La valle dietro Reynisfjara |
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Percorso
Il giro che facciamo è - con qualche variante - quello classico dei viaggi in Islanda, ossia una specie di percorso circolare intorno all'isola seguendo la Ring 1, che alcuni fanno in senso orario partendo da Reykjavík, mentre noi decidiamo di fare in senso antiorario per avere subito l'impatto con la zona più turistica dell'Islanda, il cosiddetto Circolo d'Oro. Già ci eravamo rese conto, studiando il viaggio su carta, che bisognerebbe avere almeno 12 giorni per poter fare tutte le escursioni consigliate (penso alle isole Vestmann, ovvero al giro in barca a nord per vedere le balene) e soprattutto per girare almeno un pochino i fiordi occidentali. Noi in 8 giorni dobbiamo concentrare gli sforzi, senza rinunciare a quello che riteniamo essenziale (e comunque facciamo 2.500 km di macchina).
I cavalli islandesi |
1° tappa: Keflavík- Selfoss (per l'esattezza Árnessýslu)
2° tappa: Selfoss - Vík í Mýrdal
3° tappa: Vík í Mýrdal - Höfn
4° tappa: Höfn - Seyðisfjörður
5° tappa: Seyðisfjörður - Akureyri
6° tappa: Akureyri - Reykhólar
7° tappa: Reykhólar - Grundarfjörður
8° tappa: Grundarfjörður - Reykjavík
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Strokkur prima del getto |
1° tappa: Keflavík- Selfoss (per l'esattezza Árnessýslu)
Questa prima tappa è dedicata al Circolo d'oro, e per noi inizia con uno splendido panorama sul lago Þingvallavatn, da cui si arriva a Þingvellir, la zona del primo parlamento islandese, e Almannagjá, la faglia. In questa zona non perdete la passeggiata nella valle fino alla chiesetta e alla casa estiva del primo ministro islandese, con un piccolo cimitero sul fiume.
Gullfoss |
Non lontano da quest'area facciamo una passeggiata a piedi a vedere delle capanne abbandonate molto fotogeniche. In questa zona non può mancare una puntata a Gullfoss (foss in islandese significa "cascata"), dove arriviamo con un tempo bellissimo e quindi possiamo godere uno straordinario spettacolo di arcobaleni; i punti di osservazione sulla cascata sono diversi, uno anche molto vicino al punto del salto, e noi non ce ne facciamo mancare nessuno. Andiamo anche alla secret lagoon vicino Flúðir, ma arriviamo troppo tardi rispetto agli orari di apertura.
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2° tappa: Selfoss - Vík í Mýrdal
Prima andiamo a vedere il cratere di Kerið, che ieri avevamo saltato, e che è suggestivo perché si può fare la passeggiata in alto ai suoi bordi, oppure scendere sul sentiero che affianca il lago che si è creato nell'invaso. Oggi però è soprattutto la giornata delle cascate (ma in Islanda le cascate sono praticamente ovunque) e della spiaggia nera. Imperdibile Seljalandsfoss, la cascata che si può vedere sia dal davanti che passando sul retro, e a poche decine di metri Gljufrabui, dove si entra in una grotta passando sulle rocce sporgenti dall'acqua e si arriva in una specie di grotta aperta nella parte alta, da dove si getta la cascata. Di grandissimo effetto!
Grande e bella anche Skógafoss, pure qui - grazie al sole - con tanti arcobaleni che si possono fotografare e attraversare. Accanto una lunga scalinata che porta in cima per vedere da dove arriva la cascata e il punto in cui fa il salto.
Sulla strada tra Seljalandsfoss e Skogafoss si incontrano delle turf houses (sono le casette con il tetto ricoperto d'erba e fatte di torba) molto carine (una delle quali visitabile all'interno), intorno alle quali pascolano molte pecorelle e dove un'asiatica ha preso una capocciata per cui ha la fronte coperta di sangue! Nella stessa zona si cominciano a incontrare i cavalli islandesi con la lunga frangia, che diventeranno un elemento costante del paesaggio.
La seconda parte di questo percorso prevede la visita al promontorio di Dyrhólaey, dove facciamo sia il sentiero verso Lagey che quello verso Haey (ci sono qui dei fotografi con grandi teleobiettivi che fotografano le pulcinelle di mare, che noi vediamo a malapena). Vediamo dall'alto la spiaggia nera di Reynisfjara che poi raggiungeremo dopo cena per il "tramonto" (a fine maggio/inizi giugno il sole scende di poco sotto l'orizzonte verso mezzanotte e mezza e risale dopo un paio d'ore: praticamente non è mai buio). Fotografia d'obbligo alle rocce basaltiche e all'immensità un po' paurosa di questa spiaggia, dove in un angolo vediamo anche una piccola pulcinella di mare probabilmente non in buone condizioni. Al ritorno la valle che sta alle spalle della spiaggia è completamente coperta di uno strato di nebbia (o nuvole bassissime) sopra le quali c'è il sole e il tramonto. C'è un'atmosfera magica.
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3° tappa: Vík í Mýrdal - Höfn
Uscendo da Vík í Mýrdal si attraversa il mýrdalssandur, il deserto di sabbia alluvionale - che diventa poi deserto di lava - che prosegue per chilometri e chilometri creando un'atmosfera quasi post-apocalittica. Fantastico! Ci fermiamo a Skaftáreldahraun a vedere un pezzo di deserto roccioso con rocce tondeggianti ricoperte da un particolare tipo di muschio.
In questa zona merita certamente una sosta Fjaðrárgljúfur, un canyon tra alte rocce attraversato da un fiume, dove si può fare il sentiero che conduce fino alla cascata. Poi è ancora deserto di sabbia alluvionale, quasi fino al Vatnajökull, dove facciamo la piccola passeggiata fino alle propaggini del ghiacciaio, ma dove è possibile anche prenotare delle escursioni sul ghiacciaio con la guida.
Alla cascata che si chiama Svartifoss non andiamo perché è tardi, mentre la cosa più incredibile della tappa di oggi è la Jökulsárlón: scendiamo sulla spiaggia dal sentiero prima del ponte. La laguna glaciale è uno spettacolo bellissimo e difficile da descrivere a parole, e persino con le foto. Per capire la sua bellezza bisogna vederla: per noi la cosa più straordinaria vista in questa vacanza. Qui è possibile anche avvistare tantissimi tipi di uccelli (soprattutto sterne artiche, onnipresenti in Islanda) e le foche.
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Imperdibile la zona di Stokksnes e la vista sulla montagna Vestrahorn che si specchia sulla bassissima laguna ai suoi piedi (si può anche fare un giro sulla spiaggia nera e andare ad avvistare le foche). Quando ci andiamo noi su Vestrahorn c'è un enorme nuvolone, che mi fa temere che non potremo apprezzare l'effetto riflesso, che invece si rivela anche con queste condizioni di luce sorprendente e quasi ipnotizzante.
Sulla strada avvistiamo per la prima volta le renne, che poi reincontreremo e rivedremo ancora più da vicino in altri momenti.
Merita una sosta anche il faro di Hvalnes, da dove c'è una splendida vista sulle montagne e sui fiordi orientali. Giunte in prossimità dei fiordi orientali, decidiamo di fare la sterrata 939 che va su per la montagna arrivando prima a una cascata grande (con vista spettacolare) e poi attraversando paesaggi con neve e cascate a non finire.
Seljalandsfoss |
2° tappa: Selfoss - Vík í Mýrdal
Prima andiamo a vedere il cratere di Kerið, che ieri avevamo saltato, e che è suggestivo perché si può fare la passeggiata in alto ai suoi bordi, oppure scendere sul sentiero che affianca il lago che si è creato nell'invaso. Oggi però è soprattutto la giornata delle cascate (ma in Islanda le cascate sono praticamente ovunque) e della spiaggia nera. Imperdibile Seljalandsfoss, la cascata che si può vedere sia dal davanti che passando sul retro, e a poche decine di metri Gljufrabui, dove si entra in una grotta passando sulle rocce sporgenti dall'acqua e si arriva in una specie di grotta aperta nella parte alta, da dove si getta la cascata. Di grandissimo effetto!
Skógafoss |
Sulla strada tra Seljalandsfoss e Skogafoss si incontrano delle turf houses (sono le casette con il tetto ricoperto d'erba e fatte di torba) molto carine (una delle quali visitabile all'interno), intorno alle quali pascolano molte pecorelle e dove un'asiatica ha preso una capocciata per cui ha la fronte coperta di sangue! Nella stessa zona si cominciano a incontrare i cavalli islandesi con la lunga frangia, che diventeranno un elemento costante del paesaggio.
Reynisfjara |
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Il deserto di sabbia e lava a est di Vík í Mýrdal |
Uscendo da Vík í Mýrdal si attraversa il mýrdalssandur, il deserto di sabbia alluvionale - che diventa poi deserto di lava - che prosegue per chilometri e chilometri creando un'atmosfera quasi post-apocalittica. Fantastico! Ci fermiamo a Skaftáreldahraun a vedere un pezzo di deserto roccioso con rocce tondeggianti ricoperte da un particolare tipo di muschio.
In questa zona merita certamente una sosta Fjaðrárgljúfur, un canyon tra alte rocce attraversato da un fiume, dove si può fare il sentiero che conduce fino alla cascata. Poi è ancora deserto di sabbia alluvionale, quasi fino al Vatnajökull, dove facciamo la piccola passeggiata fino alle propaggini del ghiacciaio, ma dove è possibile anche prenotare delle escursioni sul ghiacciaio con la guida.
Jökulsárlón |
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4° tappa: Höfn - Seyðisfjörður
Vestrahorn |
Sulla strada avvistiamo per la prima volta le renne, che poi reincontreremo e rivedremo ancora più da vicino in altri momenti.
Le renne in posa |
Bello anche il giro del Mjóifjörður, una lunghissima sterrata che anche in questo caso sale sulle montagne e riscende verso il fiordo fino al relitto della nave. Paesaggi bellissimi, tante cascate tra cui la Klifbrekkufossar, che è un insieme di salti e sembra "Granburrone". Anche la strada, questa volta asfaltata, verso Seyðisfjörður è molto bella e permette prima di gettare uno sguardo sulla vallata del Lagarfljót e di Egilsstaðir, poi ti attraversare il passo innevato e costeggiare il lago ghiacciato, infine di vedere la Gufufoss, una cascata che niente ha da invidiare a quelle più famose, con la sua struttura ad anfiteatro.
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