martedì 1 novembre 2016

Un weekend tergesteo

Sono a Trieste il giovedì sera in quanto il giorno dopo ho un convegno, e arrivo tardissimo perché il treno si ferma un tempo spropositato a Portogruaro per un accertamento giudiziario sui binari a Latisana.

Ma visto che son giunta fin qui mi sembra un peccato non approfittare del weekend per scoprire questa città di frontiera.

Le previsioni del tempo sono orribili. Sembrerebbe che sabato ci attenda una giornata di temporale e pioggia, con un leggero miglioramento per domenica. Ma io e C. siamo disposte ad affrontare il rischio.

La nostra sistemazione è un bed & breakfast in pieno centro, Lo studio di Joyce, una casa bellissima con le porte vetrate e le stanze molto ampie, che - come ci racconta Andrea, il gestore - era lo studio di notaio di suo padre. Sistemazione davvero ottimale per esplorare in lungo e largo la città.

La sera del venerdì optiamo per una soluzione classica: andiamo da Pepi buffet, una formula molto diffusa a Trieste, in pratica semplici trattorie dove normalmente il piatto principale consiste in un assaggio di carne di maiale in tagli e cotture differenti, accompagnato da patate in tecia e crauti. Praticamente una cena austroungarica che ci lascia molto soddisfatte. Prima di cena ero anche riuscita a fare un salto in un altro posto storico di Trieste, il Caffè San Marco, con la sua atmosfera d'antan e la libreria all'interno.

Dopo cena ci concediamo un dolcino, un bicchiere di vino e un amaro alle erbe (buonissimo!) all'Osteria da Marino, che sta nelle stradine che si sviluppano a poca distanza dalla piazza della Borsa.

Il giorno dopo siamo pronte al diluvio universale e a girare con gli ombrelli portati da casa. Ma - anche se il cielo è coperto - azzardiamo l'uscita senza ombrelli e la nostra scommessa si conferma giusta, perché di lì a poco il cielo si fa azzurro ed esce un sole caldissimo. Dopo una passeggiata lungo il canal grande, ci dirigiamo verso la cattedrale di San Giusto e il castello e ci arriviamo attraverso la scala dei giganti. Il posto è molto bello, anche perché tra i due monumenti ci sono anche i resti del foro romano.

Visitiamo la bella cattedrale con i mosaici absidali e la statua sottomarina di San Giusto (in questo momento esposta perché tra un po' ci sono i festeggiamenti), poi entriamo nel castello e facciamo un giro sulle mura, godendo di una splendida vista sul golfo e sulla città, una città veramente particolarmente per il mix unico tra le tracce molto presenti del suo passato (e in certi casi anche presente) industriale, quelle della sua ascendenza austroungarica, evidente soprattutto nella grande piazza dell'Unità, ma anche quelle di epoca romana e medievale. Città montana e marinaresca al contempo, chiusa e aperta in modo profondamente originale.

Scendendo dalla collina dove sorge il castello, ci inoltriamo nella zona antica e medievale della città, tra le stradine che si snodano intorno a piazza Barbacan e all'arco di Riccardo, una zona della città in rinascita.

Per pranzo torniamo in zona piazza della Borsa e mangiamo un pasto sanissimo e buonissimo da Genuino. Satolle, facciamo una lunghissima passeggiata sul lungomare passando accanto al Salone degli Incanti e arrivando fino ai bagni Ausonia e ai bagni della Lanterna (o Pedocin), dove un muro alto tre metri divide l'area delle donne da quella degli uomini. Bagni di inizio Novecento bellissimi da vedere, dove entriamo a riposare un po' mentre c'è chi prende il sole e chi fa persino il bagno.

A questo punto, dopo un breve passaggio in via della Cavana e un tentativo di comprare l'amaro alla erbe in un'enoteca in via Madonna del mare (che però è chiusa), torniamo al b&b per un riposino. La sera ci concediamo un aperitivo al Bar Bacan nella omonima piazza e poi una ottima cena da Baracca e Burattini, dove mangiamo prosciutto di Praga con senape e rafano, sardoni marinati e la jota (una zuppa di crauti e salsiccia).


La domenica scegliamo la gita fuoriporta. Con la macchina andiamo in Valrosandra dove scorre il fiume Timavo e dove facciamo una piccola passeggiata nel bosco. Poi andiamo a pranzo a Muggia, un bellissimo paesino in stile veneziano con la cattedrale con la facciata stondata e le case colorate, che sta esattamente dall'altra parte del golfo di Trieste (dove ero già stata tempo fa di ritorno da una vacanza in bicicletta). Qui mangiamo una delle migliori grigliate di pesce della nostra vita (forse la migliore!) all'Ittiturismo La Terrazza, gestita dalla cooperativa locale dei pescatori.

Purtroppo è già ora di tornare a casa. Partiamo però  soddisfattissime e con un'idea luminosa (per fortuna!) di questa parte dell'Italia.

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