giovedì 6 settembre 2018

Turner. Opere della Tate. Chiostro del Bramante, 22 agosto 2018

Sono stata a lungo incerta se andare o meno a vedere questa mostra, perché avevo sentito pareri contrastanti e in particolare qualcuno mi aveva parlato di una selezione di opere poco interessante in quanto trattasi in buona parte di lavori preparatori e non finiti.

Effettivamente la mostra al Chiostro del Bramante propone al pubblico una specifica collezione delle opere di Joseph Mallord William Turner, quelle che lui stesso donò alla Tate Britain di Londra e che coincide con la sua collezione privata, formata per gran parte dagli studi e dalle bozze realizzate dall'artista durante la sua lunga carriera.

La mostra raccoglie circa novanta opere, prevalentemente acquerelli, ma non manca una selezione di olii, che è molto utile al visitatore per meglio interpretare la tecnica e la modernità del linguaggio artistico di Turner attraverso il confronto con lo stile pittorico precedente e a lui contemporaneo.

Le opere esposte sono organizzate in modo sostanzialmente cronologico a partire dalle realizzazioni giovanili (c'è persino un quadro dipinto a 14 anni) fino a quelle della maturità artistica e degli ultimi anni di vita. In questo percorso, anche grazie al supporto dell'audioguida e dei pannelli esplicativi proposti nelle sale espositive, si ha modo di ammirare lo stile di Turner nella realizzazione dei suoi acquerelli, i suoi affascinanti studi sul colore, nonché le diverse tecniche da lui adottate nel tempo e a seconda delle necessità dei soggetti. E lo si fa seguendo l'artista nei suoi innumerevoli viaggi per l'Inghilterra prima e per tutta l'Europa (compresa l'Italia) poi (sono stupefacenti alcune vedute di Venezia).

È indubbiamente vero che in esposizione ci sono molti schizzi preparatori, quelli che Turner produceva in gran numero sia come fase iniziale della realizzazione di un dipinto compiuto sia semplicemente per sé stesso, quasi come una specie di diario in cui appuntare le emozioni e le sensazioni suscitate dai paesaggi e dalle città visitate in particolari momenti di luce.

Paradossalmente è proprio in questa produzione più intima che emerge la straordinaria modernità di Turner, anticipatore e ispiratore di moltissime correnti pittoriche nonché di importanti artisti a lui successivi (da Monet a Rothko, da Van Gogh a Turrell) fino ai giorni nostri. Alcune delle sue opere meno compiute sono a mio parere tra le più affascinanti del percorso espositivo in quanto potenti nell'immediatezza dei sentimenti che comunicano solo attraverso il tratto e il colore, prima che i dettagli vadano in qualche modo a ingabbiarli.

Voto: 3,5/5

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