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L’opzione di andare a vedere la mostra
Euphoria – Art is in the air organizzata dal
Balloon Museum presso
La Nuvola non rientrava nei miei programmi. La immaginavo una via di mezzo tra un luogo per bambini e una roba instagrammabile, ma poco significativa.
Poi, dopo aver ascoltato un
podcast della rivista
Internazionale in cui se ne parlava, mi sono resa conto che poteva valere la pena farci un pensiero, in quanto le installazioni presentate nel percorso sono vere e proprie opere d’arte che utilizzano l’aria come loro elemento caratterizzante.
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Ed eccomi qua una domenica mattina, praticamente all’ora di pranzo, insieme a S., all’ingresso della mostra. Nonostante l’orario prandiale, i bambini non mancano, però devo ammettere che l’organizzazione della mostra è ottima e consente sia agli adulti che ai bambini di poterla godere al meglio. Ad ogni installazione – o quasi – c’è una persona della mostra (di solito giovane) che spiega a tutti – soprattutto ai bambini – quali sono le regole di comportamento perché l’interazione avvenga nel migliore dei modi e che vigila perché questo effettivamente accada.
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La gente è tanta, ma devo dire che, adottata qualche semplice misura – tipo aspettare che il grosso del gruppo (si entra a fasce orarie) sia passato alla stanza successiva oppure muoversi prima che gli altri lo facciano –, è possibile visitare la mostra piacevolmente.
Nel percorso si alternano opere da ammirare e basta (bellissimi i grandi palloni rossi che oscillando sembrano quasi degli alieni - mi hanno fatto pensare al film
Arrival) ad altre con cui è possibile interagire, anzi che utilizzano l’azione dei visitatori per dispiegare le loro potenzialità (penso al grande pallone trasparente sospeso in una stanza che porta sulla superficie dei carboncini, e che muovendosi grazie alle spinte dei visitatori disegna sul soffitto e sulle pareti).
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Alcune opere sono piuttosto semplici e per me poco significative (per esempio quelle fatte come veri e propri gonfiabili, sinceramente non troppo diversi da quelli dove i bambini festeggiano i compleanni), altre sono più sorprendenti o divertenti a seconda dei casi (la stanza con i pesci colorati fluttuanti l’ho amata, ma anche la casetta piena zeppa di palloni celesti, e pure la stanza delle bolle di sapone e quella dei palloni bianchi circondata di specchi), alcune sono proprio da effetto wow, per esempio l’enorme installazione di sfere luminose che si muovono e cambiano colore a ritmo di musica al di sopra di un grande divano tondo centrale, mentre tutto intorno è possibile dondolarsi sulle altalene, o ancora l’enorme piscina piena di oltre 1.500.000 di palline colorate, ma anche la macchina che sputa-anelli-di-fumo di fronte a sé.
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Ma quelle citate sono solo alcune delle tante installazioni che è possibile vedere o sperimentare, e man mano che il percorso procede ci si lascia andare e contagiare dall’atmosfera giocosa e fanciullesca di questa mostra, che è poi il fine ultimo di tutte queste opere, accomunate appunto dal binomio tra aria e sensazione di gioia e libertà.
Il mio tendenziale snobismo per una volta viene messo a tacere, e mettendo da parte qualche sovrastruttura di troppo mi lascio alla fine andare a un divertimento semplice e immediato, senza per questo essere stupido.
Nonostante il biglietto decisamente caro, direi che ne può valere la pena. E io ho approfittato della mostra anche per fare tante foto originali e strane portandomi dietro la macchina fotografica.
Voto: 3,5/5
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