giovedì 30 gennaio 2020

Marsiglia e la luce del Mediterraneo (I parte)

Marsiglia: il vecchio porto di notte
Quest'anno io e S. decidiamo di trascorrere l'ultimo dell'anno in una città di mare e la nostra scelta cade su Marsiglia, città unica e affascinante che io avevo visitato quasi quindici anni fa, proprio all'inizio del processo di rinnovamento e riqualificazione che l'ha caratterizzata.

Scegliamo di andarci in macchina da Bologna, senza valutare adeguatamente il fatto che le autostrade liguri sono ormai un tratto della rete su cui non si può fare affidamento in alcun periodo dell'anno. Così all'andata ci tocca la coda tra Varazze e Albisola, e poi la disavventura al casello di Celle Ligure dove stupidamente e non so bene per quale cortocircuito mentale entriamo senza prendere il biglietto, cosicché dobbiamo uscire subito dopo e al ritorno passare a un Punto Blu per annullare l'eventuale multa. Al ritorno, oltre al fatto che sono reduce da una notte in bianco, causa virus intestinale, ci tocca un'altra coda piuttosto lunga, a causa del crollo di parte del soffitto di una galleria, sempre nel tratto ligure.

Tramonto ad Antibes
A parte questi inconvenienti, i giorni francesi ci regalano cieli azzurrissimi, meravigliosi tramonti, belle passeggiate e tanto relax.

Sulla strada del viaggio di andata ci fermiamo per una pausa con crepe ad Antibes, dove godiamo di una magica atmosfera rosata che avvolge tutto il porto e che ci immerge appieno nella nostra vacanza.

Stradina al Panier
1. Le Panier

A Marsiglia siamo ubicate nel quartiere Le Panier, diciamo il "centro storico" della città, inerpicato su per una collina che mi era piaciuto tanto la prima volta che ci ero stata e per il quale confermo il mio amore incondizionato. Abbiamo un piccolo appartamentino che si affaccia su una piccola scalinata molto caratteristica che collega Rue du Panier a Place des Moulins, la piazza forse più grande del quartiere, il cui fascino è solo lievemente offuscato dalle troppe macchine parcheggiate (del resto è quasi l'unico posto del quartiere dove si può parcheggiare).

Street art al Panier
La prima cosa che ci colpisce di Marsiglia è che - pur essendo diventata una meta turistica piuttosto rinomata e avendo puntato molto sul turismo (soprattutto dopo essere stata Capitale Europea della Cultura nel 2013) - sembra che la vita dei marsigliesi ne sia stata intaccata solo in minima parte. Non a caso quando arriviamo il 29 sera, e sono solo le 20,30 circa, al Panier è praticamente tutto chiuso e, anche allargando la ricerca nelle aree circostanti, facciamo fatica a trovare un posto decente che ci dia da mangiare. Alla fine finiamo in un piccolo ristorante greco dove il gestore, nordafricano, praticamente ci fa un favore a farci preparare uno spiedino e un ghiros con patate fritte.

La Vieille Charité
Sappiate però che il problema esiste anche il lunedì, giornata in cui a Marsiglia tantissimi bar e luoghi di ristorazione in generale sono chiusi. Dunque se andate a Marsiglia per pochissimi giorni e volete provare i posti migliori dove mangiare forse meglio evitare la domenica e il lunedì.

Per fortuna il lunedì mattina è aperto almeno il bar des 13 Coins (reso celebre dai romanzi di Izzo), che sta in una specie di piazzetta o forse sarebbe meglio dire un punto di confluenza di diverse strade del quartiere ed è caratterizzata da un grande murale che occupa parte della parete di un palazzo. Dopo un cafè crème e un ottimo croissant partiamo alla scoperta delle piazze e delle viuzze del quartiere, abbellite dall'onnipresente street art che è un tratto caratterizzante di Marsiglia in generale e di questa zona in particolare.

Nella piazza che si apre tra Rue du Panier e Rue du Petit Puit ci fermiamo a comprare delle t-shirt nel bel negozietto che si chiama Bande de Sardines e dei saponi da 72% Petanque, una bella savonnerie non lontana. Molto belle e caratteristiche anche Place de Lenche, quella forse più movimentata con i tanti tavolini dei bar circostanti che la affollano, e la Place des Pistoles, piazze ognuna diversa dall'altra per dimensioni, forma e anima.

Mucem e Fort Saint Jean
2. Il Mucem e la Ville Méditerranée

Dopo aver girato in lungo e in largo Le Panier (la Vieille Charité la vediamo solo dall'esterno!), decidiamo di scendere verso il mare dove il nostro obiettivo è il Mucem, il Museo della Civilizzazione e del Mediterraneo, articolato sulla sede storica del Fort Saint Jean e sul nuovo edificio progettato da Ricciotti con la sua inconfondibile copertura reticolare, effetto mashrabiyya.

Gli edifici che compongono il museo sono collegati tra loro e alla città, in particolare all'Eglise Saint Laurent, da passerelle sospese che offrono scorci e vedute di grande effetto sulla città. L'area riqualificata che affaccia sul mare è completata dalla Ville Méditerranée, l'edificio realizzato da Stefano Boeri e dedicato al dialogo nel Mediterraneo.

La cattedrale vista dal Mucem
Facciamo un giro in un paio di mostre al Mucem, in particolare quella su Jean Giono e la semi-permanente dedicata alle città del Mediterraneo, molto bella!.

3. Les docks

Con una bella passeggiata lungo il waterfront raggiungiamo la zona dei docks, che pure sono stati ristrutturati e trasformati in un'area commerciale e di uffici. Qui ci fermiamo per un pranzo orientale da Dakao, dove mangiamo un ottimo wok di riso e una zuppa Pho. Gli spazi a disposizione sono tantissimi ed enormi, e la sensazione è che i docks non abbiano attirato un numero di esercizi commerciali e attività sufficienti a riempirli. In generale non c'è moltissima gente a differenza che nel centro commerciale di fronte. Ovviamente è difficile giudicare da una sola visita e non è facile comprenderne i motivi, ma tant'è.

Dentro il Mucem
Dopo pranzo, facciamo anche noi un salto al centro commerciale, non per i negozi (uguali in tutto il mondo, tranne Uniqlo che in Italia c'è solo a Milano), ma per la grande terrazza che affaccia sul porto e dove si affollano centinaia di persone.

Riattraversando i docks ci affacciamo a vedere dall'esterno l'edificio FRAC (dedicato all'arte contemporanea), e poi prendiamo il tram (che era in costruzione la volta precedente che ero stata a Marsiglia) verso Rue de la Republique.

4. La cena

Per la sera, dopo la faticosa ricerca in cui dobbiamo escludere tutti i ristoranti chiusi di lunedì, ci decidiamo per il Bistrot des dames, a Place des Huiles, dalla parte opposta del porto rispetto a dove siamo noi (20 minuti a piedi).

Il ristorante, tappezzato di foto tratte da giornali che hanno come soggetto tre donne, e caratterizzato da pareti scrostate e arredi vintage, è un posto interessante dove mangiamo molto bene: sardine di antipasto, capesante alla curcuma, merluzzo in salsa, fichi arrosto con gelato al pistacchio e soprattutto il buonissimo pain perdu (un pane fritto con pera cotta ricoperto di caramello salato e gelato).

(Il racconto di viaggio continua qui)

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