Troppo facile amarti in vacanza / Giacomo Keison Bevilacqua. Milano: Bao Publishing, 2021.
Di Giacomo Keison Bevilacqua avevo già letto un altro racconto lungo a fumetti, Il suono del mondo a memoria, apprezzandolo dal punto di vista stilistico e anche per l’originalità narrativa, mentre ammetto di non aver mai letto le strisce di A panda piace per il quale l’autore è diventato famoso.
Probabilmente è proprio grazie all’esistenza di A panda piace che Bevilacqua, nel momento in cui si sposta sul graphic novel, può permettersi di lavorare a progetti ambiziosi con grande libertà.
A questa categoria appartiene questo ultimo lavoro, Troppo facile amarti in vacanza, in cui Bevilacqua propone, attraverso i personaggi di due giovani, Linda B. e Aman, due punti di vista diversi su un mondo in decadenza fisica e morale.
Linda B. è una giovane che decide di abbandonare, insieme al suo cane Follia, il luogo dove ha sempre vissuto alla ricerca di qualcosa per cui valga ancora la pena vivere. In questo futuro distopico, ma non tanto lontano dal nostro tempo, in cui Linda B. vive, il mondo che conosciamo mostra i segni del sopravvento che acqua e natura stanno prendendo su case e monumenti, e soprattutto la gente che lo abita manifesta comportamenti sempre più assurdi e incomprensibili (dal paese dove le donne devono vivere recluse in casa sottomesse ai loro mariti al ristorante stellato dove lo chef tiene per sé gli ingredienti migliori e prepara piatti insapore per la sua lunga fila di clienti in cerca solo dell’esperienza, fino ad arrivare al multimilionario che ha comprato Firenze e ha deciso di dipingere di nero tutti i palazzi). Nel suo percorso, Linda B. incontrerà anche una giovane donna che vive su uno yacht impegnata solo a mangiare, bere e pensare, un gruppo di uomini che l’assaltano sessualmente in uno stabilimento termale e un uomo politico che spara al cane di Linda perché i due hanno violato la sua proprietà privata.
A questa specie di inferno che è il mondo nel quale Linda si muove fanno da contraltare – inframmezzando la conversazione, pur essendo temporalmente successive - le conversazioni di Linda con Aman, un immigrato che lavora per una ONG e che, con la tranquillità che è insita nel significato del suo nome, cerca di mostrare a Linda altri punti di vista e di far balenare qualche elemento di speranza.
È Aman la vacanza di Linda, ma – come suggerisce il titolo dell’albo – non è detto che questa parentesi di amore e speranza sia sufficiente a spegnere la rabbia della ragazza e a trasformare frustrazione e indignazione in qualcosa di realmente prospettico e costruttivo.
Nella sua sempre affascinante perfezione estetica e formale, arricchita in questo caso da una struttura a capitoli per ciascuno dei quali l’autore suggerisce una canzone come colonna sonora, l’albo di Bevilacqua trasuda pessimismo e disillusione, solo in parte temperata dalla presenza di Aman.
Sicuramente si tratta di un albo molto sentito e personale per l’autore, che non si sottrae alla condizione di mettere a nudo i propri sentimenti più profondi. Questa angoscia per il futuro si trasmette inevitabilmente al lettore e, nonostante le semplificazioni che caratterizzano le microstorie raccontate e la stereotipia dei personaggi, il fatto che in essi siano riconoscibili realtà e persone che fanno parte del nostro universo presente non può sfuggire a nessuno né farci chiudere quest’albo con l’animo sereno.
Voto: 3/5
sabato 20 settembre 2025
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