Marsiglia: il mercato del pesce al Vieux-Port |
5. Le Vieux-Port, Noailles e Cours Julien
Il secondo giorno della nostra vacanza marsigliese la dedichiamo alla scoperta di un'altra parte di Marsiglia, per avere uno sguardo più ampio e più completo su una città sfaccettata e dalle tante anime. Prima scendiamo al porto per vedere i banchetti della vendita del pesce. In realtà è già tardi, e ormai di banchetti ne sono rimasti pochi e sono più a vantaggio dei turisti e delle loro macchine fotografiche che degli abitanti della città, però la passeggiata resta comunque caratteristica.
Ci fermiamo poi sotto l'Ombrière-Miroir, la grande copertura a specchio di Norman Foster che crea curiosi riflessi e rifrazioni, e dove è affascinante anche solo trascorrere un po' di tempo e osservare e osservarsi in questo gioco di capovolgimenti e di integrazioni tra realtà e riflesso della stessa.
Marsiglia: l'Ombrière-Miroir |
Marsiglia: scendendo da Notre Dame de la Garde |
Marsiglia: mangiare all'Anse de la Fausse Monnaie |
6. Notre Dame de la Garde e la passeggiata lungo la Corniche e le anse
Dal vecchio porto, con il comodissimo autobus n. 60 (grazie Google maps!), raggiungiamo Notre Dame de la Garde, la chiesa che domina e protegge la città ed è visibile praticamente da ogni sua parte. Da qui è possibile godere di una spettacolare vista a 360° sulla città e sul paesaggio circostante (in particolare Chateau d'If e Isole del Frioul), anche perché è una giornata limpidissima.
Marsiglia: Tramonto alla Plage des Catalans |
L'Estaque |
L'ultimo giorno di permanenza a Marsiglia lo dedichiamo alle "gite fuori porta". Prendiamo la macchina e prima andiamo a L'Estaque, il villaggio di pescatori ora inglobato nella città reso celebre dai pittori che ci andavano per dipingere (Cezanne, Braque). Diciamo che non è rimasto molto di quello che era il villaggio, se non le stradine più interne, mentre sul lungomare c'è ormai un porto affollatissimo di barche e subito a ridosso delle zone semindustriali.
Marsiglia: la Friche de la Belle de Mai |
Da qui in macchina ci dirigiamo prima nel quartiere Belle de Mai, dove ci fermiamo a vedere l'area della Friche, una vecchia fabbrica di tabacco che è stata trasformata in un luogo di arte, cultura e aggregazione. L'edificio è piuttosto spaventoso nelle sue dimensioni che sono difficilmente recuperabili nella loro interezza, ma le aree dello skatepark - completamente ricoperta di graffiti -, del treno trasformato in giostra per bambini, della terrazza con i tavolini a disposizione e del grande ristorante/pub (chiuso quando ci siamo state noi) sono parecchio affascinanti. Un'operazione interessante soprattutto perché inserita in un quartiere popolare e in parte un po' degradato.
Da qui non è molto distante il Palais Longchamp, un enorme (e il termine non rende l'enormità, soprattutto rispetto a quanto visto finora a Marsiglia) palazzo ottocentesco realizzato su un serbatoio dell'acqua (da cui sono state ricavate fontane e cascate), dove sono ospitati il Museo di Belle Arti e quello di Storia Naturale, ma i cui giardini sono pieni di gente che passeggia, legge e prende il sole.
Marsiglia: l'Unité d'Habitation |
La tappa successiva di questa giornata è l'Unité d'Habitation progettata da Le Corbusier come una struttura quasi autarchica, una specie di utopia urbanistica che nasce dal pensiero razionalista e che purtroppo - soprattutto in alcune realizzazioni successive - ha prodotto molti mostri e ghetti urbani. In realtà, quello di Le Corbusier non è un palazzo enorme come ci saremmo aspettate ed esteticamente non è affatto sgradevole. Entriamo e scopriamo che è possibile visitare alcuni piani (il terzo e il quarto in particolare) e le terrazze.
Marsiglia: terrazza dell'Unité d'Habitation |
Les Goudes: Ile Maïre |
L'ultima tappa della giornata è il parco nazionale dei Calanchi, verso Est. Ci dirigiamo in particolare a Les Goudes, il paesino di mare dove si rifugia spesso il protagonista dei romanzi di Izzo. Si tratta di un paese costruito nella striscia di terra tra la parete di un calanco e un'insenatura sul mare, molto caratteristico. È pieno di gente che passeggia e prende un caffè, noi riusciamo a farci dare da mangiare in uno dei ristoranti sul porto, anche se sono le 16.
Dopo pranzo facciamo una passeggiata a piedi sui calanchi per vedere anche oggi il tramonto dietro il profilo dell'Ile Maïre e godere del panorama sull'Île de Riou. Purtroppo la foschia non consente di vedere il sole scendere in acqua ma l'atmosfera è comunque affascinante e il cielo spettacolare.
Île de Riou |
11. Sensazioni e riflessioni
Il giorno seguente (dopo una notte funestata purtroppo dal virus intestinale) è già il momento di partire. Ma ci portiamo nel cuore la strepitosa luce di questa città, le sue tante anime, la sua attitudine al cambiamento, la sua - in fondo - ancora refrattarietà al turismo di massa (nonostante sia stata Capitale della Cultura), i suoi panorami sempre bellissimi, il suo essere una città da vivere e non dove inseguire cose da vedere imperdibili, la sua allure letteraria e cinematografica (ci hanno accompagnato i ricordi dei libri di Izzo, ma anche della de Kerangal, nonché le immagini dei film di Guédiguian).
Insomma un luogo da gustare e fare proprio.
Per un reportage fotografico più completo del viaggio si veda qui.
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