ascoltare il parere di chi ha poca esperienza delle biblioteche, ma in questo nemmeno la chat popolata dagli spettatori durante la visione su MyMovies è stata di molto aiuto, visto che – a differenza che per altri film – in questo caso i commenti sono stati pochi, e in alcuni casi talmente prematuri che a qualcuno è venuto il dubbio che siano stati espressi senza nemmeno vedere il film. O forse già il ridotto numero dei commenti è di per sé una prova del fatto che - un po’ come le biblioteche – anche i film, o quantomeno i documentari, sulle biblioteche non sono cosa da grande pubblico.
Voto: 3/5
martedì 30 giugno 2020
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Se posso permettermi: mi chiamo Francesca, sono un'insegnante di scuola primaria.Appena uscito il documentario, sulle scia delle recensioni più che positive lette sui mezzi di i formazione, ho "lasciato" il mio piccolo paesino della Lunigiana per poter vedere il documentario a Pisa in un Cineforum. Devo dire che mi aspettavo una cosa completamente diversa. Sia io che mio marito( che si era prodigato nella ricerca di una visione a noi accessibile su mia espressa richiesta) lo abbiamo trovato molto lento ed estremamente tecnico. Spiace dire che non abbiamo aspettato la fine della proiezione:non ce l'abbiamo fatta.
RispondiEliminaCara Francesca, ti ringrazio moltissimo del tuo commento. In quanto bibliotecaria, ho visto il film perché quando è uscito tanti colleghi me l'hanno consigliato entusiasti. Finalmente un film su una biblioteca! E che biblioteca! Poi quando l'ho visto l'ho trovato anche io ripetitivo e noioso. Mi sono chiesta se questa impressione dipendesse dal fatto che racconta cose che noi bibliotecari conosciamo già e se agli altri spettatori avesse fatto un effetto diverso. Ma tu con il tuo commento mi confermi l'idea che il film non fa un buon servizio alle biblioteche e ne fissa ancora di più lo stereotipo che le caratterizza. Peccato...
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