Giuseppe Patroni Griffi l'ho scoperto e amato da subito dopo aver visto la trasposizione teatrale del suo romanzo Scende giù per Toledo, portato nel 2018 al Piccolo Eliseo dal bravissimo Arturo Cirillo. Quello è stato per me l'anno della scoperta del teatro napoletano degli anni Settanta e Ottanta (non solo Patroni Griffi, ma anche Annibale Ruccello), e in quella circostanza è emerso il desiderio di vedere a teatro una delle opere più famose di Patroni Griffi, Persone naturali e strafottenti.
L'occasione è arrivata grazie a Giancarlo Nicoletti, il regista teatrale che - dopo aver messo in scena lo spettacolo al Palladio qualche anno fa - lo ha portato quest'anno al Teatro Vittoria, anche in veste di attore protagonista, essendo lui il bravissimo interprete del travestito MariaCallàs.
La storia è quella di quattro persone, che si ritrovano la sera dell'ultimo dell'anno nella casa di Donna Violante (una brava Marisa Laurito), ex serva e cameriera di un bordello, che ora arrotonda subaffittando la sua stanza da letto al travestito MariaCallàs quando questi deve incontrare un cliente. In questo caso MariaCallàs porta con sé due persone: Fred (Guglielmo Poggi), un giovane studente omosessuale di origini napoletane che vive a Roma e torna a Napoli per i suoi incontri sessuali, e Byron (Livio Beshir), uno scrittore di colore che è a Napoli per una sua ricerca. In realtà, MariaCallàs sta a sua volta subaffittando la stanza ai due che, dopo un incontro occasionale in un bar, vogliono passare insieme la notte di Capodanno.
Lo spettacolo si articola in due atti, il cui punto di cesura è rappresentato dal momento in cui si consuma l'incontro sessuale tra Fred e Byron. Alla riapertura del sipario la stanza dove tutto avviene si presenta rovesciata, come se prima guardassimo tutto dall'esterno e poi - una volta entrati nelle vite e nell'intimità dei personaggi - potessimo guardarli dall'interno.
I quattro personaggi - come già avevo avuto modo di osservare per il personaggio di Scende giù per Toledo, Rosalinda Sprint, un altro travestito - sono un mix inscindibile di comicità e dramma, vitalità e solitudine, così come in tutto il testo e la narrazione si alternano e si confondono registro alto e basso, linguaggio intellettuale e volgare, contenuti sociali e trivialità.
MariaCallàs, che Nicoletti reinterpreta ispirandosi chiaramente al Frank-n-Furter di Tim Curry del Rocky Horror Picture Show, è un personaggio scoppiettante e strabordante, dotato di un'intelligenza fine e di una spiccata sensibilità, in cui il confine tra la sostanza e la forma è labile e difficile da cogliere perfettamente, costantemente impegnato nel garantirsi la sopravvivenza, ma in realtà profondamente desideroso di essere accettato e amato per quello che è.
Donna Violante è una donna semplice, ma non stupida, che ne ha viste troppe nella vita ed è dunque abituata a tutto, alla disperata ricerca di mezzi di sostentamento, curiosa ai limiti dell'invadenza, ma in fondo di buon cuore, e dunque petulante soprattutto perché sola.
Fred è un giovane apparentemente ottimista e riconciliato con la vita e con la propria omosessualità, esuberante e amante del sesso, ma in realtà costretto a cambiare città per essere davvero sé stesso ed esprimere la propria sessualità.
Infine Byron è un uomo colto e introverso, ma pieno di rabbia per le umiliazioni e le discriminazioni subite in quanto nero, desideroso di trovare modi per sostenere la causa dei neri (il suo personaggio fa un po' pensare a James Baldwin), ma talmente accecato dall'ira da non riconoscere chi e cosa nel mondo circostante è ìdalla sua parte.
Il risultato dell'incontro tra queste quattro diverse solitudini è un fuoco di artificio che assomiglia di più alle granate di una guerra, e che in fondo lascerà per terra solo macerie.
Come in Scende giù per Toledo, si ride anche in modo chiassoso per i doppi sensi e il linguaggio esplicito di cui Patroni Griffi non si vergogna affatto, ma la malinconia dimora dietro ogni risata. Di fronte a personaggi che pure potrebbero essere lontanissimi da noi e dal nostro vissuto quotidiano e che vivono in un momento storico già piuttosto lontano dal nostro presente, troviamo in realtà quell'umanità dolente e quei temi universali che sono senza tempo e senza luogo e che ci arrivano dritti al cuore. Io almeno l'ho vissuta così.
Voto: 4/5
venerdì 24 gennaio 2020
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