mercoledì 21 ottobre 2020

Da Passo Resia a Bolzano in bicicletta

Lago di Resia
Quest'anno il nostro tradizionale viaggio in bicicletta di giugno è saltato causa coronavirus, e arriviamo alla fine di luglio che ancora non sappiamo se la nostra tradizione quasi ventennale dovrà subire per quest'anno una battuta d'arresto.

Confortate da qualche buona notizia sull'andamento dei contagi e dalla ripresa delle attività turistiche, decidiamo in uno scatto d'orgoglio che faremo anche quest'anno il nostro viaggetto, magari più breve, ma lo faremo. Peccato che quest'anno tra lockdown e altro, le nostre attività fisiche invernali sono andate a farsi benedire e la nostra forma fisica è sotto i piedi. Cominciamo dunque a guardare in Internet viaggi brevi e facili, combinazione non certo scontata.

Il campanile sommerso di Curon
Grazie a Girolibero (ormai una garanzia nel settore!), individuiamo un viaggio da 5 giorni/4 notti adatto anche a famiglie, da Passo Resia a Bolzano lungo il fiume Adige, e prenotiamo.

Arriviamo il 26 agosto a Bolzano e a piedi raggiungiamo il nostro hotel anni Settanta, che sta un po' in periferia, anche se poi capiamo che esiste una specie di scorciatoia che porta verso il centro. È proprio questa scorciatoia che prendiamo in serata per andare a cena da Batzen Häusl - Ca' de' Bezzi, dove iniziamo la nostra dieta a base di birra e di derivati del maiale ;-) Prendiamo la cosiddetta "padella dell'artista" che contiene costine di maiale, stinco, salsiccia, patate, canederli, crauti e rafano, e terminiamo con un ottimo gelato.

Bagno al lago di Resia
Il giorno dopo, una navetta guidata da Matteo ci viene a prendere in albergo molto presto (io infatti dormo per quasi tutto il tempo, salvo quando qualche notizia interessante raggiunge il mio orecchio!) per portarci a Passo Resia, dove ritireremo le bici e cominceremo il nostro percorso. La pista comincia affiancando il lago artificiale di Resia, quello famoso per la presenza del campanile parzialmente sommerso, ultimo baluardo del paese che fu spostato sulla collina quando venne creato l'invaso. Questa prima parte del percorso è praticamente tutta in discesa e si fa che è una meraviglia col vento tra i capelli in una giornata che inizia con una temperatura rigida ma che nel corso della giornata si fa parecchio calda.

Ci fermiamo lungo il percorso a Burgusio, un paesino molto caratteristico, da dove si vede l'abbazia di Monte Maria e Castel Principe.

La tappa successiva è invece Glorenza, la più piccola cittadina d'Europa completamente fortificata (ossia circondata da mura). È ora di pranzo e così ci fermiamo a mangiare dei canederli in brodo alla Gasthaus sulla piazza e poi facciamo un giretto a piedi alla scoperta del paesino.

Burgusio
Quindi riprendiamo di buona lena per non fare troppo tardi. Io voglio assolutamente fermarmi a Lasa, perché ho letto che il paese è un grande produttore di albicocche e io sono ossessionata dall'acquisto della marmellata. Alla fine, dopo la delusione di un supermercato locale che non ha marmellata di albicocche, la compro ad un banchetto per strada gestito da 4 ragazzine tra i 7 e i 10 anni.

La nostra destinazione per questa prima tappa è Silandro, dove siamo alloggiate alla Schwarzer Pension. La cosa buffa è che dalla pensione siamo passate questa mattina con la navetta per lasciare i bagagli, ma ora che siamo tornate i nostri bagagli non ci sono più. Solo dopo un po' di telefonate si capisce che sono finiti a Merano (la tappa successiva) e devono essere riportati indietro. Arrivano verso le 19,15 mentre noi abbiamo fatto in tempo a girare in lungo e in largo il paesino e a scegliere la nostra destinazione per la cena che sarà il ristorante Goldene Rose. Qui facciamo una cena abbondante e sofisticata al contempo, che prevede oltre a un antipasto con tagliere di speck, salame di cervo, formaggio, cetriolini e peperoni sott'aceto, un hamburger con cipolla croccante e speck e patate fritte per e la guancia di manzo con verdure per S.

Castelbello e i meleti
Diciamo che con i 40 km in discesa che abbiamo fatto non credo ci siamo guadagnate l'abbondanza della cena, né tanto meno quella della colazione della mattina seguente.

Il secondo giorno prevede circa 35 km per arrivare a Merano. La nostra prima tappa è il paesino di Laces, dove veniamo attirate dal mercato contadino e dai bei edifici barocchi che punteggiano la cittadina.

Intanto, cominciamo a incrociare un numero crescente di meleti e durante questa tappa non ci facciamo sfuggire l'occasione di fotografare il castello di Castelbello, un castello che si erge sopra i meleti che in questo periodo sono carichi di mele mature di tutti i colori. A Naturno vorremmo andare alla sede della cooperativa degli agricoltori, ma comincia a piovere e il navigatore ci dà indicazioni strane così decidiamo di proseguire.

In valle

Lungo il percorso ci fermiamo a fotografare un grande gruppo di ragazzi che fa rafting sull'Adige e infine facciamo una breve sosta a Plaus dove sul muro che circonda la chiesa ci sono degli affreschi moderni che reintepretano la danza macabra medievale.

Mentre passiamo dalle parti di Rablà sentiamo un pazzesco odore di caffè e torrefazione, ma scopriamo solo quando arriviamo a destinazione che da quelle parti c'è la torrefazione Alps di cui nei giorni successivi faremo il pieno di sacchetti di caffè. L'ultima parte della pista ciclabile per la tappa odierna è una lunga discesa con 7 tornanti che affiancano un fiume Adige sempre più impetuoso tra cascate e vapore acqueo.

Rafting sull'Adige

Siamo dunque a Merano senza aver praticamente preso pioggia, nonostante le previsioni della giornata fossero pessime. Dopo una rapida doccia e qualche suggerimento della receptionist, andiamo a fare un giro in centro: sosta da Pur Sudtiror su via della Libertà per comprare prodotti tipici, il bellissimo palazzo del KurHaus, la zona medievale e la via dei portici, il duomo di san Niccolò. Da qui saliamo alla passeggiata Tappeiner, uno dei numerosi sentieri creati nel corso del tempo intorno alla città di Merano e che oggi rappresentano una delle sue attrazioni maggiori. Noi facciamo un piccolo pezzo della Tappeiner fino alla polveriera e da lì scendiamo al ponte romano e attraverso la Passiria Gasse torniamo al duomo, anche perché nel frattempo ha cominciato a piovere. Una volta in centro facciamo le nostre valutazioni per la cena e alla fine optiamo per la Augustiner Brau, dove mangiamo cucina tirolese e beviamo birra bavarese. 

Bolzano

La terza e ultima tappa del nostro mini-viaggio in bicicletta ci porterà a Bolzano dopo circa 30 chilometri di pista ciclabile tra meleti e vigneti. Il cielo minaccia acquazzoni, ma ancora una volta ci grazia. Durante il percorso ci fermiamo a fotografare i numerosi castelli che incontriamo lungo la strada, molti dei quali realizzati in porfido e incastonati nelle montagne fino ad arrivare a quello di Firmiano, che è la porta di ingresso alla città. Per la sera - quando ormai piove a dirotto - riusciamo a prendere uno spritz da Fischbanke, un bar che era una pescheria e ha mantenuto i banchi del pesce all'esterno, e poi andiamo a mangiare da Wirtshaus Vögele, dove il tris di canederli e i ravioli con gli spinaci sono buonissimi, così come il gulash con patate e i dolci.

L'ultimo giorno a Bolzano, visto che il nostro treno è nel pomeriggio, decidiamo di goderci un po' la città. Portiamo le valigie al deposito bagagli della stazione, facciamo un giro in centro (e riesco anche a comprare del pane al mercato delle erbe nonostante sia domenica) e poi - visto che piove a tratti - pensiamo che potrebbe essere bello andare a vedere Otzi al Museo Archeologico. Qui però c'è una fila pazzesca e ci dicono all'ingresso che tutti i biglietti per la giornata sono stati venduti, così ci ricordiamo di un suggerimento che ci aveva dato Matteo, il tour operator, ossia la visita a Castel Roncolo.

Castel Roncolo
Con l'autobus 14 in una decina di minuti siamo alla funivia di San Genesio, da dove con una piccola passeggiata siamo al castello costruito nel XIII secolo e poi parzialmente rimaneggiato nei secoli successivi. Il castello è strutturalmente bellissimo e le sue stanze hanno uno straordinario e originale ciclo di affreschi laico che racconta scene della vita nobiliare e dell'amor cortese, e celebra le storie e i miti che la caratterizzavano, come la storia di Tristano e quella di Garello, il cavaliere che salvò Ginevra e fu ammesso alla tavola rotonda. Gli affreschi risalgono all'epoca in cui il castello fu acquistato dai fratelli Vinkler, di origine borghese, che non a caso vollero far celebrare sulle sue pareti la vita cortese.

Vista da Castel Roncolo
Il castello è stato riaperto al pubblico qualche anno fa e sono felicissima di averlo potuto visitare.

Tornando vediamo il Sill, un affluente dell'Adige, quasi in piena e poi lo stesso l'Adige in città altrettanto minaccioso, e dopo poco sappiamo che l'Isarco è esondato. Che paura! Tornate in centro decidiamo di pranzare nuovamente a Ca' de Bezzi, dove prendiamo il meraner wurstel e i pressknodel su crauti e le frittelle del contadino. Tutto innaffiato da ottima birra Vienna.

È ora di tornare a casa. Anche per quest 'anno la vacanzina in bicicletta è finita e torniamo con un'unica certezza: siamo totalmente fuori forma (e certo la dieta altoatesina non ci ha fatte dimagrire!) e se non recuperiamo nei prossimi mesi - Covid o non Covid - sarà dura fare qualsivoglia altra vacanza in bicicletta (a meno di non passare alla bicicletta elettrica, cosa che vorremmo sinceramente evitare, ma che - come abbiamo notato - ormai ha preso ampiamente piede anche tra i giovani).

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