mercoledì 17 settembre 2025

L’attesa / Matsumoto Seichō

L’attesa / Matsumoto Seichō; trad. di Gala Maria Follaco. Milano: Adelphi, 2024.

Grazie ad Adelphi i lettori italiani appassionati di Matsumoto Seichō stanno avendo la possibilità di ripercorrere a poco a poco tutta la sua produzione narrativa, scoprendo dunque le molteplici pieghe della sua scrittura e della sua poetica.

Io ho già letto diversi suoi romanzi e devo dire che ne apprezzo la coerenza e al contempo la varietà della produzione, sebbene ci siano narrazioni che mi appassionano di più e altre di meno.

Quest’ultimo romanzo offerto da Adelphi al pubblico italiano, la cui versione originale risale al 1971, non mi ha conquistata particolarmente.

La storia è quella di Isako, una giovane donna sposata con il signor Sawada, che ha trent’anni più di lei. Per la donna quello con Sawada è un matrimonio di convenienza, al punto che Isako – la quale nel frattempo intrattiene diverse relazioni extraconiugali – sta già programmando il suo futuro dopo la morte del marito, futuro nel quale intende aprire un ristorante con i soldi del testamento del marito, da cui intende far escludere le sue figlie.

Il piano di Isako sembra essere messo in discussione dall’incarcerazione del giovane Ishii - uno degli uomini con cui ha una relazione - a causa della morte della fidanzata con la quale viveva e del cui omicidio è accusato. Isako metterà in campo tutte le sue armi di seduzione e di cinismo per raggiungere il suo obiettivo.

L’attesa condivide con gli altri romanzi di Seichō il punto di vista critico dello scrittore nei confronti della società giapponese, una società spesso fatta di apparenze e di individui che perseguono il proprio tornaconto pur rispettando le regole sociali, e il tono della narrazione resta quello ovattato e in sordina che è tipico di una scrittura in cui sembra non accadere niente, ma che invece prepara a svolte e colpi di scena.

In questo caso devo però dire che – complice un’antipatia fortissima nei confronti dei personaggi, ovviamente Isako, ma anche Sawada e diversi altri – ho fatto molta fatica ad appassionarmi alla storia, che mi sembrava si avvolgesse a spirale su sé stessa in attesa dello scioglimento finale.

Non a caso mi sono trascinata la lettura molto più a lungo del necessario a causa della mia resistenza ad abbandonare i libri che leggo, ma anche al termine della lettura e nonostante le rivelazioni finali che danno un twist importante al racconto non sono uscita soddisfatta da questa lettura.

Peccato. Aspetto a questo punto il prossimo titolo di Matsumoto Seichō che Adelphi deciderà di pubblicare per riconciliarmi con questo autore.

Voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!