mercoledì 20 luglio 2022

Islanda: viaggio alle origini del mondo - Seconda parte

Leggi la prima e la terza puntata del racconto di viaggio e guarda la più ampia selezione di foto sulla mia pagina Behance.
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Möðrudalur
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5° tappa: Seyðisfjörður - Akureyri

In questa giornata iniziamo con la deviazione sulla sterrata 901, una strada solitaria, bellissima, con paesaggi lunari e marziani davvero mozzafiato. A un certo punto compare anche il profilo del vulcano Askja coperto di neve. Tutto questo per arrivare a Möðrudalur, un piccolissimo villaggio fatto di una fattoria, un ristorante e alcune case del tipo turf houses, che è incredibilmente fotogenico.

Selfoss
Altra tappa importante del giorno sono due cascate, Dettifoss e Selfoss, che si trovano nella stessa zona. Anche in questo caso ci arriviamo attraverso la sterrata anziché per la strada asfaltata: bella, soprattutto le parti che si presentano come deserti di pietre, ma non come la 901. Arrivate a Dettifoss davanti a noi si apre il canyon in cui scorre l'Ölfusá, risalendo il quale vediamo questa cascata imponente che è la più grande d'Europa per portata. Decidiamo di proseguire il sentiero tra le pietre che dopo circa 1,5 km porta alla cascata di Selfoss, molto ampia e con tantissime cascate laterali. Davvero bella nonostante le numerose cascate che abbiamo già visto.

Hverir
Risalendo ancora verso nord merita una sosta la zona di Hverir, dove facciamo una passeggiata nell'area delle solfatare, davvero suggestive, con i suoi colori saturi (giallo ocra, rosso mattone, grigio cenere ecc). Sembra di essere in un girone infernale. Intorno il paesaggio ricorda la zona del Timanfaya di Lanzarote.

Dopo aver superato la zona delle terme di Hverir e dell'impianto geotermico proseguiamo verso Grjótagjá. Si tratta di grotte con acqua calda, che un tempo venivano usate come terme ma dopo un evento vulcanico sono diventate troppo bollenti e quindi ormai sono più che altro un'attrazione turistica. Niente di imperdibile, ma interessanti.

Gli pseudocrateri del Mývatn
Si punta infine verso il Mývatn (il lago dei moscerini) attraversando la zona di Dimmuborgir dove c'è l'area con le torri di lava, che vediamo però solo dalla macchina. Ci fermiamo invece nella zona sud del lago dove ci sono gli pseudocrateri, delle collinette a forma di crateri coperti di erba e popolati da pecore e uccelli. Sono il frutto di un altro strano fenomeno vulcanico su cui ci siamo documentate ma che non abbiamo ben capito. Facciamo la passeggiata verso i crateri da cui si gode di un bel panorama sul lago e non ci sono nemmeno troppi moscerini.

Goðafoss
Infine la giornata termina a Goðafoss che inizialmente avevamo pensato di saltare. Per fortuna non l'abbiamo fatto. Ci sono pochissime persone. Il tempo è molto nuvoloso ma con squarci di azzurro. Noi ci fermiamo al parcheggio sul lato sinistro della cascata, da dove andiamo a tutti i punti panoramici compreso quello direttamente sul fiume che fa paura ma è anche molto bello. Atmosfera molto sturm und drang.

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6° tappa: Akureyri - Reykhólar

Vatnsnes
La penisola di Vatnsnes (in realtà è ridondante perché "snes" sta per penisola) è per noi la principale meta di questa tappa. Arriviamo a Borgarvirki (la collina basaltica fortificata) che piove e fa un freddo cane. Proseguiamo verso Hvítserkur, uno scoglio lavico a forma di elefante/mammut, molto suggestivo. Però c'è un vento e un freddo notevoli e ricomincia a piovere. Quindi rinunciamo a verificare la presenza di foche nella vicina Ósar. Proseguiamo il giro della penisola che si rivela bellissima. Paesaggi stupendi, viste mozzafiato, un faro, tante fattorie, tanti cavalli, pecore e sterne artiche. Da qui puntiamo direttamente a Reykhólar. Nel mentre scorci e paesaggi bellissimi sui fiordi occidentali, che tocchiamo solo nella parte più a sud (sarebbe da tornarci apposta).

Sullo sterrato 570 verso lo Snæfellsjökull
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7° tappa: Reykhólar - Grundarfjörður

Obiettivo di questa tappa è Snaefellsnes. Lungo il tragitto da Reykhólar ci beiamo dei paesaggi e quando imbocchiamo la penisola decidiamo di fare la costa settentrionale per poi scendere su quella meridionale. Prima sosta a Ytri Tunga dove c'è una spiaggia nera sulle cui rocce alberga una grande colonia di foche che questa volta vediamo davvero da vicino.

Passiamo davanti a Bjarnafoss (un'altra cascata!) senza fermarci, breve sosta alla chiesa nera di Budir dove c'è un bel panorama ma ci sono troppi turisti. Quindi proseguiamo verso Arnarstapi. Prima però imbocchiamo lo sterrato 570 verso lo Snæfellsjökull, che ci porta fino all'inizio del ghiacciaio, dove gli islandesi si divertono con sci, motoslitte e snowboard.

Verso Arnarstapi
Da Arnarstapi facciamo l'imperdibile/immancabile sentiero costiero verso Hellnar, da cui si vedono scogliere, insenature, colonne basaltiche, uccelli in quantità. Proseguiamo dunque lungo il parco dello Snæfellsjökull fino alle scogliere di Svalpufa-Pufubjarg (pilastri di Londrangar) e al faro di Malariff poco più avanti. Ultima sosta di oggi prima della destinazione è la spiaggia nera di Djúpalónssandur-Dritvík alle spalle della quale c'è una laguna che pare essere collegata al mare e sulla quale si vedono i resti di un peschereccio naufragato molto tempo fa. Ci si può anche misurare con il gioco delle pietre da sollevare, ma per noi anche la più piccola è troppo pesante.

Kirkjufell
Prima di arrivare a Grundarfjörður ci fermiamo ovviamente al Kirkjufell, la fotografatissima montagna che vediamo da lontano ma all'inizio non riconosciamo perché nelle foto si vede sempre con il suo profilo a punta, mentre in realtà nella parte alta è piatta. Ci torneremo la sera dopo cena per le fotografie al tramonto sia della montagna stessa sia delle Kirkjufellfoss, le cascate che ci sono ai suoi piedi. Passeggiamo vicino alla montagna mentre il sole cala e apprezziamo la luce della vallata con i cavalli e il sollevarsi della marea che ci offre qualche bella foto del Kirkjufell riflesso.

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8° tappa: Grundarfjörður - Reykjavík

Harpa, Reykjavík
La destinazione di oggi è la capitale Reykjavík (facciamo una breve sosta a Stykkishólmur che però non ci colpisce particolarmente). Nella capitale - dove arriviamo con il grigio e la pioggerellina - vediamo l' l'Harpa e visitiamo il mercato delle pulci (Kolaportið). Dopo cena finalmente smette di piovere e decidiamo di fare una passeggiata al laghetto, poi alla chiesa iconica di Reykjavik e infine tra le stradine e sul porto a vedere il Sólfar al tramonto, quando finalmente il sole ha spazzato via le nuvole e dunque possiamo apprezzare i giochi di luce e ombra.

Il giorno dopo andiamo al Perlan, un edificio moderno con una grossa cupola centrale, per vedere la città dall'alto, e non rimaniamo deluse. Sulla strada verso l'aeroporto, faremo anche una sosta alle colline rosse di Raudholar e una breve puntatina al bridge between two continents (nella penisola di Reykjanes), che è un ponte che unisce le zolle tettoniche dell'Europa e del Nord America.

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