giovedì 6 febbraio 2020

Marsiglia e la luce del Mediterraneo (II parte)

Marsiglia: il mercato del pesce al Vieux-Port
Per la prima parte del racconto di viaggio vedi qui.

5. Le Vieux-Port, Noailles e Cours Julien

Il secondo giorno della nostra vacanza marsigliese la dedichiamo alla scoperta di un'altra parte di Marsiglia, per avere uno sguardo più ampio e più completo su una città sfaccettata e dalle tante anime. Prima scendiamo al porto per vedere i banchetti della vendita del pesce. In realtà è già tardi, e ormai di banchetti ne sono rimasti pochi e sono più a vantaggio dei turisti e delle loro macchine fotografiche che degli abitanti della città, però la passeggiata resta comunque caratteristica.

Ci fermiamo poi sotto l'Ombrière-Miroir, la grande copertura a specchio di Norman Foster che crea curiosi riflessi e rifrazioni, e dove è affascinante anche solo trascorrere un po' di tempo e osservare e osservarsi in questo gioco di capovolgimenti e di integrazioni tra realtà e riflesso della stessa.

Marsiglia: l'Ombrière-Miroir
Da qui risaliamo per la Canebière, l'arteria principale di Marsiglia, che dal Vieux Port va verso il nord della città e su cui si affacciano negozi e uffici e dove i marsigliesi e i turisti amano passeggiare. Noi tagliamo presto verso destra per andare alla scoperta di Noailles e della Place des Capucins, la zona a maggiore densità araba della città, il cosiddetto suk di Marsiglia, dove compriamo uno splendido pane arabo venduto da signore velate. Da qui saliamo ancora verso Cours Julien, la zona "hipster" della città e arriviamo alla Place Jean Jaurés, che è piena di gente che prende un caffè seduta ai tanti tavolini al sole che affollano il centro della piazza, mentre i bambini giocano in libertà.

Marsiglia: scendendo da Notre Dame de la Garde
La nostra pausa pranzo sarà alla Boite à Sardines, un posto molto caratteristico e molto ben recensito per i piatti a base di pesce che abbiamo puntato già da giorni, ma che ha riaperto solo il martedì. Tra ostriche della Camargue, palamita affumicata e scottata e assaggi di aioli (la salsa all'aglio tipica di qui) e di panisses (le onnipresenti frittelle di farina di ceci), usciamo molto soddisfatte. Sulla strada del ritorno facciamo una rapida visita alla Biblioteca dell'Alcazar, la grande biblioteca pubblica realizzata oltre dieci anni fa nel luogo dove prima si trovava una storica sala di musica e spettacoli, di cui è stato conservato solo il portale per lasciare posto a un luogo di lettura e di incontro per la cittadinanza.
Marsiglia: mangiare all'Anse de la Fausse Monnaie

6. Notre Dame de la Garde e la passeggiata lungo la Corniche e le anse

Dal vecchio porto, con il comodissimo autobus n. 60 (grazie Google maps!), raggiungiamo Notre Dame de la Garde, la chiesa che domina e protegge la città ed è visibile praticamente da ogni sua parte. Da qui è possibile godere di una spettacolare vista a 360° sulla città e sul paesaggio circostante (in particolare Chateau d'If e Isole del Frioul), anche perché è una giornata limpidissima.

Marsiglia: Tramonto alla Plage des Catalans
Scendiamo poi a piedi lungo un sentiero che ci porta dritte al quartiere residenziale di Roucas Blanc, ci fermiamo in una pasticceria per comprare un dolcino per la serata, e poi giù verso la Corniche Kennedy (che mi fa pensare al libro della de Kerangal), la litoranea a picco sul mare, dove stanno realizzando una specie di passerella per pedoni e una pista ciclabile aggettanti sulla costa. Cammina cammina, passiamo davanti alla Plage du Prophète, all'Anse de l'Oriol, al Maregraphe, all'Anse de la Fausse Monnaie (sono tutte insenature più o meno spettacolari che si aprono nella costa), al Vallon des Auffes (con la Porte de l'Orient in restauro). Dopo una breve sosta su una panchina per ammirare le isole del Frioul, arriviamo alla Plage des Catalans dove un po' di persone si sono radunate per ammirare l'ultimo tramonto dell'anno. Così ci sistemiamo anche noi e stiamo lì fino a quando l'ultimo pezzettino di sole si tuffa nell'acqua.

L'Estaque
7. L'Estaque

L'ultimo giorno di permanenza a Marsiglia lo dedichiamo alle "gite fuori porta". Prendiamo la macchina e prima andiamo a L'Estaque, il villaggio di pescatori ora inglobato nella città reso celebre dai pittori che ci andavano per dipingere (Cezanne, Braque). Diciamo che non è rimasto molto di quello che era il villaggio, se non le stradine più interne, mentre sul lungomare c'è ormai un porto affollatissimo di barche e subito a ridosso delle zone semindustriali.

Marsiglia: la Friche de la Belle de Mai
8. La Friche de la Belle de Mai

Da qui in macchina ci dirigiamo prima nel quartiere Belle de Mai, dove ci fermiamo a vedere l'area della Friche, una vecchia fabbrica di tabacco che è stata trasformata in un luogo di arte, cultura e aggregazione. L'edificio è piuttosto spaventoso nelle sue dimensioni che sono difficilmente recuperabili nella loro interezza, ma le aree dello skatepark - completamente ricoperta di graffiti -, del treno trasformato in giostra per bambini, della terrazza con i tavolini a disposizione e del grande ristorante/pub (chiuso quando ci siamo state noi) sono parecchio affascinanti. Un'operazione interessante soprattutto perché inserita in un quartiere popolare e in parte un po' degradato.

Da qui non è molto distante il Palais Longchamp, un enorme (e il termine non rende l'enormità, soprattutto rispetto a quanto visto finora a Marsiglia) palazzo ottocentesco realizzato su un serbatoio dell'acqua (da cui sono state ricavate fontane e cascate), dove sono ospitati il Museo di Belle Arti e quello di Storia Naturale, ma i cui giardini sono pieni di gente che passeggia, legge e prende il sole.

Marsiglia: l'Unité d'Habitation
9. L'Unité d'Habitation di Le Corbusier

La tappa successiva di questa giornata è l'Unité d'Habitation progettata da Le Corbusier come una struttura quasi autarchica, una specie di utopia urbanistica che nasce dal pensiero razionalista e che purtroppo - soprattutto in alcune realizzazioni successive - ha prodotto molti mostri e ghetti urbani. In realtà, quello di Le Corbusier non è un palazzo enorme come ci saremmo aspettate ed esteticamente non è affatto sgradevole. Entriamo e scopriamo che è possibile visitare alcuni piani (il terzo e il quarto in particolare) e le terrazze.

Marsiglia: terrazza dell'Unité d'Habitation
Ai piani andiamo alla scoperta degli spazi comuni progettati dall'architetto (il ristorante, la libreria ecc.), dei corridoi - un po' inquietanti a dire il vero - su cui si affacciano gli appartamenti, con i loro passavivande, veniamo a conoscenza che all'interno c'è un albergo funzionante, e leggiamo un po' di cose sulla filosofia di fondo che aveva ispirato la progettazione del palazzo e che partiva dal presupposto di poter immaginare e in qualche modo programmare la vita dei suoi abitanti, ovviamente con le migliori intenzioni ma senza valutare la inevitabile variabilità del reale. Saliamo poi in terrazza, dove i camini mi fanno un po' pensare a Casa Milà (La Pedrera) di Gaudì e da dove si gode di una vista eccezionale che va dalle montagne al mare.

Les Goudes: Ile Maïre
10. Il parco nazionale dei Calanchi e Les Goudes

L'ultima tappa della giornata è il parco nazionale dei Calanchi, verso Est. Ci dirigiamo in particolare a Les Goudes, il paesino di mare dove si rifugia spesso il protagonista dei romanzi di Izzo. Si tratta di un paese costruito nella striscia di terra tra la parete di un calanco e un'insenatura sul mare, molto caratteristico. È pieno di gente che passeggia e prende un caffè, noi riusciamo a farci dare da mangiare in uno dei ristoranti sul porto, anche se sono le 16.

Dopo pranzo facciamo una passeggiata a piedi sui calanchi per vedere anche oggi il tramonto dietro il profilo dell'Ile Maïre e godere del panorama sull'Île de Riou. Purtroppo la foschia non consente di vedere il sole scendere in acqua ma l'atmosfera è comunque affascinante e il cielo spettacolare.

Île de Riou
Pessima la pensata di rimetterci in macchina subito dopo il tramonto, come il 90% delle persone lì presenti, perché la strada che porta a Marsiglia è un budello dove ci sono anche dei lavori e dunque ci attende una lunghissima coda fin quasi all'ingresso nella città.

11. Sensazioni e riflessioni

Il giorno seguente (dopo una notte funestata purtroppo dal virus intestinale) è già il momento di partire. Ma ci portiamo nel cuore la strepitosa luce di questa città, le sue tante anime, la sua attitudine al cambiamento, la sua - in fondo - ancora refrattarietà al turismo di massa (nonostante sia stata Capitale della Cultura), i suoi panorami sempre bellissimi, il suo essere una città da vivere e non dove inseguire cose da vedere imperdibili, la sua allure letteraria e cinematografica (ci hanno accompagnato i ricordi dei libri di Izzo, ma anche della de Kerangal, nonché le immagini dei film di Guédiguian).

Insomma un luogo da gustare e fare proprio.

Per un reportage fotografico più completo del viaggio si veda qui.

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