Il suono del mondo a memoria / Giacomo Bevilacqua. Milano: Bao Publishing, 2016.
Questo nuovo graphic novel pubblicato da Bao Publishing in edizione “di lusso” (grandi dimensioni, cartonato, a colori) è il primo albo realizzato da Giacomo Bevilacqua, già fumettista famoso grazie soprattutto al personaggio da lui creato nel 2008, A Panda piace.
Con questo lavoro, Bevilacqua si confronta però con una storia molto più intimista e con una realizzazione grafica ben più complessa.
Il suono del mondo a memoria racconta un mese nella vita di Sam, un fotografo che decide di fare un viaggio a New York, una città che ama e con cui si sente profondamente in sintonia, per fare fotografie (che è il suo lavoro) e produrre un articolo per la rivista che gestisce insieme a un suo amico.
A New York Sam esce ogni mattina con la sua macchina fotografica al collo, le cuffie alle orecchie e la curiosa decisione di non parlare con nessuno. In una città in cui milioni di persone si incontrano e scontrano ogni giorno, Sam è intenzionato a non intessere rapporti personali, bensì a mescolarsi nella folla in maniera del tutto anonima, la condizione ideale per sentire lo spirito della città e coglierlo attraverso le sue foto.
Sam guarda, scatta e poi chiude gli occhi per riguardare nella sua testa l’inquadratura appena catturata dalla sua macchina. Poi al termine del numero di scatti che si è fissato va con la sua schedina a farsele stampare. Tutto prosegue secondo questi rituali un po’ rigidi fino a quando Sam si accorge che nelle sue foto compare spesso una ragazza dai capelli rossi, che lui non ricorda assolutamente di aver visto e che nella memoria fotografica dei suoi scatti non c’è.
In un attimo gli equilibri che Sam ha costruito un po’ forzatamente si rompono e in un momento di distrazione qualcuno gli ruba la macchina fotografica. A questo punto il ragazzo non può più sottrarsi al confronto con il mondo che lo circonda e accetta di andare fino in fondo a quel piccolo mistero che ha infranto le regole della sua vita. E noi con lui impariamo che in questo mondo nessuno può rimanere spettatore non partecipante, e che in particolare in una città come New York l’interazione apparentemente anonima innesca meccanismi e combinazioni imprevedibili che conducono a esiti del tutto inaspettati.
La storia raccontata in questo albo da Giacomo Bevilacqua è – come spesso accade nei graphic novel – una storia piccola e molto personale, che però in questo caso riesce a espandersi grazie a due cose: il ruolo della città di New York e quello della fotografia.
È come se in questo albo ci fosse non solo il filtro dell’immagine disegnata, bensì anche quello dell’immagine fotografata. Molte pagine dell’albo contengono un’unica vignetta del formato classico di una fotografia stampata, che sono veri e propri sguardi sui protagonisti e sulla città, quella città che non è mai semplice sfondo, bensì a sua volta protagonista, se non addirittura deus ex machina degli eventi.
I disegni di Giacomo Bevilacqua sono al contempo iperrealistici e poetici, esattamente come le fotografie di un bravo fotografo che racconta la realtà, ma in un modo che è del tutto personale e irripetibile.
Voto: 3,5/5
lunedì 28 novembre 2016
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