Corniche Kennedy / Maylis de Kerangal; trad. di Maria Baiocchi. Milano: Feltrinelli, 2018.
Non siamo alle vette di Riparare i viventi, romanzo che consiglio a tutti di leggere. Però Maylis de Kerangal si conferma una scrittrice di grandi qualità e talento.
Qui siamo sulla Corniche Kennedy, la strada che si snoda, costeggiando i calanchi, tra la città di Marsiglia e le rocce che scendono a picco sul mare. Su una piattaforma che si apre tra le rocce sotto la Corniche si dà appuntamento ogni giorno un gruppo di ragazzi dai 13 ai 17 anni, che trascorre qui il suo tempo tra chiacchiere, giochi di seduzioni e sfide nei tuffi dai punti più alti della scogliera.
Questi ragazzi arrivano quasi tutti dalle case a nord di Marsiglia, quelle dove abitano i ceti più bassi e gli immigrati algerini di prima e seconda generazione, mentre alle spalle della Corniche, lungo i costoni della collina si ergono le ville dei ricchi circondate da muri e giardini. Su questo versante si trova anche il commissariato di polizia, dove il commissario Sylvestre Opéra osserva i ragazzi con un binocolo.
Alla banda della Corniche si aggrega ben presto Suzanne, una ragazza benestante, che però è attirata da questi ragazzi e soprattutto dalle prospettive di libertà che promettono rispetto all'educazione rigida dalla quale proviene. Ben presto Eddy, il capetto della banda, Mario, il più piccolo e intraprendente, e Suzanne formeranno un trio inseparabile che non ha timore di saltare dal punto più alto del promontorio, quello che i ragazzi chiamano il Face to Face.
La storia di questo gruppo di adolescenti che ama il rischio e si prende gioco di chiunque si intreccerà con quella del commissario che ha un nodo irrisolto nel suo passato e al contempo deve fronteggiare il traffico di droga sulle coste di Marsiglia.
Il libro della de Kerangal è stilisticamente molto affascinante: sebbene la scrittura sia complessivamente piuttosto enfatica e sovrabbondante, la capacità dell'autrice di rappresentare in forma quasi visiva attraverso le parole le situazioni che racconta (bellissima ad esempio la scena del tuffo notturno) è davvero notevole.
Sul piano invece strettamente narrativo mi sembra che Corniche Kennedy sia un libro eminentemente corale, in cui l'approfondimento della storia, della personalità e delle motivazioni dei singoli resti un po' in secondo piano. Persino i personaggi principali, Eddy, Mario, Suzanne e il Commissario ci restano in qualche modo estranei, perché non ne comprendiamo perfettamente i caratteri e le spinte più profonde.
Sarà anche per questo che il finale del libro - dopo l'attesa creata dal ritmo incalzante della prosa della de Kerangal - risulta un po' deludente e non del tutto congruo.
Certamente però l'immagine complessiva di questa adolescenza selvaggia e confusa che butta l'occhio sul mondo adulto resta abbacinante e fascinosa.
Voto: 3,5/5
domenica 16 settembre 2018
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Letto condivido la tua recensione. Lo metteresti in biblioteche nella sezione giovani adulti ? Grazie
RispondiEliminaCiao Lorenza! Esattamente dove vorresti che mettessi la recensione? Non mi è chiarissimo se ti riferisci a Facebook o a un qualche sito. In ogni caso il blog è distribuito con licenza CC quindi puoi metterlo anche tu stessa dove ritieni!
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